Se solo conoscessero il mio potere, pensò mentre ammirava il panorama della città. Stanotte la mia trasformazione sarà completa.
Mal’akh aveva giocato abilmente le sue carte nel palazzo del Campidoglio, rendendo omaggio a tutti gli antichi protocolli. L’antico invito è stato consegnato. Se Langdon non aveva ancora capito quale fosse il suo ruolo nella capitale, quella sera, ci sarebbe arrivato presto.
13
La Rotonda del Campidoglio, come la Basilica di San Pietro, riusciva sempre a sorprendere Robert Langdon. Razionalmente, sapeva che era così enorme da poter contenere senza problemi la Statua della Libertà, quella di New York, ma ogni volta rimaneva colpito dalla sua grandezza e solennità. Quella sera, però, vi regnava il caos.
Alcuni agenti di sicurezza stavano chiudendo la sala al pubblico e cercando di allontanare i turisti sconvolti dalla mano mozza. Il bambino continuava a piangere. Ci fu un lampo di luce: qualcuno aveva scattato una foto. Subito gli agenti si precipitarono a fermare il responsabile, gli sequestrarono la macchina fotografica e lo accompagnarono fuori. In mezzo alla confusione, Langdon avanzava come in trance, insinuandosi tra la folla per avvicinarsi.
La mano destra di Peter Solomon era in verticale. Il polso, reciso di netto, era infilzato su una punta acuminata sopra un piccolo piedistallo di legno. Tre dita erano ripiegate, mentre il pollice e l’indice erano tesi e puntati verso la cupola della sala.
«State indietro!» gridò un poliziotto.
Langdon era ormai abbastanza vicino da riuscire a distinguere il sangue che, colato dal polso, si era coagulato alla base di legno. Le ferite post mortem non sanguinano… quindi Peter è vivo. Il sollievo che aveva provato si trasformò subito in raccapriccio. Gli hanno amputato una mano? Ebbe un attacco di nausea e pensò a tutte le volte che gliel’aveva stretta.
Per qualche secondo si sentì come immerso nella nebbia.
La prima immagine che riuscì a mettere a fuoco fu del tutto inaspettata.
Una corona… e una stella.
Langdon si accovacciò per vedere meglio la punta del pollice e dell’indice. Tatuaggi? Incredibile ma vero, il mostro che aveva commesso quell’atrocità aveva tatuato dei piccoli simboli sulla punta delle dita di Peter.
Una corona sul pollice, una stella sull’indice.
Non è possibile. Non appena riconobbe i due simboli, quella scena, già così agghiacciante, assunse per Langdon una sfumatura soprannaturale. Storicamente apparivano spesso, sempre nella stessa posizione, sulle dita di una mano. Si trattava di una delle icone più antiche e più ambite del mondo.
La Mano dei Misteri.
Ormai si vedeva di rado, ma in passato aveva rappresentato un’imperiosa esortazione ad agire. Langdon si sforzò di capire il significato del macabro feticcio che aveva davanti. Qualcuno ha trasformato la mano di Peter in una Mano dei Misteri? Era inconcepibile. Tradizionalmente, la mano veniva scolpita nella pietra o nel legno, oppure disegnata. Langdon non aveva mai sentito parlare di una Mano dei Misteri in carne e ossa. Era un’idea raccapricciante.
«Signore?» disse un agente alle sue spalle. «Per favore, si sposti.»
Langdon quasi non lo sentì. Ci sono altri tatuaggi. Pur non riuscendo a vedere i polpastrelli delle tre dita ripiegate, sapeva che anche quelli dovevano avere ciascuno il suo simbolo. La tradizione voleva così. Cinque simboli in tutto. Nel corso dei millenni, i cinque simboli della Mano dei Misteri non erano mai cambiati, così come non era mai cambiata la funzione simbolica della mano stessa.
La mano rappresenta… un invito.
Langdon rabbrividì nel ricordare le parole dell’uomo che lo aveva condotto fin lì. Questo invito è un’occasione unica nella sua vita. Nell’antichità, la Mano dei Misteri aveva veramente rappresentato l’invito più ambito che esistesse. Ricevere quel segno significava essere chiamati a far parte di un’èlite, il gruppo ristretto di coloro che erano considerati detentori di una conoscenza esoterica ed eterna. Oltre a essere un grande onore, l’invito significava che un maestro ti considerava degno di condividere tale sapienza segreta. La mano che il maestro tendeva all’iniziato.
«Per favore» ripetè l’agente toccando Langdon su una spalla. «Deve spostarsi subito più indietro.»
«So cosa significa. Vi posso aiutare!» disse Langdon.
«Per favore!» insistette il poliziotto.
«Il mio amico è in pericolo. Dobbiamo…»
Si sentì sollevare da braccia possenti che lo trascinarono via. Era troppo scombussolato per protestare.
Gli era appena stato rivolto un invito ufficiale. Qualcuno lo aveva convocato affinché aprisse un portale mistico che avrebbe rivelato un mondo di antichi misteri e conoscenze segrete.
Ma era pura follia.
Il delirio di un pazzo.
14
La limousine di Mal’akh si allontanò dal Campidoglio e imboccò Independence Avenue in direzione est. Un ragazzo e una ragazza, sul marciapiede, cercarono di vedere dai finestrini posteriori oscurati se a bordo ci fosse qualche VIP.
Sono qui davanti, pensò Mal’akh sorridendo tra sé.
Gli piaceva il senso di potere che provava nel guidare da solo quella vettura di lusso. Nessuna delle altre cinque macchine che possedeva gli avrebbe potuto offrire ciò di cui aveva bisogno quella sera: la garanzia dell’anonimato. Una privacy totale. Le limousine a Washington godevano di una sorta di tacita immunità. Sono ambasciate mobili. Per evitare il rischio di infastidire qualche personaggio potente fermando una limousine nei pressi del Campidoglio, i vigili in servizio in quella zona preferivano astenersi.
Nel momento in cui attraversò il fiume Anacostia ed entrò nel Maryland, Mal’akh ebbe la sensazione di essere trasportato verso Katherine dalla forza del destino. Sono stato chiamato a un secondo compito stasera… un compito che non avevo previsto. La sera precedente, quando Peter Solomon aveva confessato l’ultimo dei suoi segreti, Mal’akh era venuto a sapere dell’esistenza del laboratorio in cui Katherine Solomon aveva compiuto miracoli: scoperte eccezionali che, se fossero state rese pubbliche, avrebbero cambiato il mondo.
Le sue ricerche riveleranno la vera natura di tutte le cose.
Per secoli le "menti più brillanti" del mondo avevano ignorato le scienze antiche, considerandole ridicole superstizioni scaturite dall’ignoranza, e forti di arrogante scetticismo e nuove tecnologie si erano allontanate sempre più dalla verità. Le scoperte di ogni generazione vengono confutate dalla tecnologia di quella successiva. Così erano sempre andate le cose: più l’uomo imparava, più si rendeva conto di non sapere.
Per millenni l’umanità aveva vagato nelle tenebre… ma ora, come annunciato dalle profezie, si preparava un cambiamento. Dopo tanto brancolare nel buio, il genere umano era arrivato a un crocevia. Si trattava di un evento previsto da tempo immemorabile, preconizzato da antichi testi, da calendari arcaici e dagli astri stessi. La data era precisa, l’evento era imminente. Sarebbe stato preceduto da una grande esplosione di conoscenza… un lampo che avrebbe squarciato le tenebre e offerto all’uomo la sua ultima chance di allontanarsi dall’abisso e imboccare la strada della sapienza.
Sono venuto a oscurare la luce, pensò Mal’akh. È questo il mio ruolo.
Il destino lo aveva legato ai fratelli Solomon. Le scoperte fatte da Katherine all’SMSC rischiavano di spalancare le porte a un nuovo modo di pensare, di dare inizio a un nuovo Rinascimento. Se rese pubbliche, le sue rivelazioni avrebbero catalizzato le energie dell’umanità, spingendola a riscoprire la conoscenza perduta, dandole un potere che superava ogni immaginazione.