— Non, non, Emilie… s’il vous plaît!
— Un minute, seulement, chérie.
— Non! Vous ne sortez pas!
La ragazzina si aggrappò disperatamente a Emilie. Dolcemente, la donna slacciò le braccia che la piccola le aveva serrato attorno. Nathalie allora si strinse attorno alle gambe di Emilie, cominciando a piangere. Emilie si staccò e andò in bagno, chiudendo la porta a chiave. Nathalie scoppiò in singhiozzi violenti e si accucciò in posizione fetale sul pavimento. Jennifer osservò la faccia della ragazzina. Era una maschera di paura e ansia.
Dopo qualche momento, Emilie uscì dal bagno. Nathalie arrancò fino a lei e si strinse di nuovo alle ginocchia della donna più anziana.
Strukov ribadì: — Paura di essere soli.
Will chiese: — La ragazzina deve stare con una persona in particolare?
— Ma no — rispose Strukov, sorridendo. — Si comporta esattamente allo stesso modo con chiunque si trovi nella stanza. Si sente tranquilla e libera da ansia soltanto quando nella stanza ci sono molte persone e tutte sembrano pronte a restare per parecchie ore. Allora, e soltanto allora, la paura dell’abbandono si attenua. Angelique, ça va… ma questa l’avete già vista, no? Avete deciso che non vi andava bene.
Un paese americano di Vivi all’inizio di autunno: gli alberi accesi di colori. Tre persone lacere stavano vicine su una strada nanolastricata. Dai volti distorti e dalle braccia che si agitavano si deduceva che stessero discutendo animatamente. Un uomo dette uno spintone all’altro. La donna si allontanò, gridando qualcosa a tutt’e due da sopra le spalle e si addentrò in un bosco. Ci furono due primi piani del suo volto terrorizzato quando altri due uomini che indossavano olotute la afferrarono e la costrinsero a entrare in una piccola aeromobile.
— L’hanno chiamato "il legame" — fece Strukov in tono di scherno. — Ma voi lo sapete meglio di me, no? Siete stati voi stessi a produrre l’olovideo che i pezzenti hanno guardato. Dopo averlo visto, si sono iniettati con le siringhe rosse e si sono legati. Adesso, questo è stato ripreso tre ore dopo che la donna era stata portata vìa.
La donna rapita era seduta da sola in una stanza confortevole. Improvvisamente ansimò, si serrò il petto con le mani e scivolò giù dalla sedia. I suoi occhi fissi indicavano che era morta. L’ologramma sovrimpresse una ripresa da robocamera degli altri due uomini legati con lei, tutt’e due morti.
— Un evento elettrico nel cuore — disse Strukov. — Un meccanismo davvero pulito, davvero elegante. Mi piace questa tecnica per controllare i vostri pezzenti. Li rende molto dipendenti l’uno dall’altro e le loro azioni risultano soltanto molto limitate, no? Ottima progettazione. Ma non lo volete. Mi dite di lasciar perdere questa linea di ricerca, di darvi qualcosa di diverso.
Will non rispose direttamente. — L’intera gamma di paure che lei può indurre permanentemente… la biochimica prevede che siano tutte così pronunciate come in questi due esempi?
— Ma no. Questi recettori NMDA sono stati fortemente attivati. Hanno creato tracciati neurali di forza imponente. È possibile creare effetti minori.
Will chiese: — È possibile crearne "per lei"?
— Ma è ovvio. Angelique, ça va.
L’olopalco passò a modalità monitor. Balenarono, una schermata dopo l’altra, schemi, equazioni, diagrammi molecolari, formule chimiche, tabelle di variabilità e reazioni schematiche di ioni, malignamente complessi per quanto erano state semplici le dimostrazioni precedenti.
— Gran parte del lavoro sulla paura e l’ansia si è occupata di sinapsi, neurotrasmettitori e sottotipi di recettori — disse Strukov. — Io mi sono occupato maggiormente di processi dello stress cellulare all’interno delle cellule nervose, dove si formano i neuropeptidi. È lì che hanno origine e si concludono le reazioni chimiche. Ogni neurone piramidale riceve oltre centomila contatti dai neuroni con i quali si collega. Si comincia quindi con i modelli della trasmissione nervosa.
"E con un’altra cosa: esistono peptidi che si formano soltanto in condizioni patologiche. È possibile innescare una reazione a catena delle ammine complesse, a cominciare dall’interno di una cellula. Alcune ammine nella catena sono patologiche, altre sono normali, altre ancora sono aminoacidi endogeni eccitanti trasformati in eccitotossine. Questa catena ha il proprio inizio nei tracciati alterati delle amigdale.
"Da lì si estende attraverso il nucleo del nervo centrale all’interno delle cellule in molti altri posti: nel cervello, nei muscoli, nelle ghiandole e negli organi. La catena finisce con l’agire su parecchie bioammine, incluse l’acetilcolina, guardate questo diagramma, la norepinefrina, la CRF, il glutammato, la C gamma critica. Molte, molte ammine.
"Inoltre, la catena continua costantemente, una volta iniziata dal virus di innesco. Visto che poi essa è formata da sostanze interamente create dallo cervello stesso, lo stupido Depuratore Cellulare non le attaccherà. Distruggerà il virus, ma a quel punto sarà troppo tardi. La catena sarà partita. Secondo lo stupido Depuratore Cellulare, inoltre, quella catena apparterrà a quel posto. Secondo lo stupido Depuratore Cellulare, la catena sarà ’indigena’." Strukov scoppiò a ridere. — E lo è.
— E tutti i cervelli umani reagiranno allo stesso modo al virus iniziale? — chiese Will.
Strukov alzò le spalle. — Ovviamente no. Le persone differiscono sempre nelle loro reazioni a qualsiasi cosa agisca sulle loro ammine biogene. Alcuni si ammaleranno. Alcuni reagiranno esageratamente. Pochi non reagiranno affatto. La maggior parte delle persone, tuttavia, diventerà ciò che voi mi avete chiesto di renderla: inibita, timorosa di ogni novità, carica di ansia per ogni separazione da quello che è familiare. Come i bambini con l’ansia da estraneo. In essenza, la mia reazione a catena porterà alla luce, come primaria, una funzione primitiva del cervello, che la crescita umana sopprime in favore di funzioni più complesse. Io invertirò la tendenza.
Strukov fissò direttamente Jennifer e sorrise. — Alla fine, io trasformerò la vostra popolazione bersaglio in una nazione di bambini impauriti.
Jennifer lo fissò di rimando. Dovette combattere per non mostrare la repulsione che provava per l’enorme gigante barbuto totalmente compreso dalla propria genialità, completamente a proprio agio per la dimostrazione offerta sulla pelle della sua stessa gente. Jennifer aveva sempre saputo che i Dormienti non conoscevano lealtà verso i propri simili, che non avevano senso morale. Avrebbero fatto qualsiasi cosa al prossimo, se fosse stato in palio denaro sufficiente. Non erano neanche capaci di distinguere fra la pena scontata in prigione da Jennifer, nata dalla paura che i Dormienti avevano di lei e del suo senso dell’obbligo morale di salvaguardare il suo popolo, e la pena che sarebbe stata comminata a quel brillante disgraziato se i suoi esperimenti sul cervello fossero stati scoperti dalle autorità dei Dormienti. Strukov era una malattia. Avrebbe utilizzato quella malattia per proteggere il suo popolo, se costretta. Ma non avrebbe concesso a una malattia l’attenuante morale della tradizione.
Si alzò, fissando negli occhi Strukov. — E lei ci può fornire il virus modificato geneticamente per l’innesco della catena con un’iniezione, senza che venga individuato?
— L’ho già detto — rispose Strukov, divertito, mentre i tre arabi si alzavano in piedi infuriati. — Il vettore contiene sedici proteine differenti, cinque mai esistite prima d’ora. Tutto verrà distrutto dal Depuratore Cellulare prima che qualsiasi autorità scientifica possa isolarlo e svilupparne una coltura.
Karim disse a Will: — Avevamo stipulato un accordo su chi dovesse parlare in questa riunione!
— L’iniezione non ci va bene — lanciò Jennifer a Strukov.
— Sua nipote ha rimodellato il corpo umano e lei vuole rimodellare la mente umana, vero? — rispose lui, sorridendo.