L'istruzione che Francis aveva ricevuto all'abbazia non aveva nessun valore pratico in un mondo buio, ignorante, che viveva giorno per giorno, in cui la cultura non esisteva e in cui un giovane letterato non era di alcun valore per una comunità, a meno che non sapesse anche coltivare la terra, combattere, cacciare o mostrare qualche speciale attitudine per il furto intertribale e per la rabdomanzia dell'acqua o del metallo lavorabile. Persino nei rari domini in cui esisteva una forma di ordine civile, la cultura di Francis non gli sarebbe stata di molto aiuto, se doveva vivere al di fuori della Chiesa. Era vero che qualche barone di poco conto aveva qualche volta alle sue dipendenze uno scriba o due, ma quei casi erano abbastanza rari da essere trascurabili; e quei posti erano occupati altrettanto spesso da monaci quanto da laici istruiti in un monastero.

L'unica richiesta di scribi e segretari era creata dalla stessa Chiesa, la cui tenue rete gerarchica si stendeva su tutto il continente, e qualche volta fino a lidi lontanissimi, sebbene i capi delle diocesi lontane fossero virtualmente autorità autonome, soggetti alla Santa Sede in teoria ma di rado in pratica, poiché erano separati da Nuova Roma non tanto da scismi quanto da oceani attraversati molto di rado. Questa organizzazione poteva essere tenuta insieme soltanto da una rete di comunicazioni. La Chiesa era divenuta, per caso e senza nessuna intenzione di diventarlo, l'unico mezzo per trasmettere le notizie da un luogo all'altro, attraverso tutto il continente. Se a nord-est scoppiava una pestilenza, il sud-ovest ne veniva presto informato, come effetto secondario delle storie dette e ridette dai messaggeri della Chiesa, che andavano e venivano da Nuova Roma.

Se l'infiltrazione dei nomadi nel lontano nord-ovest minacciava una diocesi cristiana, ben presto a sud e a est veniva letta dai pulpiti una enciclica che avvertiva della minaccia ed estendeva l'apostolica benedizione agli "uomini di ogni condizione sociale, che fossero abili nell'uso delle armi, che avessero i mezzi di compiere il viaggio, fossero piamente disposti a farlo, per giurare fedeltà al Nostro diletto figlio, N., legittima autorità di quel luogo, per il periodo di tempo che possa sembrare necessario per il mantenimento di guarnigioni in difesa dei Cristiani contro la minacciosa orda di infedeli, la cui spietata ferocia è nota a molti e che, con Nostro profondissimo dolore, torturarono, assassinarono e divorarono quei sacerdoti di Dio che Noi mandammo fra loro a portare la Parola divina, affinché entrassero come agnelli nel grembo dell'Agnello, del cui gregge Noi siamo il Pastore sulla Terra: perché, mentre Noi non abbiamo mai disperato né cessato di pregare che quei nomadi figli delle tenebre possano essere condotti alla Luce e introdotti in pace nel Nostro regno (perché non è da pensare che gli stranieri pacifici debbano essere respinti da una terra così vasta e deserta: no, essi sarebbero i benvenuti se venissero in pace, anche se fossero estranei alla Chiesa Visibile e al suo Divino Fondatore, purché obbedissero alla Legge Naturale che è scritta nel cuore di tutti gli uomini, legandoli in ispirito a Cristo, anche se essi ignorano il Suo Nome), è tuttavia opportuno e prudente che la Cristianità, pur pregando per la pace e per la conversione degli infedeli, si accinga alla difesa del nord-ovest, dove le orde selvagge si raccolgono e gli incidenti provocati dalla ferocia degli infedeli sono recentemente aumentati; e su ognuno di voi, dilettissimi figli, che può portare le armi e che si dirigerà a nord-ovest per arruolarsi tra coloro che si preparano giustamente a difendere le loro terre, le loro case e le loro chiese, Noi estendiamo e con la presente concediamo, come pegno del Nostro particolare affetto, l'Apostolica Benedizione."

Francis aveva pensato per un po' di andare a nord-ovest, se non fosse riuscito a trovare una vocazione per l'Ordine. Ma, sebbene fosse forte e abbastanza abile nel maneggiare il coltello e l'arco, era piuttosto basso e non molto robusto, mentre — secondo le voci — gli infedeli erano alti tre metri. Non poteva garantire che quelle voci fossero vere, ma non vedeva alcuna ragione per considerarle false.

Oltre a morire in battaglia, c'erano ben poche cose che poteva pensare di fare della sua vita — ben poche cose che sembrassero degne di essere fatte — se non poteva dedicarla all'Ordine.

La certezza nella sua vocazione non era stata spezzata, ma solo lievemente piegata, dalla bruciante lezione impartitagli dall'abate, e dal pensiero del gatto diventato ornitologo quando la Natura l'aveva chiamato soltanto ad essere un ornitofago. Quel pensiero lo rese abbastanza infelice da permettergli di lasciarsi sopraffare dalla tentazione, così che, la Domenica delle Palme, il Priore Cheroki udì da Francis (o dal suo residuo disseccato e bruciato dal sole, in cui l'anima di Francis era rimasta in qualche modo incapsulata) pochi brevi gracidii che costituivano ciò che era probabilmente la confessione più succinta che Francis avesse mai fatto o che Cheroki avesse mai udito:

— Beneditemi, Padre, ho mangiato una lucertola.

Il Priore Cheroki, che era stato per molti anni il confessore di penitenti che praticavano il digiuno, scoprì che l'ambiente gli aveva dato, come al becchino delle favole, una particolare e tranquilla disinvoltura, così che rispose con perfetta equanimità, senza batter ciglio: — Era giorno di astinenza, ed è stata artificialmente preparata?

La Settimana Santa sarebbe stata meno solitaria delle precedenti settimane di Quaresima, se gli eremiti non fossero stati ormai ridotti in tali condizioni da non provarne più alcun interesse; perché in parte la liturgia della Passione veniva portata fuori dalle mura dell'abbazia per toccare i penitenti nei loro eremitaggi: due volte fu portata l'Eucarestia, e il Giovedì Santo fu l'abate a fare personalmente il giro, accompagnato da Cheroki e da tredici monaci, per compiere il Mandato ad ogni eremitaggio. Le vesti dell'Abate Arkos erano nascoste sotto una tonaca da frate, e il leone riuscì quasi a sembrare un umile gattino mentre si inginocchiava e lavava e baciava i piedi dei sui sudditi digiunanti con la massima economia di movimenti e con la minima retorica, mentre gli altri cantavano le antifone.

— Mandatum novum do vobis: ut diligatis invicem.

Il Venerdì Santo la Processione della Croce portò un crocifisso velato, fermandosi a ogni eremitaggio per svelarlo gradualmente davanti al penitente, sollevando il drappo un centimetro dopo l'altro per l'Adorazione, mentre i monaci cantavano i Rimproveri:

— O mio popolo, che ti ho fatto? O in quale tempo ti ho afflitto? Rispondi… Io ti ho esaltato con il potere della virtù; e tu mi hai appeso al patibolo della croce…

E poi, il Sabato Santo.

I monaci riportarono i novizi all'abbazia uno alla volta… affamati e deliranti. Francis era di 15 chili più leggero e immensamente più debole di quanto lo fosse stato il Mercoledì delle Ceneri. Quando lo misero in piedi nella sua cella, barcollò, e prima di raggiungere la branda, cadde. I fratelli ve lo deposero, lo lavarono, lo rasarono, e unsero la sua pelle screpolata, mentre Francis balbettava in delirio, parlando di qualcosa avvolta in un telo di sacco e alla quale si indirizzava talvolta come a un angelo e talvolta come a un santo, invocando spesso il nome di Leibowitz e cercando di scusarsi.

I suoi confratelli, cui l'abate aveva proibito di parlare di quell'argomento, si limitarono a scambiarsi occhiate significative e cenni misteriosi.

Qualche rapporto filtrò fino all'abate.

— Conducetelo qui — brontolò a un archivista, non appena seppe che Francis era in grado di camminare. Il suo tono mise le ali ai piedi all'archivista.

— Neghi di aver detto queste cose? — grugnì Arkos.

— Non ricordo di averle dette, Monsignor Abate — disse il novizio, sogguardando il righello dell'abate. — Può darsi che delirassi…


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