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Ci meritammo un altro bacio da Wyoming. Ma mi sentii immediatamente sobrio e lucido quando il Professore si sedette e annunciò: — Il Comitato di Emergenza di Luna Libera è in riunione. Dobbiamo pianificare la nostra azione.
— Un momento, Prof — dissi. — Non ho detto che sono d’accordo. Che cos’è questa roba dell’azione?
— Ci prepariamo a rovesciare l’autorità dell’Ente — mi rispose calmo.
— E come? Prendendo il Governatore a sassate?
— Il come è ancora da decidere. Siamo alla fase preliminare.
Dissi: — Prof, tu mi conosci. Se scacciare l’Ente fosse una cosa che si può comprare, non mi preoccuperei per il prezzo da pagare.
— …le nostre vite, le nostre fortune e il nostro onore.
— Eh?
— Un prezzo che è già stato pagato.
— Ecco… sarei anche disposto a pagare tanto. Ma quando scommetto, voglio che ci sia qualche possibilità di vincere. Ho già detto a Wyoming, ieri sera, che non sono contrario a rischiare.
— Hai detto che ti bastava una probabilità su dieci, Mannie.
— Sì, Wyoming. Dimostrami che questa probabilità esiste e io sono con voi. Puoi dimostrarmelo?
— No, Manuel, non posso.
— E allora, perché continuiamo a chiacchierare? Io non vedo nessuna possibilità.
— Nemmeno io, Manuel. Ma il nostro atteggiamento è diverso. La rivoluzione è per me un’arte da praticare più che una meta che voglio raggiungere. E questo non è motivo di disperazione; una causa perduta può essere spiritualmente soddisfacente quanto una vittoria.
— Non per me. Mi dispiace.
— Mannie — disse Wyoh improvvisamente — chiedi a Mike.
La guardai esterrefatto. — Dici sul serio?
— Sul serio. Se c’è uno che può stabilire le possibilità di successo, questo è Mike. Non credi?
— Uhm, è possibile.
— Se posso chiedere — disse Prof — chi è questo Mike?
Mi strinsi nelle spalle. — Oh, non è nessuno.
— Mike è il migliore amico di Mannie, ed è molto bravo a calcolare qualsiasi eventualità.
— Un allibratore? Mia cara, se tiriamo dentro un quarto, cominciamo subito a violare il principio della cellula.
— Non vedo il perché — disse Wyoh. — Mike potrebbe essere un membro della cellula che fa capo a Mannie.
— Già… è vero. Ritiro l’obiezione. Ma è sicuro? Garantisci per lui? Oppure garantisci tu, Manuel?
— È disonesto, immaturo, gli piacciono gli scherzi pesanti e non ha nessun interesse nella politica — risposi.
— Mannie, riferirò a Mike queste tue parole. Professore, non è affatto vero, e noi abbiamo bisogno di Mike. Addirittura potrebbe essere il nostro capo, e noi la cellula sotto di lui. La cellula esecutiva.
— Wyoh, sei certa di stare bene?
— Sto benissimo, non sto farneticando come fai tu. Rifletti, Mannie. Usa la fantasia.
— Devo confessare — disse il Professore — che trovo contraddittori questi vostri discorsi.
— Mannie?
— Oh, all’inferno!
E così raccontammo a Prof di Mike: di come si era svegliato, del perché lo avevo battezzato così e di come era avvenuto l’incontro con Wyoh. Prof accettò l’idea di un calcolatore auto-cosciente molto più in fretta di quanto avessi io accettato l’idea della neve la prima volta che l’avevo vista. Prof si limitò ad annuire e disse: — Continua.
Dopo un poco, però, espresse la prima obiezione: — Questo è il calcolatore del Governatore? E allora, perché non invitiamo lo stesso Governatore alle nostre riunioni e risolviamo così ogni cosa?
Cercammo di rassicurarlo. — Mettiamola così — dissi infine: — Mike appartiene al Governatore nella stessa misura in cui gli appartieni tu. Chiamalo razionalista anarchico, se ti piace, perché è razionale e non sente alcuna lealtà nei confronti di nessun governo.
— Se questa macchina non è leale ai suoi padroni, perché pensi che possa essere leale con te?
— Una sensazione. Mi comporto con Mike nel modo più onesto possibile, e lui fa lo stesso con me. — Gli spiegai le precauzioni che Mike aveva preso per proteggermi. — Non sono certo che avrebbe la capacità materiale di tradirmi con qualcuno che non conoscesse quei segnali segreti, uno per la linea telefonica, l’altro per dissigillare la memoria dove ha registrato le nostre conversazioni. Le macchine non pensano come gli uomini. Ma sono certo al cento per cento che non mi tradirebbe volontariamente… e continuerebbe a proteggermi anche contro qualcuno che fosse in possesso dei segnali.
— Mannie — fece Wyoh — perché non lo chiami? Una volta che il Professor de la Paz gli avrà parlato capirà perché abbiamo fiducia in Mike. Professore, non ci sarà bisogno di rivelare segreti a Mike, fino al momento in cui non ti sentirai sicuro di lui.
— Non vedo nessun rischio in questo.
— Per la verità — ammisi io — gli ho già riferito alcuni segreti. — Dissi loro della registrazione del raduno della sera precedente e del fatto che era archiviata nella memoria di Mike.
Prof era disperato, Wyoh preoccupata. — Calmatevi! — esclamai. — Solo io conosco la combinazione per aprire quella memoria. Ma se voi due la smettete di frignare, lo chiamerò immediatamente per assicurarmi che nessuno abbia avuto accesso a quella registrazione e gli chiederò di cancellarla. E così sarà dimenticata per sempre. La memoria di un calcolatore è tutto o nulla, non ci sono vie di mezzo. Possiamo anche fare meglio: chiamare Mike e chiedergli di ritrasmettere nel mio registratore gli avvenimenti di ieri sera, svuotando il suo archivio.
— Non ce n’è bisogno — disse Wyoh. — Professore, ho fiducia in Mike, e anche tu ne avrai.
— Ripensandoci — disse Prof — la registrazione del raduno costituisce un rischio minimo. Fra tanta gente, doveva per forza esserci qualche spia, e una di loro può aver portato un registratore come hai fatto tu, Manuel. Ero sconvolto a ciò che mi era parso una tua indiscrezione… una debolezza che il membro di una cospirazione non può mai permettersi, specialmente uno al vertice dell’organizzazione, come te.
— Non ero un membro della cospirazione quando ho trasmesso a Mike quella registrazione. E non lo sono nemmeno ora, a meno che qualcuno non mi dimostri che esistono alcune possibilità di successo.
— Ritiro quanto ho detto: non sei stato indiscreto. Ma stai davvero insinuando che questa macchina può predire il risultato di una rivoluzione?
— Non lo so.
— Io credo che possa! — esclamò Wyoh.
— Calma, Wyoh. Prof, potrebbe predirlo se gli venissero forniti tutti i dati significativi.
— Era quello che volevo sapere, Manuel. Non dubito che questa macchina possa risolvere problemi che io non riesco nemmeno ad afferrare. Ma uno di questa dimensione? Dovrebbe conoscere… oh, santo cielo! …tutta la storia dell’umanità, tutti i dettagli dell’attuale situazione sociale, politica ed economica della Terra e della Luna, avere un’ampia conoscenza della psicologia, con tutte le sue ramificazioni, una conoscenza ancora più vasta di tecnologia, con gli sviluppi più aggiornati sugli armamenti e le comunicazioni, la strategia militare, le tecniche propagandistiche, conoscere i classici della rivoluzione come Clausewitz, Guevara, Morgentsen, eccetera.
— Tutto qui?
— Come tutto qui? Mio caro ragazzo!
— Prof, quanti libri di storia hai letto?
— Non lo so. Probabilmente più di mille.
— Mike può divorare mille libri questo pomeriggio e non può andare più in fretta solo a causa del sistema di lettura, ancora lento. Può immagazzinare dati molto più rapidamente. Subito… questione di minuti… metterebbe ogni fatto in relazione con tutto quanto sa, noterebbe le imperfezioni, assegnerebbe valori di probabilità agli avvenimenti incerti. Prof, Mike legge ogni parola di ogni giornale pubblicato sulla Terra. Legge tutte le pubblicazioni tecniche. Legge i romanzi, sapendo che sono prodotti di fantasia e non realtà, perché il resto non è sufficiente a tenerlo occupato, ed è sempre affamato di nuove conoscenze. Se credi che debba leggere qualche libro particolare per risolvere il nostro problema, dillo pure. Lo imparerà a memoria nello stesso istante in cui glielo avrò portato.