In particolare, Sidris curava la distribuzione di volantini. Facemmo in modo che la stampa sovversiva non comparisse mai nel suo negozio, in casa nostra, e nella stanza dell’Hotel Raffles. La distribuzione dei manifestini veniva affidata a quei bambini che erano ancora troppo piccoli per saper leggere.
Oltre alle attività rivoluzionarie, naturalmente, Sidris doveva acconciare i capelli delle clienti, da mattina a sera, e ben presto arrivò al punto di non farcela quasi più. Una sera che ero andato a prenderla al negozio per fare due passi distensivi con lei, intravidi lungo il corridoio principale un volto che mi era noto: una ragazzina pelle e ossa, tutta spigoli, con i capelli color carota. Poteva avere dodici anni. Comunque era alle soglie dell’età in cui una ragazzina fiorisce improvvisamente e diventa donna. La conoscevo, ma non potevo dire quando e dove l’avevo incontrata.
Dissi: — Attenzione, tesoro. Una donna ci spia. Capelli arancione, niente curve.
Sidris diede un’occhiata. — Caro, sapevo che eri eccentrico, ma chiamarla donna… via! Non vedi che è piatta come un ragazzo?
— Lascia perdere. Chi è?
— Lo sa il cielo. Vuoi che glielo chieda?
Improvvisamente mi fu tutto chiaro, come se avessi davanti agli occhi uno schermo televisivo. Avrei voluto avere Wyoh al mio fianco in quel momento, ma Wyoh e io non ci facevamo mai vedere in pubblico insieme. Questa piccola rossa era presente al raduno in cui era stato ucciso Shorty. Sedeva per terra, appoggiata al muro, all’altezza della nostra fila e ascoltava serissima, con gli occhi sbarrati, applaudendo con entusiasmo. L’avevo di nuovo notata durante la battaglia… Volava in aria arrotolata come una palla e aveva colpito una giubba gialla all’altezza delle ginocchia, travolgendolo. Era lo stesso al quale, un istante dopo, avevo rotto la mascella.
Wyoh e io eravamo ancora vivi perché quella ragazzina si era mossa in fretta nell’istante in cui era esplosa la crisi. — No, non parlarle — dissi a Sidris. — Ma voglio tenerla d’occhio. Maledizione… se ci fosse uno dei tuoi Irregolari, qui!
— Telefona subito a Wyoh, ne arriverà uno in cinque minuti — disse mia moglie.
Telefonai. Poi Sidris e io continuammo a passeggiare, camminando lentamente e fermandoci a guardare le vetrine. Dopo sette o otto minuti comparve un bambino, si fermò davanti a noi e ci salutò: — Ciao, zia Mabel! Ciao, zio Joe.
Sidris gli tese la mano. — Ciao, Tony. Come sta la mamma?
— Molto bene — e aggiunse in un sussurro: — Io sono Jock.
— Scusami — disse Sidris, e poi a me: — Non perderla d’occhio. — Sidris condusse Jock in un negozio.
Dopo pochi istanti Sidris uscì dal negozio seguita da Jock che succhiava una caramella. — Ciao, zia Mabel. Grazie! — Si allontanò, si fermò davanti alla ragazzina rossa e finse di guardare una vetrina succhiando solennemente la sua caramella. Sidris e io tornammo a casa.
Già ci aspettava il rapporto di Jock. — È andata all’orfanotrofio di Cradle Roll e non è più uscita. — ci comunicò Wyoh. — Dobbiamo seguitare a pedinarla?
— Ancora per qualche tempo — risposi, e chiesi se si ricordava di quella ragazzina. Se la ricordava, ma non aveva idea di chi fosse. — Potremmo chiedere a Finn.
— Possiamo fare di meglio — e chiamai Mike.
Sì. L’orfanotrofio Cradle Roll aveva un telefono e Mike si sarebbe messo in ascolto. Gli ci vollero venti minuti per raccogliere informazioni sufficienti. C’erano molte voci infantili ed era difficile distinguerne il sesso, a quell’età. Infine mi riferì: — Man, sento tre voci che potrebbero corrispondere all’età e alle caratteristiche fisiche che mi hai descritto. Però, due rispondono a nomi che ritengo siano maschili. La terza risponde al nome di Hazel, ripetuto spesso da una vecchia signora. Mi pare che questa sia la direttrice di Hazel.
— Mike, controlla le liste della vecchia organizzazione, sotto Hazel.
— Ci sono quattro Hazel — rispose immediatamente. — Ed ecco la nostra: Hazel Meade, Movimento giovanile, orfanotrofio Cradle Roll, nata il venticinque dicembre duemilasessantatré, peso trentanove chili, altezza…
— È lei! Grazie, Mike. Wyoh, interrompi il pedinamento. Bel lavoro!
— Mike — fece Wyoh — chiama Donna e fai passare parola. Quella ragazzina deve stare con noi.
Lasciai alle donne il compito di reclutare Hazel Meade e non la vidi più fino a quando, due settimane dopo, Sidris la portò a casa nostra. Ma ci furono varie discussioni su di lei, dato che il suo reclutamento coinvolgeva certi principi dell’organizzazione. Sidris aveva già la sua cellula completa ma voleva associare Hazel Meade. A parte questa irregolarità, Sidris aveva dubbi per via dell’età della bambina. La nostra politica era: solo adulti, dai sedici anni in su.
Portai l’argomento ad Adam Selene e alla cellula esecutiva. — Io la vedo così — dissi — la struttura a cellule di tre deve servire noi, non deve renderci schiavi. Non vedo niente di male nel fatto che la compagna Cecilia abbia un membro in più nella sua cellula. Non c’è pericolo, dal punto di vista della sicurezza.
— Sono d’accordo — disse Prof. — Ma suggerisco che non sia ammessa nella cellula di Cecilia. Non dovrebbe conoscere gli altri, a meno che gli incarichi che le affiderà Cecilia lo rendano indispensabile. E non ritengo opportuno un reclutamento regolare, alla sua età. Il vero problema è l’età.
— D’accordo — intervenne Wyoh. — Voglio proprio parlare dell’età di questa ragazza.
— Amici — disse Mike in tono diffidente (era la prima volta da molte settimane che faceva il diffidente, ormai si era trasformato in Adam Selene, dirigente sereno ed efficiente, e non aveva più niente della primitiva macchina solitaria) — forse avrei dovuto dirvelo, ma ho già concesso eccezioni simili alle regole sul reclutamento. Non mi era parso un argomento degno di discussione.
— Non lo è, Mike — lo rassicurò il Professore. — Un presidente deve usare il proprio buon senso. Quanti membri ha la nostra cellula più grande?
— Cinque. È una doppia cellula, tre più due.
— Nessun danno. Cara Wyoh, Sidris propone di fare di questa bambina una vera e propria compagna? Vuole farle sapere che siamo impegnati in una rivoluzione… con tutti i disordini, sangue e forse disastro finale che comporta?
— È esattamente quello che Sidris chiede.
— Mia cara signora, quando noi abbiamo deciso di mettere a repentaglio la nostra vita, sapevamo che cosa stavamo facendo. Per questo, è necessario capire emotivamente la morte. I bambini raramente si rendono conto che la morte potrebbe colpire loro, personalmente. L’età adulta può essere definita come l’età in cui una persona apprende che dovrà morire… e accetta seriamente la condanna.
— Prof — dissi — conosco molti bambini che sono adulti sotto questo aspetto. Scommetto sette contro due che alcuni di loro sono già membri del Partito.
— E io scommetto invece che una buona metà di essi non ha le qualità per fare parte del Partito… e forse lo scopriremo nel modo più doloroso.
— Prof — disse Wyoh — e anche voi, Mannie e Mike, Sidris è convinta che questa bambina abbia una sensibilità da adulta. E anch’io la penso così.
— Man? — disse Mike.
— Facciamo in modo che Prof incontri Hazel e se ne faccia un’idea. Io sono rimasto colpito dal suo modo di fare. Specialmente il suo distacco sereno nella lotta. Senza di lei, forse, non mi sarei battuto con la stessa convinzione.
Aggiornammo la seduta, e dell’argomento non sentii più parlare. Poco tempo dopo, Hazel venne a pranzo da noi, invitata da Sidris. Non mostrò alcun segno di avermi riconosciuto e nemmeno io ammisi di averla vista prima. Più tardi seppi che mi aveva riconosciuto e non solo per via del braccio sinistro, ma perché ero stato abbracciato e baciato da una bella ragazza bionda di Hong Kong. Inoltre, Hazel aveva riconosciuto anche Wyoh, nonostante il travestimento, da un elemento che il trucco non riusciva a cambiare: la voce.