— Esseri di grazia divina… transumani nelle loro facoltà… benevoli, che tutto vedono, e tutto sanno… afflitti per la nostra travagliata civiltà…
Adesso lo schermo mostrava l’interno di un disco volante. Congegni di ogni genere dappertutto, calcolatori, strumenti ticchettanti e misuratori. C’erano anche le creature dei dischi volanti: superbi esemplari di vita transumana, muscolosi, bellissimi, con espressioni di ineffabile saggezza. Adesso la nave stava atterrando sulla Terra, leggera come una piuma. La scena si fece violenta: contadini che sparavano ai visitatori, uomini in divisa che li attaccavano con determinazione, donne isteriche che si nascondevano dietro gli alberi. Ed i visitatori galattici che se ne restavano calmi e tranquilli, respingendo le pallottole e le bombe, sorridendo tristemente, facendo cenni agli spaventati terrestri perché riprendessero animo.
— In quest’epoca di crisi e di dubbio, Frederic Storm si è fatto avanti offrendosi come intermediario fra il genere umano e il genere transumano…
Si vide il grand’uomo avanzare senza paura verso il disco volante atterrato, sorridendo, e sollevando le mani in segno di saluto. Poi lo si vide tracciare segni geometrici sul terreno, e porgere il benvenuto con voce vigorosa. Quindi apparve Storm a bordo del disco volante. I galattici sembravano alti quasi due metri e mezzo, e gli stringevano solennemente le mani.
— Frederic Storm trasmise il messaggio di pace ad un genere umano ostile e paralizzato dalla paura. All’inizio andò incontro soltanto alla derisione ed all’ironia che altri grandi condottieri dell’umanità avevano conosciuto…
La folla che spaccava il parabrezza della macchina di Storm e le dava fuoco. La polizia che interveniva appena in tempo a salvare il profeta. Pugni agitati minacciosamente. Volti distorti dall’odio.
— … ma vi furono coloro i quali riconobbero la verità della missione di quest’uomo perseguitato…
L’immagine di donne che facevano la fila in un supermercato per acquistare copie di uno dei libri di Storm. Discepoli. Storm che sorrideva, rivolto ad una gran folla nel «Coliseum» di Los Angeles. Il senso di un ritmo in crescendo, di un movimento religioso appena nato ma già sulla strada.
Kathryn si agitò sulla sedia.
Con una sorta di stralunata sagacia, il documentario cominciò a passare da un’immagine all’altra: Storm nuovamente tra gli esseri del disco volante, Storm che guidava i suoi seguaci alla preghiera ed alla meditazione, Storm che parlava direttamente dallo schermo, sollecitando tutta l’umanità a mettere da parte la sfiducia ed il sospetto, ed a dare il benvenuto al pacifico popolo spaziale con tutto il suo cuore. Immagini di altre persone che avevano avvistato i dischi volanti si formarono sullo schermo: donne eccitate che affermavano di aver visto i galattici, «Sì, li ho visti davvero», ed uomini magri, tremanti che annunciavano di aver viaggiato sulle navi degli extraterrestri, «effettivamente e letteralmente». Ed una sequenza finale di immagini che rivelavano una vera funzione della Società per la Fratellanza dei Mondi. Non era altro che una sessione di risveglio religioso, piena di benedizioni e di dichiarazioni urlate a gran voce, di braccia sollevate e di fronti sudate e di occhi sgranati, di estatiche confessioni di contatti con i galattici. Il documentario si concluse con una rapsodia eseguita da un organo che fece vibrare l’intero palazzo. Quando le luci si riaccesero, le altre quattro donne che componevano il pubblico rimasero sedute immobili, stordite, come se avessero vissuto un’esperienza sconvolgente.
Kathryn lasciò rapidamente la sala, ed uscì dall’anticamera al pianterreno prima che qualcuno potesse vederla. Era stato uno spreco di tempo venire fin lì, se ne rese conto solo allora. Tutto ciò che aveva sentito dire a proposito del Culto del Contatto era vero: non era altro che un sistema per far denaro, un tentativo per approfittarsi dei gonzi e degli illusi. Kathryn provò l’impulso di precipitarsi in quell’elegante ufficio e di gridare: — Frederic Storm non ha mai visto un galattico in vita sua! Se ne vuole vedere uno, venga con me a casa mia! — I galattici erano forse alti due metri e mezzo e con l’aria straordinariamente benevola? No; almeno uno di loro non lo era. Kathryn non vedeva alcun legame tra l’ospite che aveva in casa e gli scintillanti esseri di quel documentario. Frederic Storm era un impostore, ed i suoi seguaci erano dei maniaci, proprio come avevano sempre sostenuto la maggior parte delle persone intelligenti. A Kathryn sembrò amaramente divertente che Vorneen fosse andato a cadere proprio nel giardino di una persona scettica. E se fosse andato a finire vicino alla casa di un vero credente?
Rise di quell’idea. Di sicuro Storm sarebbe rimasto di sasso, se uno dei suoi proseliti si fosse presentato alla funzione serale con un autentico galattico a rimorchio! Sarebbe stato come portare Gesù alla Messa Alta… un bell’imbarazzo per le autorità.
Peccato, comunque, che avesse fatto un viaggio inutile. Cedendo ad un impulso che — come si rendeva conto solo ora — era stato dettato da una disperata ingenuità, si era recata ad Albuquerque aspettandosi di trovare conforto e consigli sinceri presso il Culto del Contatto… qualcuno che sapesse guidarla e dare un senso alla presenza in casa sua di quell’essere misterioso. Invece le avevano propinato una specie di carosello pubblicitario tambureggiante e le avevano munto un paio di dollari. Ma adesso aveva chiuso con la Società per la Fratellanza dei Mondi, pensò, mentre correva verso casa sulla superstrada che cominciava a riempirsi del traffico dell’ora di punta. Il Culto del Contatto non aveva niente da offrire. Con Vorneen, avrebbe dovuto vedersela da sola.
Dopo essere passata a riprendere Jill dalla vicina, Kathryn entrò in casa già pensando a che cosa avrebbe preparato per cena. Si recò nella stanza di Vorneen. Era sveglio.
— Ha fatto buon viaggio? — le domandò.
— Non proprio. Non ho combinato nulla.
— Che cos’ha in mano?
Si rese conto che aveva ancora con sé gli opuscoli ed i libretti che le avevano dato alla sede dei contattisti. Le sue guance avvamparono. — Niente di particolare. Rivistucole.
— Magari potrei leggerne qualcuna.
Kathryn cercò una via d’uscita, non la trovò, e disse: — Va bene. Per quello che valgono. — Gettò il materiale sul letto. Vorneen aprì le pubblicazioni a ventaglio.
— Di che si tratta? — domandò.
In tono uniforme, Kathryn rispose: — Letteratura sui dischi volanti. Me li hanno dati al Culto del Contatto di Albuquerque. Sa che cos’è il Culto del Contatto?
— La nuova religione. Basata su ipotetici incontri fra terrestri ed esseri alieni provenienti dallo spazio.
— Esatto — commentò Kathryn.
— Perché mai dovrebbe interessarsi di queste cose? — le chiese lui in un tono inequivocabilmente ironico.
I loro occhi si incontrarono. — Io mi interesso di molte cose. Ma con loro ho perso il mio tempo. Raccontano un mucchio di sciocchezze. La loro religione è tutta un’invenzione. Non saprebbero riconoscere un vero essere galattico nemmeno se se lo trovassero davanti al naso e li salutasse.
— Ne è sicura?
— Sì — rispose lei, decisa. — Sì!