La prima volta che lui stesso era andato nel passato aveva effettuato alcune rapide transizioni avanti e indietro per permettere ai tecnici di calibrare i dati. Loro lo avevano trasferito nel centro del cortile della facoltà nel cuore della notte e lui avrebbe dovuto restare dove si trovava mentre loro effettuavano i calcoli inerenti ai dati e lo recuperavano. La consapevolezza di trovarsi nella Oxford del 1956 e la certezza che i calcoli avrebbero richiesto almeno dieci minuti, lo avevano però indotto a fare una corsa di quattro isolati lungo la Broad Street per andare a vedere la vecchia Biblioteca Bodleiana… e per poco non aveva provocato un infarto al tecnico quando aveva aperto la rete e non lo aveva trovato al suo interno.
Kivrin non sarebbe rimasta a lungo immobile con gli occhi chiusi, non con il mondo del medioevo che si allargava tutt'intorno a lei. All'improvviso Dunworthy ebbe l'impressione di vederla, in piedi e avvolta nel suo ridicolo mantello bianco mentre scrutava la strada fra Oxford e Bath alla ricerca di innocenti viandanti, pronta a gettarsi di nuovo a terra se avesse avvistato qualcuno e impegnata al tempo stesso ad assimilare ogni cosa, con le mani giunte in una preghiera di impazienza e di gioia, e si sentì rassicurato.
Non le sarebbe successo nulla. Fra due settimane sarebbe rientrata nella rete con il suo mantello bianco incredibilmente sporco, piena di storie di spaventose avventure e di fughe per il rotto della cuffia… racconti tali da raggelare il sangue, senza dubbio, cose che gli avrebbero procurato gli incubi per settimane dopo che lei gliele avesse narrate.
— Sai che se la caverà benissimo, vero? — chiese Mary, fissandolo con espressione accigliata.
— Lo so — replicò lui, poi si alzò e andò a prendere un'altra birra per entrambi, questa volta piccola, e quando si fu rimesso a sedere domandò: — Quando hai detto che dovrebbe arrivare il tuo pronipote?
— Alle tre. Colin si fermerà qui per una settimana e non ho la minima idea di cosa farne di lui… tranne preoccuparmi, naturalmente. Suppongo che lo potrei portare a visitare l'Ashmolean. Ai ragazzi piacciono i musei, vero? La tunica di Pocahontas e le altre cose del genere.
— Io suggerirei piuttosto il Museo di Storia Naturale — consigliò Dunworthy, che ricordava la tunica di Pocahontas come un pezzo per nulla interessante di rigido tessuto grigiastro molto simile alla sciarpa destinata a Colin.
In quel momento si udì un tintinnare di campanellini accompagnato a qualche nota di «Ding Dong, Merrily on High» e Dunworthy scoccò un'occhiata ansiosa in direzione della porta: il suo segretario era fermo sulla soglia e stava scrutando con difficoltà l'interno in penombra del pub.
— Forse dovrei mandare Colin alla Torre di Carfax perché vandalizzi quel carillon — rifletté Mary.
— È Finch — disse Dunworthy, sollevando una mano perché lui potesse vederli, ma Finch si era già avviato verso il loro tavolo.
— L'ho cercata dappertutto, signore — dichiarò. — Qualcosa è andato storto.
— Con i dati?
— I dati? — ripeté il segretario, in tono perplesso. — No, signore, si tratta degli Americani… sono arrivati in anticipo.
— Quali Americani?
— I suonatori di campane del Colorado: la Corporazione Femminile di Suonatori di Campane a Mano e con Variazioni degli Stati Occidentali.
— Non mi dire che hai importato altre campane natalizie — gemette Mary.
— Pensavo che dovessero arrivare il ventidue — osservò Dunworthy, rivolto a Finch.
— Oggi è il ventidue — precisò questi. — Gli Americani dovevano arrivare nel pomeriggio ma il loro concerto ad Exeter è stato annullato e così sono arrivati in anticipo. Ho chiamato la Sezione Medievale e il Signor Gilchrist mi ha detto che pensava che fosse uscito per festeggiare — aggiunse, lanciando un'occhiata al boccale vuoto di Dunworthy.
— Non sto festeggiando — ribatté questi. — Sto aspettando la lettura dei dati relativa ad uno dei miei studenti e ci vorrà almeno un'altra ora — concluse, guardando l'orologio.
— Ma aveva promesso di portarli a fare un giro turistico delle campane locali, signore.
— Non c'è motivo che tu resti qui — sottolineò Mary. — Ti posso contattare a Balliol non appena arriveranno i dati.
— Verrò dopo che i dati saranno stati verificati — insistette Dunworthy, scoccando a Mary un'occhiata rovente. — Accompagni gli Americani in giro per il college ed offra loro il pranzo. Questo dovrebbe richiedere un'ora.
— Si tratterranno qui soltanto fino alle quattro — lo informò Finch, con aria estremamente infelice. — Stanotte hanno un concerto per campane a mano ad Ely e sono estremamente impazienti di vedere le campane della Chiesa del Cristo.
— Allora li porti alla Chiesa del Cristo, mostri loro Great Tom e li accompagni nella Torre di San Martino oppure a fare il giro del New College. Io arriverò non appena mi sarà possibile.
Finch diede l'impressione di essere sul punto di chiedere qualcos'alto ma poi cambiò idea.
— Dirò loro che lei li raggiungerà entro un'ora, signore — affermò, e si avviò verso la porta, ma a metà strada si fermò e tornò indietro. — Quasi dimenticavo, signore. Ha chiamato il vicario per chiedere se lei è disposto a leggere le Scritture al servizio delle chiese riunite, la Vigilia di Natale. Quest'anno si terrà alla chiesa di St. Mary.
— Gli risponda di sì — assentì Dunworthy, grato che il segretario si fosse arreso per quanto riguardava i suonatori di campane, — e gli dica che questo pomeriggio dovremo poter accedere al suo campanile in modo che io possa mostrare le campane agli Americani.
— Sì, signore — assentì Finch. — E che ne pensa di Iffley? Ritiene che li dovrei portare anche là? È una bella costruzione dell'undicesimo secolo.
— Ma certo — approvò Dunworthy. — Li porti a Iffley. Io vi raggiungerò non appena potrò.
Finch aprì la bocca e tornò a richiuderla senza ribattere.
— Sì, signore — disse soltanto, e uscì dal locale con l'accompagnamento di «L'Agrifoglio e l'Edera».
— Non ti pare di essere stato un po' troppo duro con lui? — domandò allora Mary. — Dopo tutto, gli Americani possono essere terrificanti.
— Fra cinque minuti tornerà ancora qui per chiedermi se li deve portare prima alla Chiesa del Cristo — replicò Dunworthy. — Quel ragazzo non ha assolutamente iniziativa.
— Pensavo che ammirassi questa dote nei giovani — commentò Mary, in tono asciutto. — Di certo lui non andrà mai alla ventura nel medioevo.
La porta si aprì e le note de «L'Agrifoglio e l'Edera» ripresero ad echeggiare.
— Questo è Finch che viene a chiedermi cosa deve dare loro per pranzo.
— Carne bollita e verdure stracotte — suggerì Mary. — Gli Americani adorano raccontare storie relative alla nostra orribile cucina. Oh, misericordia!
Guardando in direzione della porta Dunworthy vide Gilchrist e Latimer fermi sulla soglia, incorniciati da un alone di luce grigiastra proveniente dall'esterno. Latimer stava lottando per richiudere un grosso ombrello.
— Suppongo che dovremo essere cortesi e invitarli a unirsi a noi — osservò Mary.
— Tu sii pure cortese, se vuoi — ribatté Dunworthy, allungando la mano verso il cappotto. — Io non ho intenzione di restare qui a sentire quei due che si congratulano a vicenda per aver mandato in mezzo ai pericoli una ragazza priva di esperienza.
— Stai di nuovo parlando come tu sai chi — gli fece notare Mary. — Quei due non sarebbero qui se qualcosa fosse andato storto. Forse Badri ha già ottenuto la verifica dei dati.
— È troppo presto per questo — replicò Dunworthy, ma si rimise a sedere. — È più probabile che lui li abbia buttati fuori per poter lavorare in pace.
A quanto pareva, Gilchrist lo aveva notato quando si era alzato in piedi e si era girato a mezzo come per uscire di nuovo, ma Latimer era già quasi arrivato al tavolo e alla fine Gilchrist si rassegnò a seguirlo, ora senza più sorridere.