Come se non lo sapessi. Renee, l’amica di Wendy, era capace di trasformare una visita di controllo dal dentista nel copione di un film dell’orrore.

«Quella foto era la migliore, ma non l’unica. Gli sbirri hanno controllato tutte le immagini della giornata, trovando Linda Gray e il suo amichetto sullo sfondo di almeno altre quattro. Fra queste, ce n’era una molto significativa dove sono in coda per le Tazze Ballerine e lo sconosciuto le tiene una mano sulle chiappe. Un gesto parecchio disinvolto per un tipo che né i genitori né gli amici di Linda avevano mai visto prima.»

«Peccato che a Joyland siano sprovvisti di telecamere a circuito chiuso. Questa estate la mia ragazza lavorerà a Boston, ai grandi magazzini Filene’s, e mi ha detto che lì ce n’è qualcuna e ne stanno aggiungendo di nuove. Per incastrare i taccheggiatori.»

«Prima o poi le piazzeranno dappertutto, come in quel romanzo di fantascienza con la psicopolizia, e non ci sarà da starne allegri. Però non le useranno mai per attrazioni tipo il Castello del Brivido. Neanche i modelli a raggi infrarossi, che servono per vedere al buio.»

«Perché no?»

«A Joyland non c’è un tunnel dell’amore, ma il Castello è senza dubbio il tunnel del palpeggio. Una volta mio marito mi ha raccontato che se la squadra di pulizie del turno di notte non trovava almeno tre paia di mutandine lungo la monorotaia era stata giornata fiacca.

«E in ogni caso la polizia disponeva della stupenda fotografia davanti al tirassegno. Praticamente un ritratto, pubblicato sui quotidiani e trasmesso in televisione per un’intera settimana. Fianco a fianco, vicini vicini, lui che le insegna a reggere il fucile, come fanno sempre i ragazzi. Tutti hanno visto quell’immagine, dalla Carolina del Nord a quella del Sud. Lei sorride, ma lui è così serio da mettere paura.»

«Con i guanti e il coltello in tasca per tutto il tempo», replicai, quasi affascinato dall’idea.

«Il rasoio.»

«Come?»

«Ha usato un rasoio a mano libera o simili, almeno secondo il medico legale. Comunque, c’è questa marea di foto, ma sai che capita? In nessuna lo si vede chiaramente in volto.»

«Colpa degli occhiali scuri.»

«Non solo. Aveva il mento nascosto da un pizzetto e un berretto da baseball con la visiera lunga, che teneva in ombra il resto della faccia. Avrebbe potuto essere chiunque, te compreso, solo che sei castano invece di biondo e non hai la testa di un uccello tatuata sul dorso della mano. Era un’aquila o un falco, chissà. Spiccava chiara come il sole nello scatto del tirassegno. Hanno pubblicato sui giornali un ingrandimento del tatuaggio per cinque giorni di fila, nella speranza che qualcuno lo riconoscesse, ma inutilmente.»

«Qualche indizio al motel dove avevano pernottato?»

«Niente di niente. Per la registrazione lui ha utilizzato una patente della Carolina del Sud, rubata un anno prima. Nessuno ha visto la ragazza. Probabilmente è rimasta ad aspettare in auto. Per una settimana le autorità non sono riuscite a identificarla, ma poi hanno diffuso un identikit, cercando di fare in modo che sembrasse addormentata, non morta e sgozzata. Qualcuno, se non ricordo male un’amica con la quale aveva preso il diploma da infermiera, l’ha visto, l’ha riconosciuta e ha informato i suoi genitori. Non posso neppure immaginare come si devono essere sentiti, arrivando qui in macchina e sperando fino all’ultimo di trovare all’obitorio una perfetta sconosciuta e non la luce dei loro occhi.» Emmalina scosse lentamente il capo. «I figli sono un azzardo. Ci hai mai riflettuto sopra, Dev?»

«Forse.»

«No, non l’hai fatto. Se sollevassero il lenzuolo di una barella e sotto ci fosse la mia bambina, di certo impazzirei.»

«Crede davvero che il tunnel dell’orrore sia infestato dal fantasma di Linda Gray?»

«Non saprei. Sull’aldilà non mi sono ancora fatta un’idea precisa. Penso che scoprirò tutto quando ci arriverò, e questo mi basta. Però molti di quelli che lavorano a Joyland giurano di averla vista in piedi vicino alla rotaia, con addosso i vestiti che portava quando l’hanno ritrovata: una gonna e una camicetta senza maniche, entrambe azzurre. Osservando solo le foto distribuite dalla polizia, nessuno si sarebbe accorto dei colori, perché la pellicola delle macchine a soffietto delle Sirene è in bianco e nero. Più economica e semplice da sviluppare, probabilmente.»

«Magari negli articoli di giornale è stata menzionata la tinta degli abiti.»

La donna alzò le spalle. «Può essere. Non me lo ricordo. Però quasi tutti quelli che hanno visto il fantasma hanno aggiunto che portava un cerchietto azzurro per capelli, un particolare che non era contenuto in nessunpezzo di nessunquotidiano. L’hanno tenuto nascosto per almeno un anno, sperando di poterlo usare per incastrare un eventuale indiziato.»

«Secondo Lane, Linda Gray non appare mai ai bifolchi.»

«No, si presenta solo dopo la chiusura. Di solito la notano gli Allegri Aiutanti del turno di notte, ma se l’è trovata di fronte anche un responsabile della sicurezza venuto da Raleigh con cui ho bevuto qualcosa al bar di qui. Mi ha assicurato che la ragazza era lì, in piedi, durante il suo giro di ispezione. Ha pensato che fosse un nuovo manichino, finché non ha sollevato le braccia verso di lui, più o meno così.»

La signora Shoplaw sporse in avanti le mani, i palmi all’insù come in un gesto di supplica.

«Ha aggiunto che la temperatura sembrava essersi abbassata di almeno cinque gradi. Una sacca di aria fredda, l’ha definita. Quando si è girato per guardarla meglio, lei era già scomparsa.»

Mi tornò in mente Lane, con i suoi jeans attillati, gli stivali spelacchiati e la bombetta sulle ventitré da bullo di strada. La verità o un mucchio di stronzate?mi aveva chiesto. Sogno o son desto?Probabilmente quella dello spettro era una bufala, anche se speravo il contrario e di riuscire a vederlo. Sarebbe stata una bellissima storia da raccontare a Wendy, e in quei giorni non facevo che pensare a lei. Se mi compro questa camicia, a Wendy piacerà? Se scrivo un racconto su una ragazza che viene baciata per la prima volta mentre cavalca, potrebbe apprezzarlo? Se mi appare il fantasma di una giovane uccisa da uno sconosciuto, ne sarà affascinata? Magari a tal punto da venire a trovarmi per vederlo con i propri occhi?

«Sei mesi dopo il ritrovamento del cadavere, il News and Courierdi Charleston ha pubblicato un articolo di approfondimento», continuò Emmalina. «Secondo il pezzo, dal 1961 a oggi ci sono stati quattro omicidi simili in Georgia e in Carolina. Tutte ragazze. Una accoltellata, le altre tre sgozzate. Il cronista ha fatto ammettere a un poliziotto che potevano essere state ammazzate dallo stesso assassino di Linda Gray.»

«Attenti al Killer del Castello del Brivido!» esclamai con un tono baritonale da annunciatore televisivo.

«Proprio come l’ha battezzato la stampa. Accidenti, avevi una gran fame. Poco mancava che ti mangiassi anche la scodella. Forza, staccami quell’assegno e corri alla stazione, se non vuoi passare la notte sul mio divano.»

Che, tra parentesi, aveva l’aria piuttosto comoda, ma non vedevo l’ora di tornarmene su al Nord. Le vacanze erano agli sgoccioli, l’università sarebbe ricominciata e io avrei riabbracciato Wendy.

Tirai fuori di tasca il blocchetto, vi feci uno scarabocchio e così affittai una stanza con una splendida vista sull’oceano che Wendy Keegan, la mia fidanzatina, non ebbe mai occasione di assaporare. Ci passai molte notti insonni, con Jimi Hendrix e i Doors diffusi a basso volume dallo stereo, meditando sull’ipotesi del suicidio. Erano ragionamenti stupidi e immaturi, le fantasie di un ragazzo con troppa immaginazione e il cuore spezzato… o almeno me la racconto così dopo un bel po’ di anni, ma chi può dirlo?

Quando c’è in ballo il passato, tuttidiventiamo romanzieri.

Chiamai Wendy dalla stazione dei pullman, ma la sua matrigna Nadine mi comunicò che era uscita con Renee. Riprovai non appena arrivato a Wilmington, ma non era ancora rientrata. Chiesi a Nadine se aveva idea di dove fossero andate. Lei mi rispose di no. Mi trattò come se fossi l’interlocutore telefonico più noioso della giornata.


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