— È… un punto di vista molto interessante, Roic. Ti ringrazio. — Miles bevve un’altra sorsata di caffè. — Solian… — disse pensosamente. — Non so niente su quel tipo. Aveva dei nemici? Dannazione, o almeno un amico? Un’amante? Se è stato davvero ucciso, è stato per ragioni personali o professionali? Farebbe una differenza enorme.
Miles aveva dato un’occhiata alla scheda di Solian mentre era in viaggio, e l’aveva trovato normale. Se mai l’uomo fosse già stato nello Spazio Quad, questo non era accaduto dopo essere entrato al servizio dell’Impero, sei anni prima. Aveva compiuto altri due viaggi di scorta militare, con due differenti consorzi di navi, e le sue esperienze, a quanto pareva, non avevano mai incluso nulla di più eccitante di un marinaio ubriaco o di un passeggero a cui era dato di volta il cervello.
Generalmente più della metà del personale militare che componeva una scorta viaggiava con compagni nuovi. Se Solian, a bordo dell’Idris, si fosse fatto degli amici, o dei nemici, nelle settimane successive alla partenza da Komarr, sicuramente sarebbe venuto fuori. Se la sua scomparsa fosse avvenuta subito dopo l’arrivo nello Spazio Quad, Miles avrebbe potuto pensare a questioni professionali, ma essere rimasti fermi dieci giorni in quel porto poteva aver offerto ampie opportunità a un ufficiale della Sicurezza ficcanaso di mettersi nei guai a terra.
Vuotò la tazza e chiamò il Capo Venn dalla consolle. Anche il comandante della Sicurezza quad, a quanto pareva, era arrivato al lavoro di buon mattino. Il suo ufficio era situato nella zona in caduta libera, ovviamente, quindi comparve fluttuante di lato rispetto a Miles, con un bulbo di caffè stretto nella mano superiore destra. Mormorò un educato — Buongiorno, Lord Ispettore Vorkosigan — ma non estese la sua cortesia fino a raddrizzarsi rispetto a Miles, che dovette esercitare un controllo cosciente su se stesso per evitare di piegarsi sulla sedia. — Che cosa posso fare per lei?
— Molte cose, ma, prima di tutto, una domanda. Quando è avvenuto l’ultimo omicidio sulla Stazione Graf?
Le sopracciglia di Venn guizzarono. — Ce n’è stato uno sette anni fa.
— Ah, e prima di allora?
— Tre anni prima, mi pare.
— Lei era responsabile delle indagini in quei due casi?
— No, successero prima che arrivassi io… sono diventato capo della Sicurezza solo cinque anni fa. Ma non mi sembra che ci fosse molto da indagare. Entrambe le volte i sospetti erano dei terricoli in transito: uno aveva ucciso un altro terricolo, il secondo aveva assassinato un quad per una stupida disputa di denaro. La colpevolezza venne confermata dai testimoni oculari e dall’interrogatorio sotto penta-rapido. Si tratta quasi sempre di terricoli in questi casi, ho notato.
— Quindi lei non ha mai investigato su un omicidio misterioso?
Venn si raddrizzò, apparentemente per rivolgere meglio a Miles un’occhiataccia. — Io e il mio personale siamo perfettamente addestrati in tutte le tecniche necessarie, glielo garantisco.
— Temo che su questo punto dovrò riservarmi di giudicare, Capo Venn. Ho delle novità piuttosto curiose. Ho incaricato l’ufficiale medico della flotta barrayarana di riesaminare il campione di sangue di Solian. Sembra che sia stato prodotto artificialmente, si presume usando un campione del vero sangue di Solian. Forse dovrebbe chiedere ai suoi esperti legali, chiunque siano, di eseguire un nuovo esame su quello che avete prelevato nella stiva di carico, in modo da poterlo confermare.
Il cipiglio di Venn si accentuò — Allora… era un disertore… non è stato vittima di un omicidio! Ecco perché non riuscivano a trovare il corpo!
— Lei corre troppo… e affretta le conclusioni. Glielo concedo, lo scenario è molto confuso. La mia richiesta, dunque, sarebbe che lei localizzasse la presenza di tutti i laboratori della Stazione Graf equipaggiati per una tale sintesi ematica, e controllare se esistono registrazioni di una simile operazione, e per chi è stata eseguita. O se non fosse possibile eseguirla di nascosto. Penso che sia naturale partire dal presupposto che chiunque abbia effettuato la sintesi, Solian o uno sconosciuto, avesse interesse a nascondere le proprie tracce. Il mio ufficiale medico riferisce che il sangue è stato sintetizzato verosimilmente un giorno prima di essere versato, ma l’inchiesta dovrebbe partire dal momento in cui l’Idris ha attraccato, tanto per stare sul sicuro.
— Io… capisco la sua logica, certamente. — Venn si portò il bulbo di caffè alle labbra e lo schiacciò, poi lo trasferì con una mossa distratta alla sua mano inferiore sinistra. — Sì, certamente — ripeté. — Me ne occuperò personalmente.
Aveva dato a Venn la scossa giusta: sufficiente a metterlo in moto senza farlo arroccare sulla difensiva. Miles si sentì soddisfatto di sé. — Grazie.
Venn aggiunse: — Credo che la Sigillatrice Greenlaw desideri parlarle questa mattina, Lord Vorkosigan.
— Benissimo. Può trasferire a lei la mia chiamata?
Greenlaw doveva essere una persona mattiniera, evidentemente, o forse aveva già finito di bere il suo caffè. Apparve sulla piastra video, vestita in un diverso ma altrettanto elaborato costume, severa e del tutto sveglia. Forse più per abitudine alla diplomazia che per altro, ebbe l’accortezza di raddrizzarsi per orientarsi come Miles.
— Buongiorno, Lord Ispettore Vorkosigan. In risposta alle loro numerose petizioni, ho provveduto a fissarle un appuntamento con i passeggeri della flotta komarrana per le ore dieci. Potrà incontrarli e rispondere alle loro domande presso il più grande dei due alberghi dove sono alloggiati. Il portomastro Thorne la scorterà sul posto.
Miles reagì con uno scatto della testa a quel disinvolto disporre del suo tempo e della sua attenzione. Per tacere della mossa scoperta per metterlo sotto pressione. D’altra parte questo gli procurava una stanza piena di soggetti sospetti, esattamente quelli che voleva studiare. Divise la sua reazione fra l’irritazione e l’impazienza e disse con calma: — È stato carino da parte sua informarmi. Che cosa s’immagina che possa dir loro, esattamente?
— Questo lo lascio a lei. Questa gente è arrivata con voi barrayarani; sono una vostra responsabilità.
— Signora, se fosse così, sarebbero tutti già partiti da tempo. Non ci può essere responsabilità senza potere. Sono le autorità dell’Unione che li hanno messi agli arresti, e sono quindi le autorità dell’Unione che li devono liberare.
— Non appena avrete pagato le multe, i costi, le ammende che i vostri hanno accumulato, saremo felicissimi di farlo.
Miles fece un sorriso tirato, e intrecciò le mani sulla superficie del tavolo. Se solo l’unica carta che aveva da giocare quella mattina fosse stata meno ambigua. Comunque, comunicò alla donna che il sangue di Solian era stato prodotto artificialmente, condendo abbondantemente il suo racconto con lamentele perché la Sicurezza quad non aveva scoperto prima quello strano particolare. Greenlaw immediatamente rimandò la palla nel suo campo, come aveva fatto Venn, interpretando la novità come prova di diserzione piuttosto che di omicidio.
— D’accordo — disse Miles. — Allora, che la Sicurezza quad lo faccia saltare fuori. Un terricolo straniero che se ne va a zonzo per lo Spazio Quad non può essere tanto difficile da localizzare per una polizia competente. Sempre che stia tentando di farlo.
— Lo Spazio Quad — rispose Greenlaw alzando un po’ il mento — non è uno Stato totalitario. Come forse il vostro tenente Solian ha avuto modo di osservare. Qui salvaguardiamo la libertà di movimento e la riservatezza delle persone, e forse proprio questo lo ha convinto a separarsi dai suoi commilitoni.
— Allora come mai non ha chiesto asilo politico, come il guardiamarina Corbeau? No, temo che non si tratti di un disperso, ma di un cadavere occultato. I morti non possono reclamare giustizia; è dovere dei vivi farlo per loro. E questa è una mia responsabilità, signora, per la mia gente.