Wyoh mi guardò, io mi accorsi che aveva i nervi a fior di pelle, pronti a saltare. Cambiai argomento. — Prof, perché liberarsi dei cadaveri? A parte il fatto che è un’operazione macabra, è stato un grosso rischio. Non so quante guardie del corpo abbia il Governatore, ma ne sarebbero potute intervenire altre, mentre eravate impegnati.
— Credimi, amico, lo temevamo anche noi. E benché io fossi praticamente inutile per quel lavoro macabro, è stata una mia idea a cui ho fatto aderire gli altri. Oh, non proprio un’idea originale, piuttosto un ricordo del passato, un principio storico.
— Che principio?
— Terrore! Un uomo affronta un pericolo noto. Ma l’ignoto lo spaventa. Abbiamo fatto scomparire quei piedipiatti, denti e unghie comprese, per terrorizzare i loro colleghi. Nemmeno io so quanti effettivi abbia il Governatore, ma ti garantisco che oggi sono meno efficienti di ieri. I loro colleghi sono usciti per una semplice missione. E non è tornato indietro nessuno.
Wyoh fu scossa da un brivido. — È un’idea che spaventa anche me. Non avranno tanta voglia di penetrare di nuovo in un quartiere. Però, Professore, tu dici di non sapere quante guardie del corpo abbia il Governatore. L’organizzazione lo sa: ventisette. Se nove sono state uccise, ne rimangono diciotto. Forse è il momento di agire. Non vi pare?
— No — risposi.
— Perché no, Manuel? Non saranno mai più così deboli.
— Non sono abbastanza deboli. Ne abbiamo uccisi nove perché sono stati tanto stupidi da venire a farsi ammazzare. Ma se il Governatore se ne sta a casa con le guardie del corpo intorno… Insomma di storie della marcia a fianco a fianco ne abbiamo avute abbastanza ieri sera. — Mi volsi al Professore. — Comunque, mi interessa il fatto, se è vero, che il Governatore abbia solo diciotto armigeri, ora. Hai detto che Wyoh non dovrebbe tornare a Hong Kong e che io non dovrei andare a casa. Ma se ci sono solo diciotto poliziotti in circolazione, che pericolo può esserci? Più tardi, quando saranno affluiti i rinforzi, ce ne sarà, ma ora… Insomma, Luna City ha quattro uscite principali, più molte altre piccole. Quante ne potranno tenere sotto controllo? Che cosa impedisce a Wyoh di andare fino alla Stazione Metropolitana Ovest, prendersi la sua tuta a pressione e andarsene a casa?
— Potrebbe farlo — ammise il Professore.
— Credo di doverlo fare — disse Wyoh. — Non posso starmene qui per sempre. Se devo nascondermi, posso riuscirci meglio a Hong Kong, dove conosco molta gente.
— Forse ci riusciresti, mia cara, ma io ne dubito. Ieri sera c’erano due giubbe gialle alla Stazione Ovest, le ho viste io. Ammettiamo che ora non ci siano più. Vai alla stazione, magari travestita, ritiri la tuta a pressione e prendi la capsula per Beluthatatchie. Mentre smonti dalla capsula per prendere l’autobus di Endsville, vieni arrestata. Si tratta di comunicazioni: non c’è bisogno di mettere di guardia alla stazione una giubba gialla, basta che qualcuno ti veda. Una telefonata fa tutto il resto.
— Però, hai ammesso che potrei essere travestita.
— La tua altezza non passerebbe inosservata e la tuta a pressione è certamente controllata. Da qualcuno che non sospettiamo nemmeno che sia in contatto con il Governatore. Molto probabilmente un compagno. — Prof mise in mostra le fossette. — Il guaio di tutte le cospirazioni è che sono bacate all’interno. Quando i congiurati sono quattro, ci sono cinquanta probabilità su cento che uno sia una spia.
Wyoh era tetra. — Da come la metti tu, sembra che non ci sia più speranza.
— Per niente, mia cara. Abbiamo una possibilità su mille, forse.
— Non posso crederlo. Non ci credo! Da quando ho cominciato a interessarmi io, la nostra Causa ha attirato nuovi membri a centinaia! Abbiamo un’organizzazione in ogni grande città. Il popolo è con noi.
Prof scosse la testa. — A ogni nuovo membro, le tue probabilità di essere tradita aumentano. Wyoming, mia cara ragazza, non si vincono le rivoluzioni arruolando le masse. La rivoluzione è una scienza che solo pochi sono in grado di praticare. Dipende da un’organizzazione funzionante e, soprattutto, da una buona rete di comunicazioni. Poi, al momento storicamente opportuno, la rivoluzione scatta. Organizzata in modo funzionale, può essere incruenta. Realizzata in modo rozzo o prima del tempo si trasforma in guerra civile, violenza popolare, purghe, terrore. Spero che tu mi perdoni se dico che, fino a ora, la rivoluzione è stata preparata in modo rozzo.
Wyoh parve sconvolta. — Che cosa intendi dire con organizzazione funzionale?
— Quello che ho detto: organizzazione funzionale. Come si fa a progettare un motore elettrico? Gli applicheresti una vasca da bagno solo perché ne hai una a portata di mano? Servirebbe un mazzo di fiori? Un mucchio di sassi? No! Impiegheresti solo gli elementi necessari per lo scopo del motore e lo fabbricheresti delle minime dimensioni possibili, in più, aggiungeresti i dispositivi di sicurezza. È la funzione che determina il progetto.
"Lo stesso avviene per la rivoluzione. L’organizzazione non deve essere più vasta del minimo necessario. Non si deve mai reclutare un nuovo membro, solo perché vuole unirsi. Né tentare di persuadere qualcuno per il piacere di avere un altro che condivide le tue idee. Le condividerà quando sarà l’ora… Altrimenti è segno che non si è scelto bene il momento storico. Oh, ci sarà un’organizzazione per l’istruzione delle masse, ma deve essere separata: gli agitprop non fanno parte della struttura di base.
"Veniamo alla struttura di base: una rivoluzione muove i primi passi in seno a un gruppo di cospiratori e perciò i cospiratori devono essere pochi, segreti e organizzati in modo tale da minimizzare i danni di un eventuale tradimento, dato che ci sarà sempre un tradimento. Una soluzione è il sistema a cellula e fino a ora non è stato inventato niente di meglio.
"Si è fatta molta teoria a proposito delle dimensioni ottimali di una cellula rivoluzionaria. Credo che la storia dimostri che la cellula di tre persone è la migliore possibile. Più di tre persone difficilmente si trovano d’accordo sull’ora a cui si deve mangiare; figuriamoci se si tratta di proclamare uno sciopero. Manuel, tu appartieni a una famiglia numerosa, votate per stabilire l’ora dei pranzi?"
— Santo cielo, no! Decide Mum.
— Ah! — Prof prese carta e matita dal portafoglio e cominciò a tracciare linee. — Ecco lo schema di una cellula a tre. Se dovessi progettare di prendere il potere sulla Luna, incomincerei da noi tre. Uno verrebbe scelto come presidente. Non voteremmo; la scelta sarebbe ovvia. … altrimenti non saremmo le tre persone adatte. Noi conosceremmo altre nove persone, i membri delle tre cellule successive… Ma ogni cellula conoscerebbe solo uno di noi.
— Sembra un diagramma da calcolatore elettronico… a logica ternaria.
— Davvero? Al livello successivo ci sono due modi di stabilire i contatti: questo compagno al secondo livello conosce il suo capo-cellula, i due compagni di cellula e al terzo livello conosce i tre membri della sua sottocellula. Può conoscere, o non conoscere, le sottocellule dei compagni di cellula. Nel primo caso si raddoppia la sicurezza. Nel secondo si raddoppia la velocità di recupero nel caso che salti la sicurezza. Facciamo l’ipotesi che non conosca le sottocellule dei suoi compagni di cellula. Manuel, quante persone può tradire? Non dire che non può tradire; oggi si può lavare il cervello di chiunque, stirarlo e inamidarlo e usarlo a proprio piacimento. Quanti, allora?
— Sei — risposi. — Il suo capo, due compagni di cellula, tre membri della sottocellula.
— Sette — corresse il professore. — Tradisce anche se stesso. Il che lascia sette contatti spezzati, su tre livelli, da riparare. Come si fa?
— Non vedo come — disse Wyoh. — L’organizzazione, a questo punto, è così sfaldata che casca a pezzi.
— Manuel? Un’esercitazione per lo studente.