— Che cosa, Mimi?

— Penso che ogni cittadino della Luna sogni il giorno in cui sarà libero. Tutti, tranne qualche disgraziato senza spina dorsale. Non te ne ho mai parlato prima, perché mi sembrava che fosse necessario tirare avanti portando il proprio peso sulle spalle. Ma ringrazio il Signore che mi ha permesso di vivere tanto da vedere i giorni della libertà, se davvero verranno. Spiegami bene, ora: devo trovare altre tre persone, vero? Tre di cui abbia la fiducia assoluta.

— Non c’è fretta. Agisci con cautela e solo quando sei sicura.

— Sidris è una donna di fiducia. Sa tenere a freno la lingua, lei.

— Non penso che si debba cercare all’interno della famiglia. Abbiamo bisogno di allargarci. E poi, non avere fretta.

— Non ne avrò. E ne parleremo prima che io prenda qualsiasi decisione. Ah, Manuel, se vuoi sapere la mia opinione… — Si interruppe.

— Sempre voglio sapere la tua opinione, Mimi.

— Non parlare di questo a Granpà. Ogni tanto soffre di amnesie e a volte parla troppo. Ora dormi, caro, e non fare sogni.

13

Seguirono lunghi giorni nei quali sarebbe stato possibile dimenticare un progetto tanto improbabile come la rivoluzione, se lo studio dei preliminari non avesse richiesto tanto tempo. Il nostro obiettivo era quello di non essere notati. L’obiettivo a lunga scadenza era di rendere l’atmosfera politica peggiore possibile.

Sì, peggiore possibile. Fino a ora, per quanto tutti i Lunari volessero scacciare l’Ente, non l’avevano mai voluto con tanta intensità da sollevarsi in armi.

Tutti i Lunari odiavano il Governatore e cercavano di farla in barba all’Ente. Ma questo non voleva dire che fossero pronti a combattere e a morire. Se si parlava di patriottismo a un Lunare, quello sgranava tanto d’occhi: o non capiva o credeva che si stesse parlando del suo paese natìo, sulla Terra. C’erano deportati francesi i cui cuori appartenevano alla dolce Francia, ex tedeschi che si riunivano a cantare Deutschland über alles, russi che pensavano continuamente alla Grande Madre Russia. Ma la Luna? La Luna era Il Sasso, una terra di esilio, non la patria da amare.

Eravamo il popolo più apolitico della storia. Lo so bene; io stesso ero stato assolutamente sordo alla politica fino al giorno in cui ci fui trascinato in mezzo dalle circostanze. Wyoming aveva cominciato a occuparsi di politica perché odiava l’Ente per ragioni personali. Prof perché disprezzava ogni forma di autorità, ma in modo distaccato, intellettuale, Mike perché era una povera macchina solitaria e annoiata e la politica era per lui l’unico divertimento che offriva la piazza. Non potevamo davvero venire accusati di patriottismo. Dei quattro, io c’ero più vicino poiché ero un Lunare di terza generazione, completamente privo di legami affettivi con la Terra. Anzi, c’ero stato: mi disgustava, e disprezzavo quei vermi di Terrestri. Proprio sulla Terra ero diventato più patriottico della maggioranza dei Lunari!

Il Lunare medio era attratto dalla birra, dalle donne e dal lavoro, nell’ordine. Forse le donne potevano essere al secondo posto, ma non certo al primo, per quanto fossero ben considerate. I Lunari avevano imparato che non c’erano abbastanza donne in giro. I più lenti a capire erano morti, dato che anche i più abili dongiovanni non possono stare all’erta ogni minuto. Come dice Prof, o una società si adatta alla realtà o non sopravvive.

I Lunari si adattavano alla loro dura realtà… E se non si adattavano, morivano. Il patriottismo, invece, non era necessario alla sopravvivenza.

Come nel vecchio adagio cinese i pesci non hanno coscienza dell’acqua, io non mi ero reso conto di tutto questo fino a quando non ero andato sulla Terra e anche allora non avevo capito che vuoto ci fosse nel cervello dei Lunari sotto il capitolo patriottismo dei loro pensieri. Me ne accorsi quando tentai di suscitare il loro amore per la Luna. Wyoh e i suoi compagni avevano tentato di premere il bottone del patriottismo ma non avevano ottenuto niente. Dopo anni di lavoro, un migliaio di aderenti all’organizzazione, cioè meno dell’uno per cento della popolazione. E in quel numero microscopico, almeno il dieci per cento erano spie pagate dalla polizia!

Prof ci mise sulla strada giusta: era più facile suscitare l’odio della gente che il loro amore.

Per fortuna, ci diede un aiuto il Capo della Sicurezza, Alvarez. Quei nove piedipiatti uccisi furono sostituiti con novanta giubbe gialle: l’Ente era stato trascinato, sia pure con riluttanza, a fare una cosa che non avrebbe dovuto mai fare, cioè a spendere soldi per combatterci. E una follia tira l’altra.

Il corpo di guardia del Governatore non era mai stato numeroso, nemmeno nei primi tempi. Guardiani di prigione e secondini, nel termine classico della parola, erano inutili sulla Luna. Era stato proprio questo il motivo per cui era stata fondata una colonia penale quassù: costava poco. Il Governatore e il suo Vice, nonché i pezzi grossi che venivano in visita dalla Terra, dovevano essere adeguatamente protetti, ma la prigione non aveva bisogno di guardie. Fu sospeso perfino il servizio di guardia alle astronavi quando risultò evidente che non era necessario. Nel maggio 2075 il corpo di guardia era ridotto all’osso, e le giubbe gialle erano tutti nuovi venuti dalla Terra.

La perdita di nove uomini in una sola notte fece venire a qualcuno una paura terribile.

Di certo si spaventò Alvarez. Depositò copie delle sue lettere di richiesta di rinforzi nell’Archivio Zebra e Mike le lesse. Alvarez, un delinquente che aveva fatto il poliziotto sulla Terra per tutta la sua vita prima di venire condannato, poi la guardia del corpo sulla Luna dal giorno della sua deportazione, era probabilmente l’uomo più solo e spaventato che vivesse sulla Luna. Chiese che gli fossero inviati nuovi poliziotti, molti, e spietati, minacciando le dimissioni se non lo avessero accontentato… Era solo una minaccia per modo di dire e l’Ente avrebbe capito che barava se avesse conosciuto davvero la situazione sulla Luna. Se Alvarez avesse messo il naso in qualsiasi grotta in abiti civili e disarmato, sarebbe rimasto vivo fino all’istante in cui fosse stato riconosciuto.

Ottenne i rinforzi. Non riuscimmo mai a scoprire chi avesse preso quella decisione. Mort il Carceriere non aveva mai mostrato tendenze energiche. Sin dall’inizio aveva fatto la parte del Re Travicello. Forse Alvarez, che aveva da poco assunto il posto di Capo della Sicurezza, voleva mettersi in vista, o magari nutriva addirittura l’ambizione di diventare Governatore. Ma la teoria più verosimile è che il rapporto del Governatore sulle attività sovversive avesse convinto la direzione dell’Ente, sulla Terra, a fare un po’ di pulizia.

L’errore d’impostazione determinò un secondo errore: le nuove guardie del corpo, invece che essere scelte fra i nuovi deportati, erano soldati prelevati dalle prigioni militari, Arditi delle forze di pace delle Nazioni Federate. Era gente dura e pronta a tutto, non avevano nessuna voglia di venire sulla Luna e, appena arrivati, si resero conto che il servizio temporaneo di polizia era in realtà un viaggio senza ritorno. Cominciarono a odiare la Luna e i Lunari, cause della loro malasorte.

Appena Alvarez li prese in forza, organizzò un servizio di guardia di 24 ore su 24 a ogni stazione della Metropolitana che collegava le grotte e istituì i passaporti e il controllo dei passaporti.

Il provvedimento fu annunciato dai giornali e i Lunari ebbero una settimana di tempo per procurarsi i passaporti. La misura entrò in vigore una mattina alle otto. Molti Lunari non viaggiavano quasi mai, alcuni viaggiavano per affari, altri si recavano tutti i giorni al lavoro dalle grotte circostanti nei centri di Luna City e di Novylen e viceversa. Alcuni bravi ragazzi obbedienti compilarono le loro domande, pagarono la tassa, si fecero fotografare e ottennero il passaporto. Su consiglio di Prof, feci anch’io il bravo ragazzo, mi procurai il passaporto e lo unii al lasciapassare che già avevo per lavorare negli uffici dell’Ente.


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