Uno della giuria alzò gli occhi e bofonchiò: — Eliminazione!

— Bene. E voi?

— Ecco… — il secondo era esitante. — Credo che sia sufficiente dargli una lezione in modo che impari per la prossima volta. Non possiamo permettere che i turisti mettano le mani sulle donne. La Luna diventerebbe un posto orribile come la Terra.

— Molto sensato — dissi. — E gli altri?

Solo uno dei giurati era favorevole all’eliminazione. Gli altri proponevano altre pene, dalle frustate a una multa altissima.

— Che cosa ne pensi, Slim?

— Insomma… — Era molto preoccupato, davanti alla sua banda e davanti alla ragazza che forse era la sua amica. Ma si era calmato, ormai, e non voleva più l’eliminazione. — Credo che abbia capito il suo errore. E se si mettesse in ginocchio e baciasse il pavimento davanti ai piedi di Tish, dichiarando che gli dispiace?

— Siete disposto a farlo, signore?

— Se questa è la vostra decisione, sì, vostro onore.

— No. Ecco il mio verdetto. Innanzi tutto, quel membro della giuria… voi! Vi multo per l’ammontare del compenso dovutovi perché vi siete addormentato durante l’udienza. Ragazzi, prendetelo, toglietegli i cinque dollari e buttatelo fuori di qui.

Eseguirono, con entusiasmo. Li compensò in parte per la grande emozione che si ripromettevano ma per cui non avevano il fegato sufficiente. — Signor LaJoie, siete condannato a pagare la multa di cinquanta dollari di Hong Kong per non aver avuto il buon senso di imparare i costumi locali, prima di mettere fuori il naso. Avanti.

Riscossi la multa. — E ora, voi ragazzi, mettetevi in fila. Vi condanno a pagare una multa di cinque dollari ciascuno per non aver trattato con i modi dovuti una persona che sapevate straniera e ignara dei nostri costumi. Impedirgli di mettere le mani addosso a Tish era giusto, malmenarlo un po’, anche questo era giusto, per fargli imparare più in fretta. Ma pensare di eliminarlo per aver commesso un errore scusabile… ebbene, è sproporzionato. Cinque dollari a testa. Avanti.

Slim deglutì. — Giudice… non penso che abbiamo ancora tutti quei soldi! Per lo meno, io non ne ho più.

— Lo credo anch’io. Vi do tempo una settimana per pagare, altrimenti faccio esporre i vostri nomi nell’albo della Vecchia Cattedrale. Sapete dove si trova il Salone di Bellezza Bon Ton, presso la porta stagna numero tredici? È di proprietà di mia moglie, verserete il debito a lei. La Corte si ritira. Slim, non andartene e nemmeno tu, Tish. Signor LaJoie, offriamo da bere a questi ragazzi e impariamo a conoscerci meglio.

Ancora una volta i suoi occhi espressero quello strano senso di compiacimento che mi ricordava molto il Professore. — Una magnifica idea, giudice.

— Non sono più giudice. Per andare al bar dobbiamo salire due piani, suggerisco che offriate il braccio a Tish.

Si inchinò e disse: — Mia signora, permettete? — e le porse il braccio.

Tish si comportò immediatamente da ragazza sensata. — Spasebo, Gospodin — disse. — Sono molto lieta, signore.

Li guidai in un locale di lusso, dove i loro abiti sportivi apparivano fuori luogo, ma cercai di metterli a loro agio, e Stuart LaJoie fece ancora meglio di me e con successo. Si fece dare i loro nomi e indirizzi e li annotai anch’io, dato che Wyoh teneva una lista di tutti i ragazzi reclutabili. Quando ebbero finito di bere, i due giovani si alzarono, ringraziarono e se ne andarono. LaJoie e io rimanemmo.

— Signore — disse il Terrestre — avete usato prima una strana parola, di cui non ho capito il significato.

— Dammi pure del tu e chiamami Mannie, come si usa sulla Luna, ora che i ragazzi se ne sono andati. Che parola?

— Quando avete… quando hai insistito perché anche la ragazza, Tish… pagasse la sua parte.

— Ah, Transtaafl. Vuol dire: Non si può mangiare al ristorante e non pagare il conto. Ed è proprio così — aggiunsi indicando l’insegna Pranzi gratuiti che campeggiava su una parete del locale — altrimenti questi rinfreschi ci costerebbero la metà. Volevo ricordarle che tutto quello che si ottiene gratis, prima o poi viene a costare il doppio, oppure non vale niente.

— Una filosofia interessante.

— Non è filosofia, sono fatti. In un modo o in un altro, bisogna pagare per quello che si riceve. — Agitai l’aria con una mano. — Sono stato sulla Terra e ho udito l’espressione gratis come l’aria. Quest’aria non è gratis, si paga ogni respiro che facciamo.

— Davvero? Nessuno mi ha chiesto di pagare l’aria che respiravo. — Sorrise. — Forse ho ancora qualche debito e dovrò fermarmi sulla Luna per pagarlo.

— Stai attento che non ti succeda di dover rimanere contro la tua volontà. Sei stato a un pelo dall’andare a respirare il vuoto, stasera. Nessuno ti ha chiesto di pagare l’aria, perché era compresa nel conto. Per i turisti fa parte del prezzo del biglietto di andata e ritorno, per me è una fattura ogni quattro mesi. — Volevo spiegargli che la mia famiglia compra e vende aria alla cooperativa del quartiere, ma pensai che fosse troppo complicato e lasciai perdere. — Comunque, paghiamo tutti e due.

LaJoie sembrò sempre più divertito. — Sì, capisco la necessità economica, ma è una novità per me. Dimmi, ehm, Mannie, io mi chiamo Stu, ho corso davvero il pericolo di respirare il vuoto?

— Avrei dovuto condannarti a una multa più alta.

— Come?

— Vedo che non sei convinto. Ho fatto pagare ai ragazzi tutto quello che avevano e li ho anche multati per farli riflettere. Non potevo chiederti di più. Però avrei dovuto farlo, visto che pensi ancora che si sia trattato di una sciocchezza.

— Credimi, non penso che fosse una sciocchezza. Solo che trovo qualche difficoltà nell’ammettere che le vostre leggi permettano che un uomo sia messo a morte con tanta disinvoltura e per una colpa così banale.

Sospirai. Da che parte si comincia a spiegare a un uomo che dimostra con tanta evidenza di non capire niente dell’argomento ed è talmente carico di pregiudizi da non riuscire a vedere la realtà?

— Stu — dissi — vediamo i problemi uno alla volta. Primo, non esistono leggi, e quindi non saresti stato messo a morte in base a esse. Il reato che hai commesso non era banale, nel mio giudizio ho semplicemente tenuto conto della tua ignoranza. E non è stata una procedura fatta con disinvoltura, altrimenti i ragazzi ti avrebbero trascinato alla prima porta stagna e ti avrebbero scaraventato fuori, a pressione zero, poi avrebbero richiuso la porta. Invece i ragazzi, bravi ragazzi!, sono stati molto formali e hanno tirato fuori di tasca i quattrini per farti subire il processo. E non hanno sollevato la minima obiezione quando il verdetto è stato molto lontano da quello che loro volevano. C’è ancora qualche cosa di poco chiaro?

Sorrise e mise in mostra due fossette, come Prof. Scoprii che mi piaceva sempre di più. — Tutto sommato, temo d’essere finito in una specie di Paese delle Meraviglie.

Me lo aspettavo. Essendo stato sulla Terra, so come funziona la loro testa.

Un Terrestre si aspetta di trovare un codice di leggi scritte, per ogni circostanza. Laggiù hanno leggi perfino per regolare faccende private, come i contratti. Davvero. Se la parola di un uomo non vale, perché fare un contratto con lui?

— Non abbiamo leggi — gli dissi — non ce lo hanno mai permesso. Abbiamo delle usanze, ma non sono né codificate né fatte osservare obbligatoriamente. Potrei dire che sono obbligatorie di per sé, in quanto le cose non potrebbero andare altrimenti, date le condizioni di vita quassù. E potrei aggiungere che i nostri costumi sono leggi naturali, in quanto rappresentano l’unico modo in cui la gente deve comportarsi per rimanere viva. Quando hai messo le mani addosso a Tish, hai violato una legge naturale, e per un pelo non sei stato eliminato.

Strizzò gli occhi pensoso. — Potresti spiegarmi la legge naturale che ho violato? Sarà bene che lo capisca, altrimenti mi converrà tornare alla nave e rimanere a bordo fino alla partenza, per rimanere vivo.


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