Ascoltandoli, quasi mi sentii dispiaciuto che avessimo rovesciato Mort il Carceriere. Lui, almeno, se ne stava chiuso in casa con le sue donne e non veniva a darci consigli sulla nostra vita privata.

Prof non ci badava: continuava a sorridere. — Manuel, pensi veramente che quel branco di ritardati mentali possa approvare delle leggi?

— Gliel’hai chiesto tu. Li hai spinti tu a farlo.

— Non temere, figliolo, questa Assemblea Popolare Costituente non concluderà niente, e se approveranno qualche legge, dopo fatiche indescrivibili, saranno talmente piene di contraddizioni che bisognerà rifarle da capo. Ma intanto quella gente se ne sta fuori dai piedi. Inoltre, c’è qualcosa per cui ci saranno utili, più tardi.

— Mi pare che tu abbia detto che non concluderanno niente.

— Non saranno loro a fare la cosa che intendo io. Sarà scritta da un uomo, un uomo morto, e una sera, molto più tardi, quando non ne potranno più dalla stanchezza, la approveranno per acclamazione.

— Chi è questo morto? Non vorrai dire Mike?

— No, no! Mike è molto più vivo di tutte quelle teste di legno. Il morto Thomas Jefferson, il primo degli anarchici razionalisti, uno che quasi riusciva a imporre il suo non-sistema con la più bella retorica che sia mai stata scritta. Ma lo scopersero, cosa che io spero di evitare. Non posso migliorare il suo stile; mi limiterò ad adattarlo alla Luna e al Ventunesimo Secolo.

— L’ho già sentito nominare. Ha forse liberato gli schiavi in America?

— Si potrebbe dire che ha provato ma non c’è riuscito. Non ha importanza, comunque. Procede l’organizzazione della difesa? Non vedo come potremo continuare a ingannare la Terra, dopo l’arrivo della prossima astronave.

— Non saremo pronti per quel giorno. È assolutamente fuori discussione.

— Mike dice che dovremo farcela.

Non fummo pronti per quel giorno, ma l’astronave non arrivò mai. Gli scienziati riuscirono a prendere per il naso me e tutti i Lunari che avevo messo alle loro calcagna. Avevano installato una trasmittente nel punto focale del riflettore e gli assistenti lunari avevano bevuto la storiella che si trattasse di un nuovo apparecchio astronomico, l’ultima scoperta in fatto di radiotelescopi per lo studio dei raggi ultravioletti.

Si trattava di una sorgente di ultramicroonde. Venivano fatte rimbalzare contro il riflettore da un’onda guida e il telescopio rimaneva perfettamente in linea con lo specchio. Molto simile a un radar elementare. Una intelaiatura a traliccio e uno schermo a lamine di metallo eliminavano la dispersione di onde, in modo che i congegni d’ascolto che avevo predisposto non potevano registrare niente.

Trasmisero un lungo messaggio con la loro versione degli avvenimenti. Lo venimmo a sapere quando la direzione dell’Ente sulla Terra chiese al Governatore di smentire questa burla. Scoprimmo il burlone e mettemmo fine al gioco.

Alla direzione dell’Ente rispondemmo con una Dichiarazione di Indipendenza, redatta su uno schema già preparato.

L’Assemblea Popolare Costituente, il giorno quattro del mese di luglio dell’anno duemilasettantasei…

Fu meraviglioso.

3

L’approvazione della Dichiarazione d’Indipendenza avvenne come previsto da Prof. Gettò il documento sul tappeto alla fine di una lunga giornata di discussioni e annunciò una seduta supplementare per la sera, nel corso della quale avrebbe preso la parola Adam Selene.

Adam lesse la Dichiarazione d’Indipendenza alla TV, a voce alta, discutendo paragrafo per paragrafo, poi la rilesse senza interruzioni, facendo risuonare le parole come musica.

La gente piangeva. Tra gli altri, vidi piangere anche Wyoh, seduta accanto a me, e io stesso mi sentivo pungere gli occhi, sebbene l’avessi letta in precedenza.

Poi Adam rivolse lo sguardo all’Assemblea e proclamò: — Il futuro è in attesa. Fate bene attenzione a ciò che state per fare. — Poi cedette la presidenza a Prof, invece che al Presidente di turno.

Erano le ventidue, quando cominciò la discussione.

Ovviamente, erano tutti favorevoli.

L’avrebbero approvata, non c’erano dubbi, ma non esattamente come era scritta. — Onorevole Presidente, nel secondo paragrafo, quella parola inalienabili non credo che esista; proporrei non alienabili… e comunque non sarebbe più dignitoso dire sacri diritti invece che diritti inalienabili? Propongo che se ne discuta.

E così di seguito, paragrafo per paragrafo, parola per parola. Ciascuno aveva il suo bravo emendamento da proporre.

Era passata mezzanotte quando qualcuno volle sapere perché la Dichiarazione portava la data del quattro mentre era solo il due.

Prof rispose gentilmente che ormai era già il tre di luglio, che non riteneva probabile che potesse essere annunciata pubblicamente prima del quattro, e che il quattro (giorno dell’indipendenza americana) racchiudeva un simbolismo storico che poteva rivelarsi utile.

Parecchie persone lasciarono la platea quando sentirono che probabilmente non si sarebbe deciso nulla prima del quattro luglio. Ma notai che, a mano a mano che la gente usciva, altri entravano e la sala rimaneva sempre piena. Scorsi Finn Nielsen prendere posto in una sedia rimasta libera. Comparve anche il compagno Clayton; mi toccò una spalla, sorrise a Wyoh, poi si trovò un posto. Nelle prime file individuai i miei due cari ragazzi, Slim e Hazel… e pensai che avrei dovuto inventare una scusa per Hazel, magari dire a Mum che ero stato io a farle fare tardi, per affari del Partito… ma proprio in quel momento vidi, con stupore, Mum in persona che si sedeva accanto a Hazel. E Sidris, e Greg, che avrebbe dovuto trovarsi alla nuova catapulta.

Mi guardai intorno e vidi un’altra dozzina di facce amiche: il direttore della Lunaya Pravda, il direttore generale della LuNoHo, e altri ancora, tutti i compagni attivi del Partito. Incominciai a capire il gioco di Prof. Questa Assemblea non aveva un numero fisso di membri, e i nostri compagni del Direttivo avevano altrettanto diritto di prendere la parola e votare, quanto chi aveva discusso per un mese intero. Intervennero… e votarono contro gli emendamenti proposti.

Verso le tre del mattino, quando mi stavo chiedendo per quanto tempo avrei potuto ancora resistere, fu portato un biglietto a Prof. Lui lo lesse, batté il martelletto sul tavolo e annunciò: — Adam Selene chiede la parola. Siete tutti d’accordo?

Lo schermo dietro il tavolo della presidenza si illuminò di nuovo e Adam espresse ai congressisti tutta la sua gratitudine per il lavoro svolto e per le critiche profonde e costruttive. Se però poteva dare un suggerimento, perché non ammettere che tutto il documento peccava un poco nello stile? Se tutti erano ormai d’accordo sul significato generale della Dichiarazione, perché non rimandare a un altro giorno la ricerca della perfezione e intanto approvare il documento nella stesura originale? — Onorevole Presidente, propongo che questa mozione sia messa ai voti.

L’approvarono con un grido unanime. Prof chiese: — Voti contrari? — e rimase in attesa con il martelletto a mezz’aria. Un uomo che stava parlando quando Adam aveva preso la parola disse: — Ehm… sono sempre dell’idea che quel participio sia campato in aria, ma, d’accordo, lasciamo perdere.

Prof calò il martelletto sul tavolo. — Mozione approvata!

Poi ci mettemmo in fila e ciascuno dei presenti appose la propria firma su un grande rotolo di pergamena che era stato mandato dall’Ufficio di Adam: in testa a tutte c’era la firma di Adam Selene.

Mentre la fila si muoveva lentamente in avanti e la gente chiacchierava, Prof chiese un attimo di attenzione. — Abbiamo bisogno di volontari per una missione pericolosa. Questa Dichiarazione verrà diffusa per radio, alla TV e con le telescriventi: ma alle Nazioni Federate, sulla Terra, dovrà essere consegnata da uno di noi.


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