«Si presenti, prego» tuonò il cardinale Lourdusamy, nel suo tono più amabile.

"Il consigliere personale di Sua Santità papa Urbano XVI" era la risposta che Kenzo Isozaki si aspettava. Da decenni e decenni Albedo era stato scorto di sfuggita negli ambienti vaticani ed era stato l’oggetto di innumerevoli voci. Era sempre stato definito "il consigliere personale di Sua Santità" e nient’altro.

«Sono una creatura artificiale, un cìbrido, creato da elementi del TecnoNucleo delle IA» disse il consigliere Albedo. «Sono qui come rappresentante di quegli elementi del Nucleo.»

Tutti nella sala, tranne Sua Santità e il cardinale Lourdusamy, arretrarono di un passo. Nessuno aprì bocca, nessuno ansimò né si lasciò sfuggire un’esclamazione, ma nella piccola cappella il puzzo animalesco del terrore e della ripugnanza non sarebbe stato più intenso nemmeno se tra loro si fosse materializzato all’improvviso lo Shrike. Kenzo Isozaki sentì le dita del papa ancora strette sulla sua spalla. Si domandò se Sua Santità potesse accorgersi, dal contatto con la carne e le ossa, che il cuore gli batteva all’impazzata.

«Gli esseri umani prelevati dai pianeti elencati dal cardinale Du Noyer» continuò Albedo «sono stati… resi senza vita… dalla tecnologia del Nucleo, che si avvale di veicoli spaziali automatici, e vengono immagazzinati mediante tecniche del Nucleo. Come ha riferito il cardinale Du Noyer, negli ultimi sette anni circa sette miliardi di non cristiani sono stati sottoposti a questo procedimento. Altri quaranta, cinquanta miliardi dovranno subire identico trattamento nel prossimo decennio. È tempo di spiegare il motivo di questo progetto e ottenere il vostro aiuto diretto per realizzarlo.»

Kenzo Isozaki pensava: "È possibile inserire nella struttura ossea umana un potente esplosivo a base proteinica tanto sofisticato che neppure i rivelatori delle guardie svizzere lo scoprirebbero. Perché gli dei non hanno voluto che facessi così, prima di venire qui?".

Il papa lasciò la spalla di Isozaki e tornò lentamente sulla piattaforma, sfiorando, mentre passava, la manica della veste di Albedo. Si accomodò nel trono papale. Sul viso magro aveva un’espressione pacifica. «Vogliamo che ascoltiate tutti con la massima attenzione» disse. «Il consigliere Albedo parla con il nostro consenso e con la nostra approvazione. La prego di continuare, consigliere Albedo.»

Albedo chinò leggermente la testa e si rivolse di nuovo agli attoniti dignitari. Perfino le guardie di sicurezza del papa erano arretrate contro la parete.

«Vi è stato detto, in gran parte attraverso miti e leggende, ma anche attraverso la storia della Chiesa» riprese Albedo «che il TecnoNucleo era stato distrutto nella Caduta dei teleporter. Non è vero.

«Vi è stato detto, principalmente attraverso i Canti di Hyperion posti all’indice, che il Nucleo consisteva di Tre Elementi: gli Stabili, che volevano mantenere lo status quo fra specie umana e Nucleo; i Volatili, che ritenevano una minaccia la specie umana e progettavano di eliminarla, in primo luogo distruggendo la Terra stessa mediante il Grande Errore del ’38; e i Finali, che pensavano solo a creare una Intelligenza Finale basata sull’IA, una sorta di Dio siliceo che potesse predire e governare l’universo… o almeno questa galassia.

«Tutte queste verità sono menzogne.»

Isozaki si rese conto che Anna Pelli Cognani gli aveva afferrato il polso: aveva dita fredde e stringeva con grande forza.

«Il TecnoNucleo non è mai stato suddiviso in tre elementi in forte contrasto fra loro» disse Albedo, andando su e giù davanti all’altare e alla piattaforma. «Fin dalla sua evoluzione nella consapevolezza, mille anni fa, il Nucleo fu sempre formato da migliaia di elementi distinti e di fazioni… spesso in contrasto, più spesso in accordo, ma sempre tesi a ottenere una sintesi di accordo sulla direzione in cui si sarebbe dovuta evolvere l’intelligenza autonoma e la vita artificiale. Questo accordo non si è mai cristallizzato.

«Più o meno nello stesso periodo in cui il TecnoNucleo si evolveva nella vera autonomia, mentre gran parte della specie umana viveva sulla superficie di un solo pianeta, la Vecchia Terra, e in orbita nelle sue vicinanze, l’uomo aveva sviluppato la capacità di cambiare la propria programmazione genetica, in altre parole di stabilire la propria evoluzione. Questa conquista derivava in parte dai progressi nella manipolazione genetica agli inizi del XXI secolo, ma fu resa possibile soprattutto dal perfezionamento della nanotecnologia avanzata. Dapprima sotto la direzione e il controllo delle prime IA operanti in congiunzione con ricercatori umani, forme di vita nanotecnologiche — esseri autonomi, alcuni dei quali intelligenti, molto più piccoli di una cellula, alcuni addirittura di dimensioni molecolari — svilupparono ben presto la loro raison d’être e la loro raison d’état. Nanomacchine, molte in forma di virus, invasero e risagomarono la specie umana come una terribile pestilenza virale. Per fortuna della specie umana e della specie delle intelligenze autonome ora nota come Nucleo, il vettore primario di quella pestilenza si trovava nelle prime navi seminatrici e in altre navi coloniali che viaggiavano a velocità inferiore a quella della luce, lanciate negli anni precedenti l’Egira.

«A quel tempo, primi elementi di quella che sarebbe divenuta l’Egemonia Umana e gli elementi previsionali del TecnoNucleo capirono che la meta delle comunità nanotec in evoluzione sviluppatesi in quelle navi seminatrici era la distruzione della specie umana e della creazione di una nuova specie di bioadattamenti nanotecnologicamente controllati in un migliaio di lontani sistemi solari. L’Egemonia e il Nucleo reagirono mettendo al bando la ricerca nanotec avanzata e dichiarando guerra alle colonie nanotec, i gruppi ora noti come Ouster.

«Ma altri eventi misero in ombra questa lotta.

«Elementi del Nucleo emergente, favorevoli all’alleanza con universi nanotec — erano ben più di una piccola fazione — scoprirono una cosa che spaventò tutti gli elementi del Nucleo.

«Come sapete, le nostre prime ricerche nella fisica della propulsione Hawking e nelle trasmissioni a velocità iperluce portarono alla scoperta dell’ambiente spazio di Planck, quello che alcuni hanno chiamato il Vuoto che lega. Lo studio di questa substruttura, che è alla base dell’universo e lo unifica, ci condusse alla creazione del trasmettitore a velocità iperluce, il cosiddetto astrotel, nonché al perfezionamento della propulsione Hawking, ai teleporter che collegavano la Rete dei Mondi dell’Egemonia, alle sfere dati planetarie evolutesi in megasfere di dati ordinati dal Nucleo, all’attuale propulsione Gideon e addirittura a esperimenti entro bolle antientropiche nell’ambito di questo universo, quelle che riteniamo diverranno le Tombe del Tempo di Hyperion.

«Ma questi doni alla specie umana non furono senza un prezzo. È vero che alcune fazioni di Finali nell’ambito del Nucleo usarono i teleporter come un sistema per attingere ai cervelli umani al fine di creare una rete neurale per i loro scopi. Questo uso era innocuo: le reti neurali erano create nel non-tempo e non-spazio del transito teleporter dello spazio di Planck e l’uomo non sarebbe mai venuto a conoscenza di questi esperimenti se, quattro secoli fa, altri elementi del Nucleo non li avessero rivelati al primo cìbrido con la personalità di John Keats. Ma concordo con quegli esseri umani e con quegli elementi del Nucleo per cui questo è un atto contrario all’etica, una violazione della privacy.

«Quei primi esperimenti di rete neurale rivelarono un fatto sorprendente; nell’universo, forse nella nostra stessa galassia, esistevano altri Nuclei. La scoperta portò a una guerra civile che ancora infuria nell’ambito del TecnoNucleo. Alcuni elementi, non solo i Volatili, decisero che era tempo di concludere l’esperimento biologico rappresentato dalla specie umana. Furono fatti piani per far cadere "accidentalmente" al centro della Vecchia Terra il buco nero di Kiev, prima che la propulsione Hawking consentisse l’esodo generale. Altri elementi del Nucleo ritardarono l’esecuzione di quei piani finché la specie umana non ebbe i meccanismi di fuga.


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