«Ma non da tutti.»

Smise di andare su e giù e si fermò proprio davanti all’altare. Guardò in viso i presenti, uno dopo l’altro, con aria severa.

«L’elemento del Nucleo che si augurava di distruggere la specie umana, l’elemento composto di alcuni ex Finali e di alcuni evoluzionisti favorevoli alla nanotecnologia, ha giocato la sua briscola, la bambina chiamata Aenea. Costei è, letteralmente, un virus rilasciato nel corpo della specie umana.»

Il cardinale Lourdusamy avanzò di un passo. Era rosso in viso, serio. Gli occhi gli brillavano. La sua voce era pungente.

«Ci dica, consigliere Albedo, qual è lo scopo della bambina Aenea?»

«Il suo scopo» rispose Albedo «è triplice.»

«Qual è il primo?»

«Distruggere la possibilità della specie umana di raggiungere l’immortalità fisica.»

«E come può, una bambina, riuscirci?»

«Non è una bambina» disse Albedo. «Non è neppure umana. È la progenie di un cìbrido creato su misura. La persona di suo padre cìbrido si interfacciò con lei già nel ventre materno. Prima ancora che quella bambina nascesse, la sua mente e il suo corpo sono stati interconnessi con elementi criminali del Nucleo.»

«Ma come può rubare alla specie umana il dono dell’immortalità?» insistette il cardinale Lourdusamy.

«Il suo sangue» rispose Albedo. «Col suo sangue può diffondere un virus che distrugge il crucimorfo.»

«Un vero e proprio virus?»

«Sì. Ma non è un virus naturale. Fu creato su misura dagli elementi criminali del Nucleo. Quel virus è una forma di pestilenza nanotec.»

«Ma nella Pax ci sono centinaia di miliardi di cristiani rinati» obiettò il cardinale Lourdusamy, col tono di un avvocato che guidasse il proprio teste. «Come potrebbe, una bambina, minacciare un numero così grande di individui? Il virus si diffonde forse da vittima a vittima?»

Albedo sospirò. «Per quanto ne sappiamo, il virus diventa contagioso dopo la morte del crucimorfo. Coloro a cui sarà negata la risurrezione a causa di contatto con Aenea, diffonderanno ad altri il virus. Inoltre chi non ha mai avuto il crucimorfo può divenire portatore del virus.»

«Esiste una cura?» domandò il cardinale Lourdusamy. «Un vaccino che immunizzi da quel virus?»

«No, niente» rispose Albedo. «Gli Umanisti hanno tentato per tre secoli di creare contromisure. Ma poiché il virus Aenea è una forma di nanotecnologia autonoma, progetta il proprio vettore ottimale di mutazione. Le nostre difese non possono mai stargli a pari. Forse con le nostre legioni di colonie nanotec rilasciate nell’ambito della specie umana potremmo un giorno metterci in pari col virus Aenea e sconfiggerlo, ma noi Umanisti aborriamo la nanotecnologia. E il triste è che tutta l’evoluzione della vita nanotec è fuori del nostro controllo… fuori del controllo di chiunque. L’essenza dell’evoluzione della vita nanotec è l’autonomia, l’ostinazione e mete che non hanno niente a che fare con quelle della forma di vita ospite.»

«La specie umana, cioè» disse il cardinale Lourdusamy.

«Precisamente.»

«Quindi» ricapitolò il cardinale Lourdusamy «la prima meta di Aenea, o per essere più precisi la prima meta degli elementi criminali del Nucleo che l’hanno creata, è quella di distruggere tutti i crucimorfi e rendere impossibile la risurrezione umana.»

«Sì.»

«Lei ha parlato di tre scopi. Quali sono gli altri due?»

«Il secondo è la distruzione della Chiesa e della Pax, ossia dell’attuale civiltà umana. Quando il virus Aenea si diffonde, la risurrezione è negata. Poiché i teleporter non funzionano e la propulsione Gideon è inattuabile per chi dispone di una sola vita, questo secondo scopo sarà raggiunto. La specie umana tornerà al tribalismo balcanizzato che seguì la Caduta.»

«E il terzo scopo?» domandò il cardinale Lourdusamy.

«Lo scopo finale è in realtà lo scopo originario di questo elemento del Nucleo» disse il consigliere Albedo. «La distruzione della specie umana.»

Fu il PFE Anna Pelli Cognani a gridare: «Impossibile! Nemmeno la distruzione… il trafugamento… della Vecchia Terra o la Caduta dei teleporter hanno spazzato via la specie umana. La nostra specie è troppo sparpagliata perché si estingua. Troppi pianeti. Troppe culture».

Albedo annuiva, ma con aria triste. «È vero. Era vero! Ma la pestilenza Aenea si diffonderà quasi ovunque. I virus che uccidono il crucimorfo si saranno mutati in nuove fasi. Il DNA umano sarà stato invaso dappertutto. Con la caduta della Pax, gli Ouster ritenteranno l’invasione, stavolta con successo. Da molto tempo sono caduti sotto il dominio della mutazione nanotec. Non sono più umani. Quando a proteggere la specie umana non ci saranno più né la Chiesa né la Pax né la Flotta della Pax, gli Ouster cercheranno le sacche di DNA umano sopravvissuto e le infetteranno con la pestilenza nanotec. La specie umana, come l’abbiamo conosciuta e come la Chiesa ha cercato di proteggere, cesserà di esistere nel giro di pochi anni standard.»

«E cosa verrà dopo di essa?» domandò il cardinale Lourdusamy, con un basso rombo.

«Nessuno lo sa» rispose piano Albedo. «Neppure Aenea e gli Ouster e gli elementi criminali del Nucleo che hanno scatenato questa pestilenza finale. Le colonie di vita nanotec si evolveranno in accordo col proprio programma, modificando la forma umana a proprio capriccio; e solo loro avranno il controllo del proprio destino. Ma quel destino non sarà più umano.»

«Mio Dio, mio Dio» disse Kenzo Isozaki, sorpreso perché esprimeva a voce ciò che pensava. «Cosa possiamo fare? Cosa posso fare io?»

A sorpresa, fu Sua Santità a rispondergli.

«Per trecento anni abbiamo temuto e combattuto questa potenziale pestilenza» disse piano Sua Santità, esprimendo con lo sguardo triste più dolore di quanto non provasse. «Il nostro primo tentativo fu di catturare la bambina, Aenea, prima che potesse diffondere l’infezione. Sapevamo che era fuggita dalla sua epoca alla nostra non per paura — non volevamo farle del male — ma per diffondere il virus in tutta la Pax.»

Esitò. «In realtà» si corresse «sospettiamo che la bambina Aenea non conosca veramente il pieno effetto che il contagio da lei diffuso avrà sulla specie umana. Per certi versi lei è l’ignorante pedina degli elementi criminali del Nucleo.»

Il PFE Hay-Modhino intervenne all’improvviso, con veemenza. «Dovevamo usare bombe al plasma e incenerire Hyperion il giorno stesso in cui era previsto che lei emergesse dalle Tombe del Tempo. Sterilizzare l’intero pianeta. Non correre rischi.»

Sua Santità non si adombrò per l’imperdonabile interruzione. «Sì, figliolo, ci fu chi sollecitò un simile intervento. Ma la Chiesa non poteva causare la perdita di tante vite innocenti, come noi non avremmo potuto autorizzare l’uccisione di quell’unica bambina. Conferimmo con gli elementi analizzatori del Nucleo; essi previdero che un gesuita di nome Federico de Soya sarebbe stato di valido aiuto nella cattura finale della bambina, ma nessuno dei nostri pacifici tentativi di catturare Aenea ha avuto successo. Quattro anni fa, la Flotta della Pax avrebbe potuto vaporizzare la nave della bambina, ma aveva l’ordine di non ricorrere a questa estrema misura se non in caso di fallimento di ogni altra. Così continuiamo a lottare per contenere l’invasione virale da lei minacciata. Ciò che lei deve fare, signor Isozaki, ciò che voi tutti dovete fare, è continuare a sostenere gli sforzi della Chiesa, sforzi che noi intensifichiamo. Signor Albedo?»

L’uomo in grigio riprese la parola.

«Immaginate l’imminente pestilenza come un incendio in una foresta di un pianeta ricco di ossigeno. L’incendio spazzerà ogni cosa davanti a sé, a meno che non si riesca a circoscriverlo e poi a estinguerlo. Il nostro primo impegno è quello di rimuovere la legna secca e gli arbusti… gli elementi infiammabili… non necessari alla vita della foresta.»


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