E sono piu di vent'anni che lavoro in questo campo.

Vedi, bambina, quando il tenente ha aperto i tuoi documenti, in mezzo alle pagine ha trovato un biglietto da cinquecento crediti, minutamente piegato.

Semplice, non trovi? – Vi restituiro quei soldi…

Davvero… ho tanti soldi con me, potete credermi.

– Lascia stare – disse Papa sorridendo imbarazzato. – Per una compaesana…

Arcadia rinuncio. – Ma se avessero preso i soldi e mi avessero arrestata ugualmente? Potevano accusarmi di aver tentato di corromperli.

– Rinunciando in tal modo ai cinquecento crediti? No, conosco certa gente meglio di te, ragazza mia.

Ma Arcadia sapeva che lui non conosceva «quegli» uomini.

Non quelli che intendeva lei.

Nel suo letto, quella sera, ripenso all'accaduto e seppe che nessun genere di corruzione avrebbe potuto impedire al tenente di polizia di arrestarla a meno che tutto non facesse parte di un piano.

Non avevano intenzione di arrestarla, eppure avevano fatto di tutto come se avessero voluto portarla con loro.

Perche? Per essere sicuri che sarebbe partita? E partita per Trantor? Forse anche i due bravi contadini dal cuore generoso facevano parte del complotto? Certamente ne facevano parte! O forse no? Era tutto inutile.

Come avrebbe potuto combatterli? Qualunque cosa avesse cercato di fare avrebbe fatto solamente quello che quegli onnipotenti la costringevano a fare.

Eppure doveva essere piu furba di loro.

Doveva! Doveva riuscirci! Doveva!

16. Comincia la guerra

Per una o piu ragioni ignote alla gente della Galassia, al tempo di cui parliamo, il Tempo Standard Intergalattico aveva stabilito come unita di tempo il secondo, in quanto tempo impiegato dalla luce a percorrere 299.776 chilometri.

Fu deciso arbitrariamente che 86.400 secondi formassero un Giorno Intergalattico Standard, e che 365 di questi giorni costituissero un Anno Intergalattico Standard.

Perche 299.776?… o 84.400? o 365? Per tradizione, dicono gli storici.

Per particolari e misteriose relazioni numeriche, dicono i misticisti, i numeralogisti, i metafisici.

Perche il pianeta originario dell'umanita, dicono alcuni, aveva un certo periodo di rotazione e rivoluzione da cui potrebbero essere derivate tali relazioni.

Nessuno lo sa con certezza.

Quando l'incrociatore della Fondazione Hober Mallow incontro lo squadrone kalganiano guidato dall'indomita e rifiuto di accogliere a bordo una pattuglia per un'ispezione, e venne di conseguenza distrutto, era il 185 dell'11.692 E.G., cioe il centottantacinquesimo giorno dell'anno 11.692 dell'Era Galattica che iniziava dall'ascesa al trono del Primo Imperatore della dinastia dei Kamble.

Era anche il 185 del 419 D.S., data dell'anno di nascita di Seldon o il 185 del 348 E.F., data di nascita della Fondazione.

Su Kalgan era il 185 del 56 P.C., data dell'inizio del regno del Primo Cittadino, ovvero il Mulo.

In ognuno dei casi, per convenienza, era stabilito che l'anno fosse composto dall'identico numero di giorni, senza contare il vero e proprio giorno d'inizio dell'era.

Per giunta, tutti i milioni di mondi della Galassia possedevano milioni di tempi locali, basati sul movimento degli astri a loro vicini.

Qualunque data si voglia scegliere: il 185 dell' 11.692 o del 419 o del 348 o del 56 o di qualsiasi altro anno, quello fu il giorno in cui ebbe inizio la guerra Stettiniana.

Per il dottor Darell invece questa data aveva ben altro significato.

Era semplicemente il trentaduesimo giorno da quando Arcadia era partita da Terminus.

Nessuno puo sapere quanto era costato al dottor Darell mantenere la calma in quei giorni, ma Elvett Semic credeva di poterlo immaginare.

Era un uomo anziano ed era solito dire che il suo apparato neuronico s'era atrofizzato al punto che ogni suo processo mentale aveva perso elasticita.

Lui accettava quasi con piacere l'universale disistima del suo cervello in decadenza ridendoci per primo.

Ma i suoi occhi vedevano ancora, e la sua mente non aveva perso l'esperienza o la saggezza, anche se aveva perso l'agilita della giovinezza.

Storse le labbra e disse: – Perche non cerchi di fare qualcosa? Quelle parole, per il dottor Darell non significavano altro che un suono fastidioso. – Dov'eravamo rimasti? Semic lo fisso con sguardo severo. – E meglio che tu faccia qualcosa per tua figlia. – Aveva la bocca semiaperta e mostrava una serie di denti ingialliti.

Il dottor Darell rispose freddamente: – Il problema e: possiamo procurarci un risonatore Simes-Molff con un raggio sufficientemente ampio? – Ti ho detto che potrei procurarlo, ma tu non mi stai a sentire…

– Scusami.

Elvett, purtroppo e cosi.

Quello che stiamo preparando adesso e molto piu importante di qualsiasi persona della Galassia, piu importante della salvezza di Arcadia.

Almeno e piu importante per tutti piu che per Arcadia o per me stesso, e io sono disposto a seguire il volere della maggioranza.

Quanto sarebbe grande il risonatore? Semic lo guardo perplesso. – Non so.

Puoi controllare nel catalogo.

– Piu o meno: una tonnellata? Un chilo? Quanto una casa? – Scusa, credevo che volessi le dimensioni esatte.

E' piccolo.

Pressa poco cosi – e indico la punta del pollice.

– Bene, saresti capace di farmene uno di questo tipo? – Fece un rapido schizzo su un foglio di carta e lo porse al vecchio scienziato che guardo il disegno scuotendo la testa.

– Vedi, il cervello comincia ad atrofizzarsi quando si diventa vecchi come me.

Cosa stai preparando? Darell esito.

Al momento desiderava disperatamente avere l'esperienza del vecchio in modo da costruirsi l'apparecchio da solo senza esser costretto a dare spiegazioni.

Ma sapeva di non esserne capace, quindi cedette.

Semic scosse la testa. – Hai bisogno di super-rele.

E' l'unico mezzo per farlo lavorare con una certa rapidita.

E ne avrai bisogno di parecchi anche.

– Ma si possono costruire? – Certo.

– Puoi procurarti i pezzi necessari? Intendo dire senza essere costretto a dare spiegazioni? Te ne servi per il tuo lavoro normale? Semic sorrise. – Non posso chiedere cinquanta super-rele.

Non ne userei tanti in tutta la mia vita.

– Ma ora siamo in stato di emergenza.

Non puoi pensare a un meccanismo innocuo che usi questi super-rele? Abbiamo abbastanza.

– Forse mi verra in mente qualcosa.

– Quali potrebbero essere le dimensioni minime dell'intero apparecchio? – Dunque ci sono super-rele miniaturizzati… fili…

Per la Galassia, ci sono perlomeno un centinaio di circuiti qui! – Lo so.

Che grandezza avra? Semic indico con una mano.

– Troppo grande – disse Darell. – Devo tenerlo attaccato alla mia cintura.

Lentamente appallottolo il foglio di carta con lo schizzo e lo fece cadere nell'inceneritore dove in pochi secondi scomparve con un lieve ronzio.

Disse: – Chi c'e alla porta? Semic si piego sulla scrivania e diede un'occhiata allo schermo lattiginoso posto sopra il pulsante che apriva i comandi della porta.

Disse: C'e quel tuo giovane amico, Anthor.

C'e qualcun altro con lui.

Darell si agito un poco sulla sedia. – Mi raccomando, Semic, non una parola con gli altri, per ora.

E' una cosa molto pericolosa, due vite in pericolo sono sufficienti…

Pelleas Anthor entro come un fulmine nella stanza facendo alzare i fogli sparsi sulla scrivania.

Sembro che Anthor avesse portato con lui il vento che c'era fuori.

– Dottor Darell, dottor Semic, questi e Orum Dirige.

L'uomo che l'accompagnava era alto.

Il naso sottile e la forma allungata della faccia gli davano un aspetto ascetico.

Il dottor Darell gli tese la mano.

Anthor sorrise. – Il tenente di polizia Dirige, di Kalgan – disse in tono significativo.

Il dottor Darell si giro a guardare il giovane con aria sorpresa.

Tenente di polizia di Kalgan – ripete. – E per quale ragione l'hai portato qui? – Perche e stato l'ultimo uomo a vedere tua figlia su Kalgan, vecchio mio.

Darell scatto in piedi e l'espressione di Anthor dapprima soddisfatta divento subito preoccupata.

Lentamente, ma con decisione, lo fece sedere di nuovo.

– Ma che ti succede? – chiese Anthor mettendosi a posto i capelli scompigliati e sedendosi sulla scrivania. – Pensavo di averti portato buone notizie.

Darell si rivolse direttamente al poliziotto. – Che cosa significa che voi siete stato l'ultimo uomo a vedere mia figlia? E' morta mia figlia? Per favore, ditemi tutto senza preliminari. – Era pallido e pieno d'apprensione.

Il tenente Dirige rispose senza cambiare l'espressione indifferente della sua faccia. – La frase era: l'ultimo uomo ad averla vista su Kalgan.

Ora non si trova piu su Kalgan.

E tutto quello che so.

– Un momento – disse Anthor. – Raccontiamo per ordine.

Scusami Darell se mi sono espresso cosi poco chiaramente.

Ma tu sembri cosi privo di sentimenti che a volte ci si dimentica quello che in realta devi sentire.

Prima di tutto il tenente Dirige e uno dei nostri.

E nato su Kalgan, ma suo padre era un uomo della Fondazione trasferito sul pianeta al servizio del Mulo.

Rispondo personalmente della completa lealta del tenente verso la Fondazione.

Mi sono messo in contatto con lui il giorno dopo che Munn ha cessato di inviarci il suo rapporto giornaliero…

– Perche? – l'interruppe Darell seccato. – Eravamo d'accordo di non muoverci qualunque cosa fosse successo.

In questo modo hai messo in pericolo le nostre vite e le loro.

– Perche – rispose l'altro alzando la voce, – sono immischiato nella faccenda da molto piu tempo di te.

Perche ho contatti su Kalgan di cui tu non hai nemmeno sentito parlare.

Perche conosco il gioco molto piu profondamente di te.

Capito? – Tu sei completamente pazzo.

– Mi vuoi ascoltare? Ci fu una pausa, poi Darell annui.

Le labbra di Anthor si schiusero in un mezzo sorriso. – Via, Darell.

Concedimi pochi minuti.

Dirige, racconta tutto per bene.

Dirige parlo senza interromperli. – Per quanto ne so, dottor Darell, vostra figlia si trova su Trantor.

Perlomeno aveva comprato un biglietto per quel pianeta allo spazioporto Est.

Era insieme a un rappresentante di commercio di Trantor, che diceva di essere suo zio.

Vostra figlia, dottore, sembra avere una serie di parenti ovunque.

Era il secondo zio spaziale nell'arco di due settimane.

Il trantoriano ha persino cercato di corrompermi, probabilmente per questo pensano di essere riusciti a fuggire. – E sorrise al pensiero.


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