– Stupidaggini – ribatte Anthor acido. – Che cos'e che vi rende tanto felici? Parlate come se veramente aveste vinto una guerra, quando in verita non abbiamo fatto altro che vincere una scaramuccia che e servita unicamente a distrarre le nostre menti dal nostro vero nemico.

Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante, durante il quale solo Homir rimase calmo e sorridente.

Anthor batte un gran pugno sul bracciolo della sedia. – Si, mi riferisco alla Seconda Fondazione.

Nessuno ne ha parlato, e se non mi sbaglio, tutti si sforzano di evitare il discorso.

E forse la falsa atmosfera di vittoria di questo mondo di idioti che vi fa credere di dover prendere parte ai festeggiamenti? Avanti facciamo le capriole, saltiamo sul pavimento, battiamoci grandi manate sulla schiena, e lanciamo coriandoli dalla finestra.

Fate quello che vi pare, sfogatevi, ma quando avrete finito e sarete di nuovo voi stessi, sedetevi a discutere il problema che e rimasto allo stesso modo insoluto come dieci mesi fa, quando sedevate qui a testa china timorosi e spaventati.

Veramente credete che i padroni della mente della Seconda Fondazione siano meno temibili solo perche siete riusciti a sconfiggere un buffone al comando di poche astronavi, Si interruppe, rosso in faccia e senza fiato.

Munn rispose con calma: – Mi vuoi ascoltare ora, Anthor? Oppure preferisci continuare nel tuo ruolo di cospiratore? – Avanti parla Homir – disse Darell, – ma cerchiamo tutti di evitare d'usare un linguaggio troppo fiorito.

Qualche volta puo essere divertente, ma ora non e il caso.

Homir Munn si appoggio allo schienale della sedia e lentamente riempi il suo bicchiere di vino.

– Sono stato mandato su Kalgan – disse, – per scoprire quanto potevo dei documenti conservati nel palazzo del Mulo.

Ho impiegato vari mesi in questo lavoro.

E non mi attribuisco alcun merito in cio che ho fatto.

Come ho gia detto prima, e stata Arcadia, con i suoi intrighi a ottenere che io visitassi il palazzo.

Tuttavia, rimane il fatto che ho potuto aggiungere alle mie documentazioni sulla vita del Mulo che, ve l'assicuro non erano poche, altre nozioni e prove che non sono state fornite a nessun altro.

"Mi trovo percio in una posizione unica per stimare il pericolo della Seconda Fondazione; e ne so di conseguenza molto di piu del nostro eccitabile amico".

– E qual'e allora – chiese Anthor. – la portata di questo pericolo? – Il pericolo non c'e.

Tutti rimasero in silenzio, poi Elvett Semic chiese con aria sorpresa: Che significa che il pericolo non c'e? – E' semplice amici, la Seconda Fondazione non esiste.

Anthor chiuse gli occhi e appoggio la testa sullo schienale della sedia, pallido in faccia e privo di espressione.

Munn continuo compiaciuto e sorridente, mentre gli altri lo guardavano attentamente: – E vi diro di piu, non e mai esistita.

– Su che cosa basi una conclusione cosi sorprendente? – gli chiese Darell.

– Nego – rispose Munn. – che sia sorprendente.

Voi tutti conoscete la storia della ricerca del Mulo.

Ma che ne sapete dell'intensita e della caparbieta con la quale cerco la Seconda Fondazione? Lui possedeva una quantita di risorse a sua disposizione e non risparmio mezzi ne uomini.

Egli possedeva degli straordinari poteri mentali.

Tuttavia non trovo la Seconda Fondazione.

– Nessuno di noi s'aspettava di riuscire a trovarla – gli fece notare Turbor. – Possiedono sistemi adeguati a proteggersi da eventuali curiosita.

– Anche quando la mente che faceva le ricerche possedeva i mezzi del Mulo? Non credo.

Ma via, non vi aspetterete che vi faccia un riassunto in cinque minuti dei cinquanta volumi che sono riuscito a raccogliere? Tutte le mie documentazioni, come clausola del trattato di pace, verranno spedite su Terminus ed entreranno a far parte del Museo storico di Seldon e voi sarete in grado di consultarli con comodo.

La conclusione non vi parra tragica.

Non esiste, e non esistera mai, una Seconda Fondazione.

Semic lo interruppe. – E allora chi ha fermato il Mulo? – Per la Galassia, chi credete sia stato? La morte, la stessa che fermera tutti noi.

La piu grande superstizione dei nostri tempi e che il Mulo sia stato fermato, nella sua straordinaria carriera di conquistatore, da qualche nemico superiore a lui.

E la conseguenza per aver considerato il problema da un punto di vista sbagliato.

«Tutti noi sappiamo che il Mulo era fisicamente debole.

Mori a trent'anni a causa del suo precario stato di salute.

La macchina malandata del suo corpo cesso di sostenerlo.

Gia molti anni prima della sua morte lui era un invalido.

Nei suoi periodi migliori non e stato mai piu forte di un uomo normale malaticcio.

Conquisto la Galassia e poi mori di morte naturale.

E' piu sorprendente il fatto che sia riuscito a sopravvivere tanto a lungo.

Amici, sono documenti scritti quelli che vi sottoporro.

Dovrete semplicemente pazientare.

Dovrete, per ora, solo cercare di esaminare i fatti da un differente punto di vista.

Darell lo guardo pensieroso. – Va bene, Munn, seguiamo il tuo consiglio.

Se non altro sara un tentativo interessante, servira a chiarirci le idee.

Ma come giustifichi gli uomini condizionati, il cui diagramma mentale ci e stato sottoposto da Anthor un anno fa? Aiutaci a trovare una giustificazione anche per costoro.

– E' facile.

Quanto e vecchia la scienza dell'analisi encefalografica? O meglio, quanto sviluppati sono gli studi dei diagrammi cerebrali? – Siamo solamente agli inizi, lo ammetto – affermo Darell.

– D'accordo.

Fino a che punto e sicura la vostra interpretazione di quello che avete chiamato il Pianoro del Condizionato? E una teoria tua e di Anthor, ma fino a che punto e sicura? E' abbastanza valida da provare con certezza l'esistenza di una forza superiore non identificabile in altro modo? E' facile spiegare l'ignoto creando un essere superiore.

"E un fenomeno molto umano.

Esistono moltissimi casi nella storia galattica di popolazioni, di sistemi solari isolati, che sono tornati alla barbarie.

Che cosa abbiamo imparato? In tutti i casi, queste popolazioni attribuiscono le forze per loro incomprensibili della natura, quali tempeste, pestilenze, terremoti, alla volonta di esseri piu potenti dell'uomo.

Si chiama antropomorfismo, e noi in questo caso ci comportiamo esattamente come selvaggi.

Conoscendo poco della Scienza Mentale, attribuiamo tutto cio che non comprendiamo a superuomini, in questo caso quelli della Seconda Fondazione, basandoci su una vaga allusione di Hari Seldon".

– Finalmente e saltato fuori – lo interruppe Anthor. – Allora tu ricordi Seldon.

Credevo che te ne fossi dimenticato.

Seldon ha detto che esisteva una Seconda Fondazione.

Spiegaci questo ora.

– Tu conosci i segreti a propositi di Seldon? Sai quali necessita richiedevano i suoi calcoli? La Seconda Fondazione, forse, non e nient'altro che uno spaventapasseri, creato a bella posta per un determinato scopo.

Come siamo riusciti a sconfiggere Kalgan, per esempio? Cosa dicevi nella tua ultima serie di articoli, Turbor? Turbor si agito sulla sedia. – Si, capisco dove vuoi arrivare.

Mi trovavo su Kalgan verso la fine, Darell, ed era ovvio che il morale della popolazione fosse molto a terra.

Ho esaminato i loro vecchi articoli di giornale: ebbene, era evidente che si aspettavano di essere sconfini.

Anzi erano completamente terrorizzati al pensiero che la Seconda Fondazione fosse intervenuta al fianco della Prima.

– Esattamente – disse Munn. – Io sono stato laggiu durante tutta la guerra.

Ho detto a Stettin che la Seconda Fondazione non esisteva e lui mi ha creduto.

Si e sentito sicuro.

Ma non c'e stato modo di convincere la gente a non credere a una cosa a cui aveva creduto per anni.

Come vedete, questo mito e servito parecchio al gioco di Hari Seldon.

Ma Anthor spalanco gli occhi e li fisso su Munn con aria ironica. – Tu menti.

Homir impallidi – Non vedo come potrei accettare una tale accusa, senza una prova.

– Lo dico senza intenzione di offenderti personalmente.

Tu non puoi fare a meno di mentire.

Tu non ti rendi nemmeno conto di farlo.

Eppure, menti.

Semic poggio una mano sul braccio di Anthor. – Calmati.

Anthor si scrollo la mano di dosso senza troppi complimenti. – Ho perso la pazienza con tutti voi – disse. – Io ho visto quell'uomo non piu di una decina di volte in vita mia, eppure lo trovo straordinariamente cambiato.

Voi lo conoscete da anni, e non ve ne siete accorti.

C'e da impazzire.

Considerate quest'uomo che stiamo ascoltando Homir Munn? Per me non e l'Homir Munn che io conosco.

Tra la confusione di voci indignate, Munn grido: – Intendi dire che io sono un impostore? – Forse non nel senso comune della parola – grido Anthor – ma non di meno sempre un impostore.

Calmatevi! Chiedo di essere ascoltato.

Batte il pugno sul tavolo e torno il silenzio. – Nessuno di voi ricorda l'Homir Munn come lo ricordo io; il timido bibliotecario che non riusciva mai a parlare senza arrossire; l'uomo dalla voce incerta e nervosa che non riusciva a dire una frase senza balbettare? Secondo voi quest'uomo gli assomiglia? E sciolto, fiducioso, pieno di teorie, e per la Galassia, non balbetta.

Non e la medesima persona.

Persino Munn sembrava imbarazzato, e Pelleas Anthor continuo: – Vogliamo metterlo alla prova? – E come? – chiese Darell.

– Sei proprio tu a chiedere come? Ma e semplicissimo.

Possiedi ancora il suo diagramma encefalografico di dieci mesi fa, non e vero? Registriamone un altro e confrontiamolo.

Punto l'indice in direzione del bibliotecario accigliato e disse con veemenza: – Voglio proprio vedere se ha il coraggio di rifiutare di essere sottoposto ad analisi.

– Io non ho nulla in contrario – disse Munn. – Io sono sempre lo stesso uomo.

– Come puoi saperlo tu? – disse Anthor con disprezzo. – Ma non basta.

Non mi fido di nessuno qui.

Voglio che tutti si sottopongano a un'analisi.

C'e stata una guerra.

Munn e stato su Kalgan: Turbor a bordo di navi in tutte le zone di operazione.

Darell e Semic si sono assentati anche loro, non so per dove.

Solo io sono rimasto al sicuro, e non mi fido di nessuno di voi.

Non mi tirero indietro pero, e anch'io mi sottoporro all'analisi.

Siamo d'accordo? O volete che me ne vada per i fatti miei? Turbor scrollo le spalle e disse: – Io non ho alcuna obiezione.

– Io ho gia detto che non me ne importa – disse Munn.


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