– Eccoli qui – Darell si frugo in tasca.

Era un oggetto dalle proporzioni minuscole.

Glielo lancio tra le mani.

Anthor lo esamino accuratamente e scrollo le spalle. – Non ci capisco proprio niente.

Darell, che cos'e che non devo toccare? Non vorrei eliminare il dispositivo di difesa di questa casa per sbaglio.

– Non c'e pericolo: quel comando e chiuso e nascosto – disse Darell con aria indifferente.

– E a che serve questa manopola? – Quella varia gli intervalli dei diagrammi mentali.

Questa qui, varia l'intensita.

Era quella la manopola alla quale mi riferivo.

– Posso… – chiese Anthor, con le dita sull'interruttore.

Gli altri erano intorno a lui.

– E perche noi? – disse Darell scrollando le spalle. – Non avra alcun effetto su di noi.

Lentamente, quasi esitante, Anthor giro la manopola, prima in una direzione, poi nell'altra.

Turbor stringeva i denti, mentre Munn batteva le palpebre rapidamente.

Era come se cercassero disperatamente di avvertire un impulso che non avrebbero mai potuto sentire essendo sprovvisti dell'apparato sensitivo adatto.

Infine Anthor scrollo la testa e restitui la piccola scatola a Darell.

Bene, penso che dovremo fidarci della tua parola.

Ma indubbiamente non mi e sembrato che accadesse niente quando ho girato la manopola.

– Ma per forza, Anthor – disse Darell con un sorriso ironico.

Quello che ti ho dato, non funzionava.

Vedi, ne ho qui un altro. – E detto cio apri la giacca e aziono un comando di una scatola del tutto simile alla precedente, che gli pendeva dalla cintura.

Con un urlo Pelleas Anthor cadde al suolo.

Si rotolo in agonia, pallido, strappandosi disperatamente i capelli.

Munn indietreggio allontanandosi da quel corpo agonizzante.

Semic e Turbor sembravano due statue di gesso, immobili e pallidi com'erano.

Darell giro ancora una volta la manopola.

Anthor ebbe ancora un paio di sussulti, poi giacque immobile.

Era ancora in vita e rantolava debolmente.

– Mettetelo sul divano – disse Darell, afferrando il giovane per le spalle. – Aiutatemi.

Turbor si abbasso e lo prese per i piedi.

Era come sollevare un sacco dal pavimento.

Poi dopo alcuni minuti, il respiro torno normale e Anthor apri gli occhi.

La sua faccia era d'un giallo orribile, i capelli e i vestiti erano bagnati di sudore, e la sua voce era quasi irriconoscibile.

– Non farlo di nuovo! – mormoro. – Tu non sai… tu non sai… – e ricadde con la testa sul cuscino.

– Non l'azionero piu – promise Darell, – se tu ci dirai la verita.

Appartieni alla Seconda Fondazione? – Un po d'acqua per favore – imploro Anthor.

– Turbor, vai a prendere l'acqua – disse Darell, – e porta la bottiglia del whisky.

Ripete la domanda dopo aver fatto ingoiare ad Anthor un bicchierino di whisky e due bicchieri d'acqua.

Il giovane sembro sentirsi meglio…

– Si – disse, – sono un membro della Seconda Fondazione.

– Che si trova su Terminus? – lo incalzo Darell.

– Si, si.

Hai azzeccato ogni particolare, Darell.

– Bene! Ora spiegaci che cosa e successo in questi ultimi sei mesi.

Parla! – Ho bisogno di dormire – sussurro Anthor.

– Piu tardi.

Ora parla! Il giovane tossi debolmente.

Poi parlo a bassa voce e in fretta.

Gli altri si chinarono su di lui per afferrare ogni parola. – La situazione stava diventando pericolosa.

Sapevamo che gli scienziati di Terminus avevano incominciato a interessarsi ai diagrammi cerebrali e che c'era il pericolo che riusciste a fabbricare uno strumento simile allo Staticizatore Mentale.

I nemici della Seconda Fondazione ogni giorno diventavano piu numerosi.

Dovevamo fermarci senza rovinare il Progetto Seldon.

Noi…

noi abbiamo cercato di controllare il fenomeno.

Abbiamo cercato di aggregarci a voi.

In tal modo avremmo allontanato i sospetti da noi.

Abbiamo provveduto affinche Kalgan vi dichiarasse guerra per distrarvi dal vostro lavoro.

Per questa ragione ho mandato Munn su Kalgan.

La supposta amante di Stettin e una di noi.

Lei ha fatto in modo che Munn agisse cosi.

– Callia e… – disse Munn, ma Darell gli fece cenno di fare silenzio.

Anthor continuo, senza accorgersi dell'interruzione. – Arcadia segui Munn.

Non avevamo contato su questo fatto, e impossibile che fuggisse su Trantor per evitare interferenze.

E tutto qui.

Ma abbiamo perduto in ogni caso.

Hai tentato di farmi andare su Trantor, vero? domando Darell.

Anthor annui. – Dovevo toglierti da qui.

La tua mente era trionfante.

Era chiaro che stavi per risolvere il problema dello Staticizzatore Mentale.

– E perche non mi hai condizionato? – Non potevo… non potevo.

Avevo ordini precisi.

Noi tutti lavoravamo secondo un piano prestabilito.

Non potevamo improvvisare niente, altrimenti si rischiava di fallire.

Ogni Piano si basa unicamente su probabilita… tu lo sai… il Progetto Seldon. – Parlava a tratti, tormentato dal dolore, e in modo quasi incoerente.

Spostava la testa da un lato all'altro e sembrava febbricitante. – Abbiamo dovuto lavorare sugli individui… non gruppi… probabilita molto basse… siamo stati sconfitti.

A parte il fatto… se io ti controllavo… un altro avrebbe inventato il tuo apparecchio… non serviva… dovevamo controllare i tempi… piu difficile…

Primo Oratore sa… non tutti gli angoli… non ha funzionato.

– Si interruppe.

Darell scosse la testa. – Non puoi addormentarti adesso.

Quanti siete? – Cosa? No… non molti… sarai sorpreso… cinquanta… non di piu.

– Tutti su Terminus? – Cinque o sei… nello spazio…

Callia… dormire.

Poi si tiro su violentemente, come se avesse radunato tutte le forze che gli rimanevano.

I suoi occhi sembravano piu vivi.

Stava tentando di dare una giustificazione alla sua sconfitta.

– Ce l'avevamo quasi fatta pero.

Avrei superato tutte le difese e ti avrei condizionato.

Avresti visto allora chi era il padrone.

Ma tu mi hai dato una manopola falsa… mi hai sempre sospettato.

E finalmente si addormento.

– Da quanto tempo lo sospettavi, Darell? – disse Turbor.

– Fin da quando e arrivato – rispose con calma. – Diceva di essere stato mandato da Kleise.

Ma io conoscevo Kleise.

E sapevo anche come ci eravamo lasciati.

Era un fanatico, e io l'avevo abbandonato.

Avevo le mie ragioni, poiche pensavo che fosse meglio lavorare da soli.

Ma non potevo dirlo a Kleise, non mi avrebbe ascoltato.

Per lui io ero un codardo un traditore, forse persino un agente della Seconda Fondazione.

Era un uomo che non perdonava e da allora fino quasi al giorno della sua morte non eravamo piu stati in contatto.

Poi improvvisamente, poche settimane prima che morisse, mi scrisse una lettera.

Una lettera affettuosa come se io fossi un suo grande amico, dove mi parlava del suo allievo piu promettente e mi proponeva di riprendere la nostra collaborazione.

La cosa mi parve assurda.

Come sarebbe potuta accadere una cosa del genere, se non fosse stato influenzato da un'altra persona? Cominciai a chiedermi se non intendesse presentarmi un vero agente della Seconda Fondazione.

E in effetti e stato cosi…

Sospiro e chiuse gli occhi per un istante.

Semic intervenne esitando: – Che ne faremo di loro… intendo dire degli uomini della Seconda Fondazione? – Non so – rispose Darell triste. – Potremmo mandarli in esilio, forse.

Su Zoranel, per esempio.

Potremmo trasferirli laggiu e saturare il pianeta con lo Staticizzatore Mentale.

I sessi potranno essere separati, o meglio ancora, sterilizzati, e in cinquant'anni la Seconda Fondazione non sara che un ricordo del passato.

O forse, una morte istantanea per tutti loro sarebbe la soluzione migliore.

– Pensi che noi potremmo imparare a usare il loro sesto senso? chiese Turbor. – Oppure sono nati con questa facolta, come il Mulo? – Non so.

Penso che si sia sviluppato attraverso un allenamento particolare, visto che nell'encefalografia esistono indicazioni che tale potenziale e latente nella mente umana.

Ma per quale ragione vorresti possedere un senso simile? Non e servito a loro.

Si fece scuro in faccia.

Non parlo, ma la sua mente era tormentata.

Era stato troppo facile… troppo facile.

Erano stati sconfitti; questi invincibili erano caduti in trappola troppo ingenuamente.

Il pensiero lo preoccupava.

Per la Galassia! Quando un uomo potra sapere se e uno strumento di qualcun altro? E come? Arcadia stava tornando a casa, e cerco di non pensare a cio che avrebbe dovuto risolvere al suo ritorno.

Sua figlia era a casa da una settimana, poi da due, ma il dottor Darell non riusciva a decidersi.

Come avrebbe potuto? Ormai non era la bambina di una volta: per una strana alchimia, era diventata donna.

Sua figlia era la sola cosa che gli rimaneva nella vita; tutto cio che gli restava di un matrimonio che non era durato piu a lungo di una luna di miele.

Poi, una sera, finalmente si decise. – Arcadia – disse cercando di apparire naturale, – che cosa ti ha fatto pensare che la Seconda Fondazione si trovava su Terminus? Erano stati a teatro, nei posti migliori provvisti di ricevitori tridimensionale personali.

Per l'occasione sua figlia aveva indossato un vestito nuovo ed era felice.

Lei lo guardo un momento senza rispondere, poi disse: – Non lo so, papa.

Mi e venuto in mente cosi.

Il dottor Darell senti il cuore gelarglisi.

– Pensa – disse – pensaci bene.

E importante.

Cosa ti ha fatto decidere che tutt'e due le Fondazioni si trovavano su Terminus? Lei aggrotto la fronte. – Ebbene, c'era Callia.

Sapevo che lei era della Seconda Fondazione.

E anche Anthor l'ha confessato.

– Ma lei si trovava su Kalgan – insiste Darell. – Che cosa ti ha fatto pensare a Terminus? Arcadia aspetto vari minuti prima di rispondere.

Che cosa l'aveva fatta decidere? Provava una sensazione orribile, come di qualcosa che non riusciva ad afferrare.

Alla fine disse: – Callia sapeva un mucchio di cose, e tutte le sue informazioni venivano da Terminus.

Ti sembra possibile, papa? Ma lui scosse la testa.

– Papa – grido – l'ho intuito.

E piu ci pensavo, piu la cosa mi sembrava giusta.

E tutto qui.

Il padre aveva lo sguardo disperato. – Cosi non va, Arcadia.

Non ci siamo.

Un'intuizione e sospettabile, quando si ha a che fare con la Seconda Fondazione.


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