Distolse nuovamente lo sguardo, e Chris pensò, e giustamente, come poi risultò, che in realtà avesse vari giudizi da dare sull’argomento. Capì che Gaby era una di quelle persone che non riescono a guardare in faccia le persone quando dicono una menzogna, e la cosa gli fece piacere, perché anche lui era fatto così.

— Dopo un poco, però — riprese Gaby — cominciò a sentirne il peso. Al Festival c’è un mucchio di gente disperata. Non te ne accorgi, perché i titanidi piangono in privato. E non dico neppure che corrono ad ammazzarsi, se vengono scartati. Non ho mai saputo che un titanide si sia suicidato. Però, per colpa di Cirocco ci sono sempre molte persone tristi. Lei ha continuato per molto tempo, anche dopo che il Festival ha cessato di essere per lei un divertimento, capisci, per un suo senso del dovere. Ma circa vent’anni fa è giunta alla conclusione di avere fatto tutto quello che si poteva pretendere da una persona. Era giunto il momento di passare quel lavoro a qualcun altro. Perciò si recò da Gea e le chiese di essere esonerata da quel compito. E Gea si rifiutò di farlo.

Lo fissò con attenzione, aspettandosi che capisse. Ma Chris non aveva ancora capito con esattezza. Gaby si appoggiò con la schiena alla barca, si mise le mani dietro la nuca. Fissò le nuvole.

— Quando accettò il suo lavoro, Rocky lo accettò con qualche riserva — disse Gaby. — C’ero anch’io, e lo so. Lo ha accettato a occhi aperti, o così le pareva. Non si fidava completamente della parola di Gea, e aveva il sospetto che tirasse fuori dalla manica, una volta o l’altra, l’asso pigliatutto. La cosa curiosa, comunque, è che Gea ha rispettato la sua parte dell’accordo. Ci sono stati dei buoni anni. Qualche pericolo evitato per un soffio, qualche guaio davvero brutto, ma nel complesso sono stati i migliori anni della sua vita. E anche della mia. Non sentivi mai una lamentela da parte nostra, neppure quando le cose si facevano davvero pericolose, perché sapevamo che cosa dovevamo aspettarci, allorché avevamo deciso di non ritornare sulla Terra. Gea non ci ha mai promesso una vita comoda. Ci ha detto che potevamo arrivare a una vecchiaia davvero venerabile, purché fossimo state attente a dove mettevamo i piedi. E tutto si è svolto come promesso.

"Non abbiamo mai pensato alla vecchiaia, perché non invecchiavamo. — Rise, e nella risata c’era una punta di derisione. — Eravamo come gli eroi di una serie televisiva o di una storia a fumetti: "Tornate con noi la prossima settimana per una nuova entusiasmante avventura…" e noi eravamo di nuovo lì, sempre uguali, sempre di partenza. Io ho costruito una strada attorno a Gea. Cirocco è stata rapita da King Kong e siamo stati costretti ad andarla a prendere. Noi… oh, basta, ordinami di stare zitta, per piacere. Vai a trovare un vecchio, e quello non fa che annoiarti con le sue storie."

— No, no, continua — disse Chris, divertito. A dire il vero, il paragone con gli eroi dei fumetti era venuto in mente anche a lui. La vita di quelle due donne era sempre stata così lontana da quella delle persone ordinarie, da farle parere leggermente irreali. Eppure, Gaby era davanti a lui, cent’anni di età e vera come un calcio in uno stinco.

— E fu così che Rocky finalmente se lo trovò davanti. L’asso piglia-tutto, e fu davvero una bella fregatura per lei. Comunque, dovevamo aspettarcelo. Gea ha sempre detto di non dare niente per niente. Noi avevamo creduto di rispettare la nostra parte dell’accordo, ma Gea voleva di più. Ecco la truffa da lei preparata.

"Ricordi che Rocky si è messa in bocca l’uovo durante il Festival? — Chris annuì, e Gaby continuò. — L’uovo ha cambiato colore. È diventato trasparente come vetro. Fatto sta che nessun uovo di titanide può essere fecondato se prima non si produce quel cambiamento."

— Vuoi dire che qualcuno deve metterselo in bocca?

— Ci sei quasi arrivato. La bocca di un titanide non è sufficiente. Deve essere una bocca umana. Anzi, una bocca umana in particolare.

Chris fece per dire qualcosa, poi s’interruppe e tornò a sedere.

— Solo lei?

— La sola, l’unica meravigliosa Maga di Gea.

Chris non desiderava sapere altro. Ora capiva tutto, ma Gaby continuò, per essere certo che ne cogliesse tutte le implicazioni.

— Finché Gea non cambierà idea — proseguì Gaby, inesorabile — Rocky è l’unica responsabile della sopravvivenza della razza dei titanidi. Quando lo venne a sapere, saltò il Festival successivo. Disse che non riusciva a sopportare l’idea. Era una responsabilità troppo grande, per una sola persona. E se lei fosse morta? Gea non le diede la risposta. Gea è perfettamente capace di lasciare che la razza si estingua, se Rocky si allontana, o se smette di recarsi al Festival, o se muore.

"Per questo motivo riprese ad andare al Festival. Che altro poteva fare?"

Chris ripensò all’ambasciatore titanide da lui conosciuto a San Francisco: Dulcinea, si chiamava. Era rimasto turbato quando Dulcinea gli aveva spiegato la propria posizione. Adesso era ancora peggio.

— Non capisco come…

— Si è comportata con molta astuzia. Quando Rocky accettò l’incarico, aveva appena convinto Gea a interrompere la guerra tra i titanidi e gli angeli. L’ostilità tra le due razze era inserita nel loro cervello, nei loro geni, penso. Gea ha dovuto riprenderli a uno a uno per fare in loro dei cambiamenti. Allo stesso tempo, io e Rocky ci siamo fatti trasmettere dalla mente di Gea una notevole quantità di conoscenze. Alla fine di questo, entrambe potevamo parlare il linguaggio dei titanidi e di molti altri, e conoscevamo a menadito l’interno di Gea. E le ghiandole salivarie di Rocky erano state leggermente cambiate, in modo da produrre una sostanza chimica di cui, dopo i cambiamenti operati da Gea, i titanidi avevano bisogno nella riproduzione.

"Non cominciò subito a bere. Quando era più giovane, ogni tanto fiutava un po’ di cocaina, ma aveva smesso da anni. Ritornò alla cocaina. In seguito scoprì che l’alcool era più efficace, e finì dunque per darsi a esso. Quando si avvicina l’epoca del Festival, lei fa del suo meglio per dimenticarsene. Ma non riesce a farlo."

Gaby si alzò in piedi e rivolse un segnale a Salterio, che remava a una decina di metri di distanza da loro. Subito Salterio si accostò.

— Tutto questo, naturalmente, non ha importanza — disse, parlando in fretta. — L’aspetto più importante, in un alcolizzato in un viaggio come questo, non è il motivo che lo porta a bere, ma se potrà essere di aiuto a qualcuno, se stesso incluso, allorché sorgerà una difficoltà. Torno a dire che potrà esserlo, perché, se così non fosse, non ti avrei invitato a venire con noi.

— Sono lieto di saperlo — disse Chris. — E mi spiace. Lei gli rivolse un sorriso obliquo. — Non devi dispiacertene.

Tu hai i tuoi problemi, noi abbiamo i nostri. Abbiamo quello che abbiamo chiesto, io e Rocky. Colpa nostra se non sapevamo cosa stavamo chiedendo.


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