— Gloria a Te, Signore — mormorò Maksim, guardando il cadavere del mutantropo. — Gloria a Te, Signore.

Non aveva nulla contro il ruolo che gli era stato assegnato in questa vita.

Solo che era un po' troppo impegnativo per uno come lui, che non aveva mai avuto un livello di aspettative troppo elevato.

Capitolo 1

Quella mattina capii che la primavera era davvero arrivata.

Ancora la sera prima il cielo era diverso. Nuvole grigie fluttuavano sulla città, e c'era odore di vento umido e freddo e di neve imminente. Si aveva voglia soltanto di ficcarsi in poltrona il più comodamente possibile, infilare nel videoregistratore la cassetta di un film demenziale e vivace (cioè americano), bere un sorso di cognac e addormentarsi così.

Quella mattina invece il gesto magico di un prestigiatore aveva lanciato sulla città un fazzoletto azzurro, e l'aveva passato su strade e piazze, ripulendole dagli ultimi rimasugli di inverno. E gli ultimi mucchietti di neve sudicia rimasti in qualche avvallamento o in qualche angolo in ombra sembravano, più che una svista della primavera ormai arrivata, un indispensabile elemento decorativo. Un ricordo…

Mentre camminavo per raggiungere la metropolitana, sorridevo.

Certe volte è molto bello essere uomini. Adesso, per esempio, era già una settimana che conducevo questa vita: quando arrivavo al lavoro, non salivo mai oltre il primo piano, trafficavo un po' col server che di colpo aveva preso tutta una serie di brutte abitudini, installavo alle ragazze dell'ufficio contabilità i nuovi programmi Office, la cui utilità non era chiara né a me né a loro. La sera andavo a teatro, allo stadio, in certi baretti e ristorantini da niente. Dovunque ci fosse gente, e rumore. Essere un uomo della folla era ancora più interessante che essere semplicemente un uomo.

Naturalmente nell'ufficio della Guardia della Notte, un vecchio edificio di tre piani che ci aveva affittato la nostra filiale, di uomini non c'era neppure l'ombra. Perfino le tre vecchiette che facevano le pulizie erano Altre. Perfino gli insolenti ragazzotti addetti alla sicurezza, il cui compito era stare all'ingresso e spaventare piccoli delinquenti e commessi viaggiatori, avevano un certo potenziale magico. Perfino il tecnico dell'impianto igienico, il classico tecnico degli impianti igienici moscovita, alcolista incallito, era un mago… e un mago niente male, che sapeva cosa fare dello spirito che ingurgitava.

Comunque i primi due piani avevano sempre avuto un'aria assolutamente normale. Qui si permetteva di entrare anche agli agenti della finanza, ai partner in affari appartenenti alla razza umana, ai banditi del nostro clan… Che il clan lo controllasse pure personalmente il Capo, ma perché farlo sapere ai quattro venti?

E anche i discorsi che si facevano erano dei più banali. Si parlava di politica, di tasse, di acquisti, del tempo, dei flirt degli altri e delle proprie avventure amorose. Le fanciulle tagliavano i panni addosso ai maschietti, e anche noi facevamo la nostra parte. Si intrecciavano amori, si tessevano trame ai danni dei diretti superiori, si valutavano le possibilità di ricevere qualche incentivo.

Mezz'ora dopo arrivai a Sokol e risalii in superficie. C'era molto rumore e l'aria sapeva di gas di scarico. Comunque la primavera era arrivata.

La via dove si trova il nostro ufficio non è nel peggiore dei quartieri moscoviti. Tutt'altro, anzi, se lo si confronta con la sede della Guardia del Giorno. Ma il Cremlino in ogni caso non fa per noi: il passato ha lasciato tracce troppo profonde sulla Piazza Rossa e sulle antiche mura di mattoni. Forse un giorno svaniranno. Per ora però sono ancora molto forti… anche troppo, ahimè.

Dalla fermata del metrò proseguii a piedi: era molto vicino. Le facce intorno a me erano buone, riscaldate dal sole. Per questo amo la primavera: attenua la sensazione di penosa impotenza. E diminuisce le occasioni di intervento…

Uno dei ragazzotti della sicurezza fumava davanti all'ingresso. Mi fece un cenno amichevole, i suoi compiti non prevedevano un controllo particolarmente accurato. E inoltre dipendeva direttamente da me la possibilità di trovare sul computer della loro stanza l'accesso a Internet e un paio di giochini nuovi, o soltanto le informazioni di servizio e i dossier dei collaboratori.

— Sei in ritardo, Anton — buttò là. Guardai l'orologio stupito.

— Il Capo ha radunato tutti nella sala conferenze, sono già venuti a cercarti.

Ecco una cosa strana: di solito non mi convocavano alle riunioni mattutine. C'era stato qualche problema con il sistema informatico? Era improbabile. In quel caso non avrebbero esitato a tirarmi giù dal letto, magari nel bel mezzo della notte. Era già successo…

Annuii e allungai il passo.

L'ascensore nel palazzo c'è, ma è ultravecchio, e preferii salire fino al terzo piano di corsa. Sul pianerottolo del secondo piano c'era un altro posto di guardia, già più serio. Quella mattina era di turno Garik. Mentre mi avvicinavo socchiuse gli occhi, guardò attraverso la tenebra, scannerizzando l'aura e tutti i segni distintivi che noi agenti della Guardia abbiamo addosso. Solo dopo mi sorrise gentilmente.

— Forza, sbrigati.

La porta della sala conferenze era socchiusa. Prima di entrare, sbirciai da quella fessura: c'erano una trentina di persone, soprattutto operativi e analisti. Il Capo camminava su e giù davanti a una cartina di Mosca, mentre Vitalij Markovič, il suo vice per la parte commerciale, molto debole come mago ma in compenso un businessman nato, diceva: — E in questo modo abbiamo completamente bloccato le spese correnti, e non abbiamo nessuna necessità di ricorrere a… ehm… modalità particolari di finanziamento. Se l'assemblea sosterrà le mie proposte, possiamo aumentare un po' la soddisfazione dei nostri collaboratori, in primo luogo i lavoratori operativi, naturalmente. Le indennità di temporanea inabilità al lavoro e le pensioni alle famiglie dei caduti necessitano anch'esse di… ehm… qualche aumento. E possiamo permettercelo…

È ridicolo che maghi capaci di tramutare il piombo in oro, il carbone in diamanti e ritagli di carta in fruscianti banconote si dedichino al commercio. Ma in effetti questo è comodo per due motivi. In primo luogo fornisce un'occupazione a quelli, tra gli Altri, le cui doti sono troppo modeste per garantire entrate costanti, e in secondo luogo diminuisce il rischio di spezzare l'equilibrio.

Quando entrai nella sala, Boris Ignat'evič fece un cenno e disse: — Grazie, Vitalij. Penso che la situazione sia chiara, non dobbiamo fare nessun appunto alla sua attività. Votiamo? Grazie. Adesso che tutti sono presenti…

Sotto io sguardo attento del Capo mi feci strada fino a una poltrona libera e mi sedetti.

— … possiamo passare alla questione principale.

Semën, che notai seduto di fianco a me, piegò la testa e mi sussurrò: — La questione principale è il versamento delle quote associative del mese di marzo…

Non riuscii a trattenere un sorriso. A tratti in Boris Ignat'evič si risvegliava molto chiaramente il vecchio funzionario di partito.

— La questione principale è la nota di protesta della Guardia del Giorno, che ho ricevuto due ore fa — disse il Capo.

Non ci arrivai subito. La Guardia del Giorno e la Guardia della Notte si tagliano continuamente la strada a vicenda. Le proteste sono un evento quotidiano, talvolta vengono liquidate a livello di dipartimento regionale, talvolta si ricorre al Tribunale di Berna…

Poi mi resi conto che la protesta per cui era stata convocata l'assemblea allargata della Guardia non poteva essere un avviso di routine.

— Il punto essenziale della protesta… — il Capo si sfregò la radice del naso — … il punto essenziale della protesta è questo… Stamattina nella zona dello Stolesnikov è stata uccisa un'agente delle Tenebre. Ecco una rapida descrizione dei fatti.


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