Le Tenebre!

Qualsiasi cosa pensassi di Geser, per quanto avessi da discutere, restavo pur sempre un Guardiano della Notte.

Portai la mano all'amuleto che avevo in tasca, chiamai la mia ombra ed entrai nel Crepuscolo.

Ah, com'era tutto in stato d'abbandono!

Da tempo non giravo per il centro di Mosca nel Crepuscolo.

Muschio blu ricopriva ogni cosa come un tappeto. I filamenti che si dondolavano lentamente creavano un'illusione di acqua ondeggiante. Dei cerchi si staccavano da me e si allargavano tutt'intorno; il muschio assorbiva le mie emozioni e cercava di strisciare via. Ma le piccole monellerie del Crepuscolo in quel momento non mi interessavano.

Non ero l'unico, in quello spazio grigio, sotto quel cielo senza sole.

Guardai per un istante la ragazza ferma di spalle davanti a me. Percepii il sorriso cattivo sul suo volto. Un sorriso indegno di un mago della Luce. "Debolmente" un cavolo!

Un'interferenza di terzo grado?

Ahi ahi ahi!

"È una cosa seria, ragazzina. È talmente seria da far pensare che tu sia impazzita. Terzo grado. Non è assolutamente nelle tue forze: stai usando l'amuleto di qualcun altro. Proverò a vederci chiaro con le mie forze."

Mi avvicinai. La ragazza non sentì i miei passi sul morbido tappeto di muschio blu. Le ombre indistinte degli uomini scivolavano tutt'intorno e lei era troppo concentrata.

— Anton Gorodeckij, Guardiano della Notte — dissi. — Alisa Donnikova, la dichiaro in arresto.

La streghetta cacciò un urlo e si girò. Stringeva nella mano un amuleto, un prisma di cristallo attraverso cui, fino a un attimo prima, aveva puntato lo sguardo sui passanti. Prima cercò istintivamente di nascondere l'amuleto, poi tentò di fissarmi attraverso il prisma. Le afferrai il braccio e la fermai. Restammo per un secondo immobili l'uno di fronte all'altra; intensificando lentamente la spinta, le rovesciai il pugno. Una scena simile tra un maschio e una femmina umani sarebbe parsa piuttosto vergognosa. Nel caso di noi Altri, le fonti della forza fisica non stanno né nell'appartenenza sessuale né tanto meno in una muscolatura gonfiata. La forza è intorno a noi: nel Crepuscolo, nelle persone che ci circondano. Non sapevo quanta forza Alisa poteva estrarre dal mondo circostante; forse anche più di me.

Ma io l'avevo sorpresa sul luogo del crimine. E nei paraggi potevano esserci altri Guardiani. La resistenza a un membro della Guardia avversa, che stesse ufficialmente procedendo all'arresto, comportava l'annientamento sul posto.

— Non oppongo resistenza — disse Alisa aprendo la mano. Il prisma cadde; il muschio fremette, cominciò a ribollire e lo avviluppò.

— Un prisma di forza? — domandai. — Alisa Donnikova, lei ha commesso un'interferenza di terzo grado.

— Quarto — si affrettò a rispondere,

Mi permisi di alzare le spalle. — Terzo, quarto… non importa. Ti aspetta comunque il Tribunale, Alisa. Sei fregata.

— Non ho fatto niente. — La strega cercava invano di apparire calma. — Dispongo di un permesso personale per il porto del prisma. Non l'ho attivato.

— Alisa, qualsiasi mago superiore può ricavare le informazioni da questa cosina.

Chinai il braccio, feci scostare il muschio e il prisma balzò nella mia mano. Era freddo, molto freddo.

— Persino io posso verificare la tua versione — dissi. — Alisa Donnikova, Altra, agente delle Tenebre, terzo livello di forza, lei è ufficialmente imputata di violazione del Patto. A causa del suo tentativo di resistenza, sarò costretto ad annientarla. Mani dietro la schiena.

La ragazza ubbidì. E cominciò a parlare, in fretta, cercando di essere persuasiva e mettendo nella voce tutta la sua abilità: — Aspetta. Anton, ti prego, ascoltami. Sì, ho provato il prisma, ma capisci, era la prima volta che mi affidavano un amuleto così potente! Anton, non sono una stupida: mettermi ad aggredire gli uomini nel bel mezzo di Mosca… perché mai avrei dovuto fare una cosa del genere? Anton, siamo entrambi Altri! Perché non risolviamo questa cosa in pace? Anton!

— Ma quale pace del cavolo? — le chiesi, infilandomi in tasca il prisma. — Andiamo…

— Anton, ti offro un'interferenza di terzo, quarto livello! Qualsiasi interferenza di terzo livello, compiuta negli interessi della Luce! Non il mio stupido gioco con il prisma, ma un'interferenza con tutti i requisiti!

Potevo capire la causa del suo panico. La faccenda sapeva di disincarnazione. Un Guardiano del Giorno che succhiava la vita dagli uomini per scopi personali era uno scandalo di dimensioni enormi! Avrebbero consegnato Alisa senza alcuna esitazione.

— Non hai il potere di chiedere simili compromessi. La direzione delle Tenebre ti sconfesserà.

— Zavulon mi giustificherà!

— Sì? — La sicurezza del suo tono mi confuse. Era forse l'amante di Zavulon? Sarebbe stato comunque sorprendente. — Alisa, una volta ho stretto con te un accordo pacifico…

— Certo, e io stessa avevo proposto di perdonare la tua interferenza.

— E come è andata a finire? — sorrisi. — Ti ricordi?

— Adesso la situazione è diversa, sono io ad aver violato la legge. — Alisa abbassò gli occhi. — Hai diritto al colpo di rimando. Non hai bisogno di un permesso per una magia della Luce di terzo livello? Per una qualsiasi magia della Luce? Potrai rimoralizzare una ventina di canaglie! Incenerire sul posto una decina di assassini! Scongiurare una catastrofe, produrre una diversione locale del tempo! Anton, davvero tutto questo non vale la mia stupida ragazzata? Guardati intorno: sono tutti vivi! Non ho fatto in tempo a combinare niente, avevo appena incominciato…

— Tutto ciò che dici può essere usato contro di te.

— Lo so, lo so!

Nei suoi occhi luccicavano le lacrime. E probabilmente non si trattava nemmeno di una simulazione. Sotto la sua essenza di strega, restava ancora una normalissima ragazza. Simpatica, terrorizzata, colta in fallo. E poi era davvero colpa sua. se aveva imboccato la strada delle Tenebre?

Sentii che il mio scudo emotivo si fletteva. Scossi la testa: — Non ti serve a nulla premere.

— Anton, ti prego, risolviamo la cosa in pace! Vuoi che mi procuri il diritto a un'interferenza di terzo grado?

Accidenti! Altro che bisogno. Qualsiasi mago della Luce sogna di ricevere carta bianca in questo modo! Sentirsi anche solo per un attimo un soldato con tutti i requisiti, e non un pidocchioso topo di trincea che fissa malinconicamente la bandiera bianca della tregua.

— Non hai alcun diritto di avanzare simili proposte — ribattei con fermezza.

— L'avrò! — Alisa scosse la testa e inspirò profondamente. — Zavulon! — chiamò.

Aspettai, stringendo in mano il piccolo disco dell'amuleto da combattimento.

— Ti invoco, Zavulon! — La sua voce si trasformò in uno strillo. Notai che le ombre dei passanti intorno a noi avevano cominciato a muoversi un po' più in fretta: gli uomini avvertivano un'inesplicabile angoscia e così acceleravano il passo.

Sarebbe di nuovo riuscita a far venire il capo degli agenti delle Tenebre?

Come quella volta, al ristorante Maharaja, quando Zavulon per poco non mi aveva ucciso con la Frusta di Shaab?

Ma non c'era riuscito. Aveva mancato il colpo.

Nonostante fosse stato Geser a organizzare quella provocazione, Zavulon era sembrato sinceramente convinto che io fossi colpevole dell'uccisione degli agenti delle Tenebre.

Aveva dunque altri piani, sul mio conto?

Oppure di nascosto, senza farsi notare, Geser era intervenuto a deviare il colpo?

Chissà. Come sempre, non disponevo di informazioni sufficienti per l'analisi. Avrei potuto formulare trentatré ipotesi, tutte in contraddizione l'una con l'altra.

Desideravo che Zavulon non rispondesse al richiamo. Così avrei trascinato Alisa fuori dal Crepuscolo, avrei chiamato il Capo o qualcuno degli agenti operativi, avrei consegnato quella stupida e ricevuto un premio a fine mese. Ma che premio avrei preso, adesso?


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