— Che sciocchezza! — esclama con stanco disprezzo il vecchio. — Va bene. Facciamo come vuole lei. Chissà perché vuole che le racconti cose che già sa… Va bene. Stia a sentire.
Pare che colpevole di tutto fosse la razza di schifosi Non-uomini, che si era sviluppata e moltiplicata nelle viscere del pianeta. Quattro decenni prima questa razza aveva dato inizio all’invasione della popolazione locale. L’invasione iniziò con una pandemia senza precedenti, che i Non-uomini diffusero contemporaneamente su tutto il pianeta. Finora non erano ancora riusciti ad identificare il microbo della pandemia. I sintomi della malattia erano questi: a cominciare dall’età di dodici anni, bambini assolutamente normali cominciavano ad invecchiare velocemente. Il tempo di sviluppo dell’organismo umano fino al raggiungimento del punto critico di accrescimento aumentava in progressione geometrica. Ragazzi e ragazze di sedici anni sembravano dei quarantenni, a diciotto anni cominciava la vecchiaia, e pochissimi erano quelli che arrivavano ai vent’anni.
La pandemia infuriava da tre anni, quando i Non-uomini per la prima volta resero nota la loro esistenza. Proposero a tutti i governi di organizzare il trasferimento della popolazione nel “mondo confinante”, cioè da loro, nelle viscere della Terra. Promisero che là, nel mondo confinante, la pandemia sarebbe scomparsa da sola, e allora milioni di persone spaventate si precipitarono in pozzi speciali da dove, ovviamente, nessuno era più tornato. Così, quaranta anni prima, era perita la civiltà locale.
Certo, non tutti credettero e non tutti si spaventarono. Rimasero intere famiglie e gruppi di famiglie, intere comunità religiose. Nelle tremende condizioni della pandemia continuarono la loro lotta senza speranza per l’esistenza e per il diritto di vivere così come avevano vissuto i loro antenati. Tuttavia, i Non-uomini non lasciarono in pace neanche questa misera percentuale della popolazione. Organizzarono una caccia continua ai bambini, a quest’ultima speranza dell’umanità. Invasero il pianeta di “gente cattiva”. All’inizio erano delle imitazioni di uomini, dall’aspetto di zii ridanciani e tutti dipinti, con campanelli tintinnanti e che cantavano allegre canzoncine. I bambini sciocchi li seguivano con gioia e sparivano per sempre nei “bicchieri” d’ambra. Nelle piazze principali apparvero negozi di giocattoli che brillavano nella notte. Il bambino vi entrava e spariva senza lasciar traccia.
— Abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Ci siamo armati: negli arsenali abbandonati c’erano molte armi. Insegnammo ai bambini a temere “la gente cattiva”, e poi a spararle contro con il fucile. Distruggemmo le cabine e sparammo contro i negozi di giocattoli, finché non ci rendemmo conto che era più saggio mettere a guardia delle sentinelle che bloccassero i bambini poco accorti sulla soglia. Ma questo fu solo l’inizio… I Non-uomini, con inesauribile inventiva, buttavano alla superficie sempre nuovi tipi di caccia-bambini. Apparvero “i mostri”. È quasi impossibile colpirli quando calano su un bambino. Apparvero gigantesche farfalle a vivaci colori; calavano sul bambino, lo avvolgevano con le ali e sparivano con lui. Queste farfalle non possono essere colpite dalle pallottole. Infine, l’ultima novità: sono apparse delle canaglie che non si distinguono in nulla da un comune combattente. Queste prendono semplicemente per mano il bambino che non sospetta nulla e lo portano con sé. Alcune di loro sanno persino parlare…
— Sappiamo benissimo che non abbiamo praticamente speranza di sopravvivenza. La pandemia non si arresta, e noi all’inizio speravamo proprio in questo. Solo un uomo su centomila non viene contagiato. Ecco, io, per esempio, e Draudan… e ancora un ragazzo. Lo conosco da quando è nato, ora ha diciotto anni e ne dimostra diciotto… Se non lo sapevate ora lo sapete. Se lo sapevate, allora tenete presente che noi capiamo perfettamente la nostra posizione. E siamo pronti ad accettare qualsiasi vostra condizione. Siamo pronti a lavorare per voi, siamo pronti a sottometterci a voi… Qualsiasi condizione, tranne una: curare tutti o nessuno. Niente élite, niente prescelti!
Il vecchio tace, tira a sé il boccale con l’acqua e beve avidamente. Il soldato che sta alla porta si appoggia ora su una gamba ora sull’altra e sbadiglia, coprendosi la bocca con il palmo della mano. A vederlo si direbbe che abbia venticinque anni. Ma in realtà? Tredici? Quindici? Un adolescente…
Siedo immobile, cercando di mantenere un volto impassibile. Inconsciamente mi aspettavo qualcosa del genere, ma quello che ho sentito da un testimone oculare che ha sofferto tutto questo, chissà perché, non mi entra in testa. I fatti che il vecchio mi ha esposto non li metto in dubbio, ma è come in sogno: ogni elemento preso singolarmente ha senso, ma tutti insieme sembrano proprio assurdi. Forse il problema Sta nel fatto che mi turbinava dentro un’idea preconcetta sui Nomadi in carne e ossa, incondizionatamente accettata da noi sulla Terra?
— Come fa a sapere che si tratta di Non-uomini? — chiedo. — Li ha visti? Lei personalmente?
Il vecchio ansima. Ha una faccia terribile.
— Darei metà della mia inutile vita per vedermene davanti almeno uno, — geme con voce rauca. — Ecco, con queste mani… Io stesso… Ma, ovviamente non li ho visti. Sono troppo accorti e vigliacchi… E forse non li ha visti nessuno, eccetto quei maledetti traditori del governo quaranta anni fa… Ma, secondo quanto si dice, non hanno nessuna forma, sono come l’acqua o come il vapore…
— Allora non si capisce, — dico. — Perché degli esseri che non hanno forma debbono attirare alcuni miliardi di persone nel sottosuolo?
— Maledizione! — il vecchio alza la voce. — Sono NON UOMINI! Come possiamo decidere noi due di che cosa abbiano bisogno i Non-uomini? Forse, di schiavi. Forse, di cibo… Forse, di materiale da costruzione per le loro canaglie. Che differenza fa? Hanno distrutto il nostro mondo! E anche ora non ci danno pace, ci avvelenano come topi…
E a questo punto il suo viso si contorce in modo terribile. Con agilità notevole per la sua età scatta verso la parete opposta, facendo rovesciare con rumore lo sgabello. In un batter d’occhio, tiene già con entrambe le mani un grosso revolver nichelato puntato proprio contro di me. I guardiani assonnati si svegliano e, con la stessa espressione di incredulità e di terrore in viso, sembrano all’improvviso proprio dei bambini e, senza perdermi d’occhio, si aggirano disordinatamente alla ricerca delle loro armi.
— Che cosa succede? — chiedo, cercando di non muovermi.
La canna nichelata traballa, e le sentinelle, trovate alla fine le armi, all’unisono riempiono i caricatori.
— Il tuo sciocco vestito è riuscito a funzionare, — sussurra Ščekn nella sua lingua. — Non ti si vede quasi. Solo il viso. Non hai forma, come l’acqua od il vapore. Comunque il vecchio non ha più l’intenzione di sparare. Lo levo di mezzo comunque?
— Non c’è bisogno, — dico in russo.
Il vecchio finalmente ritrova la voce. È più bianco della parete e parla balbettando, non per la paura, naturalmente, ma per l’odio. È proprio un vecchio possente.
— Maledetto lupo mannaro sotterraneo! — dice. — Metti le mani sul tavolo! La destra e la sinistra! Ecco, così…
— C’è un equivoco, — dico arrabbiato. — Non sono un lupo mannaro. Ho un vestito speciale, che mi può rendere invisibile. Solo che funziona male…
— Ah, il vestito? — esclama ironico il vecchio. — Nell’Arcipelago del Nord hanno imparato a fare vestiti invisibili!
— Nell’Arcipelago del Nord hanno imparato a fare molte cose, — ribatto. — Mettete via, per favore, le armi e cerchiamo di chiarire le cose con calma.
— Sei uno stupido, — dice il vecchio. — Anche se sei riuscito a vedere le nostre carte. Non c’è nessun Arcipelago del Nord… Ti ho capito subito, solo non riuscivo a capacitarmi di una tale sfacciataggine…
— Quanto intendi sopportare ancora? — sussurra Ščekn. — Tu occupati del vecchio, e io dei due giovani…