A colazione (pane, formaggio caprino e birra scura) Metock gli chiese di andar con lui a caccia di cervi. A Falk fece piacere. Il Fratello Maggiore era un cacciatore abilissimo, e anche lui lo stava diventando; questo creava, finalmente, qualcosa in comune tra lui e Metock. Ma il Signore intervenne: — Porta Kai, oggi. Voglio parlare con Falk.

Ogni persona della casa aveva una propria stanza per studiare o lavorare, e per dormirci quando faceva molto freddo; quella di Zove era piccola, alta e luminosa, con finestre a ovest, nord ed est. Tenendo gli occhi fissi tra le stoppie e il maggese dei campi autunnali, il Signore disse: — Parth ti vide la prima volta laggiù, presso quel faggio, se non sbaglio. Son passati cinque anni e mezzo; molto tempo! È arrivato il momento di parlare, tra noi due?

— Forse sì, Signore — disse Falk, diffidente.

— È difficile dirlo, ma credo che tu avessi circa venticinque anni quando sei arrivato. Cosa ti rimane di quei venticinque anni?

Falk sollevò un attimo la mano sinistra. — Un anello — disse.

— E il ricordo di una montagna?

— Il ricordo di un ricordo. — Falk scosse le spalle. — E spesso, come vi ho già detto, ritrovo per un attimo nella mente il suono di una voce, o la sensazione di un movimento, un gesto, una distanza. Tutte cose che non rammento di avere appreso nella mia vita qui con voi. Ma manca l'insieme, restano cose senza significato.

Zove andò a sedersi presso la finestra e indicò a Falk di fare lo stesso. — Non dovevi più crescere; le capacità motorie che avevi acquisito non erano molto danneggiate. Ma anche così, hai imparato tutto con una rapidità sbalorditiva. Mi domando se gli Shing, che nell'antichità controllavano la genetica umana e selezionavano le persone per vivere nelle colonie, non abbiano selezionato anche noi per la nostra docilità e poca intelligenza, mentre tu invece puoi essere il risultato di una razza mutante che in qualche modo è sfuggita al controllo. Qualunque cosa tu fossi, eri certo un uomo molto intelligente… E ora sei tornato a esserlo. Mi piacerebbe sapere cosa pensi tu stesso del tuo misterioso passato.

Falk rimase in silenzio per un minuto. Era un uomo non molto alto, magro, ben fatto; la sua faccia vivace ed espressiva si era oscurata, e mostrava i suoi sentimenti chiaramente, come quella di un bambino. Infine, assumendo un'aria decisa, parlò cosi: — Quando studiavo con Rayna, l'estate scorsa, mi ha mostrato ciò che mi rende diverso dalla normalità genetica umana. Si tratta solo di un giro o due d'elica… una differenza piccolissima. Come la differenza tra wei e o. Zove notò con un sorriso il riferimento al Canone, che affascinava Falk; ma il giovane non sorrideva. — Tuttavia, è chiarissimo che io non sono umano. Quindi potrei essere un mutante, prodotto casualmente o intenzionalmente; oppure un alieno. Quel che mi pare più probabile è che io sia un esperimento genetico mal riuscito, scartato dagli sperimentatori… È un mistero senza soluzione. Preferirei pensare di essere un alieno, venuto da qualche altro mondo. Questo vorrebbe dire, se non altro, che io non sono l'unico essere della mia specie in tutto l'universo.

— Perché sei così sicuro che esistano altri mondi abitati?

Falk sollevò lo sguardo, trasalì, arrivando subito alla conclusione con la semplicità di un bambino, ma con la logica di un uomo. — C'è qualche motivo per credere che gli altri Mondi della Lega siano stati distrutti?

— C'è motivo sufficiente per credere che siano mai esistiti?

— Me l'avete insegnato voi, e i libri, la storia…

— Tu ci credi? Credi a tutto quello che ti abbiamo insegnato?

— Che altro potrei credere? — Arrossì improvvisamente. — Perché dovreste mentirmi?

— Noi potremmo mentirti giorno e notte, su qualunque argomento, per due possibili motivi. O perché tu sei uno Shing. Oppure perché noi pensiamo che tu sia un loro strumento.

Ci fu una pausa. — E io potrei essere un loro strumento senza saperlo — disse Falk.

— Forse — disse il Signore. — Tu devi sempre tener presente questa possibilità, Falk. Tra noi, Metock è sempre stato convinto che tu fossi una mente programmata, come si usa dire. Ma tuttavia, egli non ti ha mai mentito. Nessuno di noi lo ha fatto, coscientemente. Il Poeta del Fiume disse, un migliaio di anni fa: "Nella vera umanità sta…" — Zove recitò i versi in tono oratorio, poi rise. — Lingua biforcuta, come tutti i poeti. Bene ti abbiamo insegnato tutte le verità e i fatti che conosciamo, Falk. Ma forse non tutte le supposizioni e le leggende, la confusione che viene prima dei fatti certi…

— Come avete potuto formarmi così?

— Non siamo stati noi. Tu hai imparato altrove a vedere il mondo, forse in qualche altro mondo. Potevamo aiutarti a ritornare uomo, ma non avevamo alcuna possibilità di darti una seconda infanzia. Quella c'è solo una volta…

— Io mi sento ancora piuttosto infantile, in mezzo a voi — disse Falk, in tono vagamente lamentoso.

— Tu non sei infantile. Sei un uomo senza esperienza. Sei mutilato, perché non c'è un bambino dentro di te. Sei separato dalle tue radici, dalla tua origine. Puoi dire veramente che questa è la tua casa?

— No — rispose Falk istintivamente. Poi aggiunse: — Sono stato molto felice qui.

Il Signore rimase in silenzio un attimo, poi riprese a domandare. — Pensi che la nostra vita qui sia buona? Che noi seguiamo una buona via per l'umanità?

— Sì.

— Dimmi un'altra cosa. Chi è il tuo nemico?

— Gli Shing.

— Perché?

— Essi hanno spezzato la Lega di Tutti i Mondi, tolto agli uomini la possibilità di decidere e la libertà, distrutto le realizzazioni e i ricordi degli uomini, fermato l'evoluzione della razza. Sono tiranni e mentitori.

— Ma essi non ci impediscono di condurre la nostra buona vita qui.

— Restiamo nascosti, viviamo appartati, ed essi ci lasciano vivere. Ma se noi tentassimo di costruire una qualsiasi grossa macchina, e ci riunissimo in grossi gruppi, città o nazioni, per attuare insieme qualche grande impresa, allora gli Shing si infiltrerebbero tra noi per rovinare il lavoro e disperderci. Io ti dico ciò che tu mi hai insegnato e in cui io credo, Signore.

— Lo vedo. Mi chiedo se dietro a questo fatto tu non hai forse avvertito la… leggenda, la fantasia, la speranza…

Falk non rispose.

— Noi ci nascondiamo per sfuggire agli Shing. Ci nascondiamo anche da ciò che eravamo un tempo. Non lo vedi, Falk? Stiamo bene nelle Case… abbastanza bene. Ma in definitiva è la paura che ci governa. C'è stato un tempo in cui abbiamo navigato su navi che raggiungevano le stelle, e ora abbiamo paura ad allontanarci cento miglia da casa. Abbiamo conservato una piccola porzione di scienza, e non la utilizziamo per costruire nulla. Ma un tempo noi usavamo la scienza per stendere la trama della vita come una tela nella notte e nel caos. Abbiamo allargato le possibilità di sviluppo della vita. Fatto un lavoro da uomini.

Dopo un'altra pausa, Zove riprese a parlare fissando il limpido cielo di novembre. — Pensa ai mondi, ai vari tipi di uomini e di bestie che vivono su di essi, le costellazioni che si vedono nei loro cieli, le città che essi hanno costruito, le loro canzoni, i loro modi di vivere. Tutto questo è perduto, perduto per noi, proprio come la tua infanzia è defintivamente perduta per te. Cosa sappiamo veramente dei tempi della nostra grandezza? Pochi nomi di mondi e di eroi, rottami di fatti tramandati che abbiamo tentato di riunire in qualche modo per formarci una storia. Le leggi degli Shing proibiscono di uccidere, ma essi hanno ucciso la conoscenza, bruciato i libri, e quel che è anche peggio, hanno riempito di falsità ciò che è rimasto. Essi si sono serviti della Menzogna, come fanno sempre. Non sappiamo nulla di veramente sicuro sull'Età della Lega; quanti nostri documenti sono solo falsificazioni? Devi ricordarti, come vedi, che dovunque c'è uno Shing, c'è il nostro Nemico. È abbastanza facile vivere un'intera vita senza mai vederne uno… o senza accorgersi di averlo visto; al massimo si sente un aeromobile che passa molto lontano. Qui nella Foresta essi ci lasciano vivere, e forse ora succede lo stesso in ogni parte della Terra, anche se non lo sappiamo. Ci lasciano vivere finché ce ne stiamo qui, nella gabbia della nostra ignoranza e del mondo selvaggio, e ci inchiniamo quando passano sopra le nostre teste. Ma non si fidano ancora di noi. Come potrebbero, anche dopo dodici secoli? Non c'è fiducia in loro, perché non conoscono onestà. Non mantengono nessun accordo, rompono ogni promessa, spergiurano, tradiscono e sono incessantemente bugiardi; certi documenti dell'epoca della Caduta della Lega fanno capire che essi possono mentire anche col pensiero. Fu la Menzogna a sconfiggere tutte le razze della Lega e ad assoggettarci agli Shing. Ricordalo, Falk. Non credere mai che anche la minima cosa detta dal Nemico sia vera.


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