Ramarren aveva terminato. Dopo cinque ore di fatiche sulla impostazione, e otto secondi di lavoro del computer, la piccola striscia di iridio fu nelle sue mani, pronta per programmare i controlli automatici della nave.
Si voltò, guardò Orry e Ken Kenyek, confuso. Che fare di loro? Dovevano venir via, evidentemente. "Cancella le registrazioni dei computer", disse una voce dentro la sua mente, una voce familiare, la sua — quella di Falk. Ramarren era istupidito dalla fatica, ma riuscì a comprendere il motivo di quel consiglio, e obbedì. Poi, non riusciva più a concentrarsi sulla prossima mossa. Così, infine, per la prima volta, rinunciò, non fece più sforzi per dominare e si lasciò incorporare dentro… se stesso.
Falk-Ramarren si mise subito al lavoro. Trascinò faticosamente Ken Kenyek fino alla superficie, poi, sulla sabbia rischiarata dalle stelle, fino alla nave che tremava, solo parzialmente visibile, opalescente, nella notte del deserto; sistemò il corpo inerte su una sedia avvolgente, gli diede un altro colpo con l'arma e tornò a prendere Orry.
Orry cominciava a riaversi, in parte, e già stava tentando di raggiungere la nave con le sue deboli forze. — Prech Ramarren — disse a bassa voce, appoggiandosi a un braccio di Falk-Ramarren — dove stiamo andando?
— A Werel.
— Viene anche lui… Ken Kenyek?
— Sì. Racconterà su Werel ciò che ha da dire della Terra, e tu dirai la tua storia e io la mia… C'è sempre più di una via verso la verità. Legati bene. Ci siamo.
Falk-Rarnarren introdusse la piccola striscia di metallo nei meccanismi di guida automatica. Fu accettata dalla macchina, nel giro di tre minuti la nave avrebbe cominciato a muoversi. Con un ultimo sguardo al deserto e alle stelle, chiuse i portelli e, vacillando per la fatica e la tensione, si affrettò ad andare a legarsi accanto a Orry e allo Shing.
Il motore per il decollo era a fusione: la spinta a velocità della luce iniziava solo nella estrema fascia esterna dello spazio terrestre. Decollarono molto dolcemente, e furono fuori dell'atmosfera in pochi secondi. Gli schermi dei visori si aprirono automaticamente, e Falk-Ramarren vide la Terra che cadeva via, un grande cerchio scuro e bluastro, orlato di luce. Poi la nave entrò nella luce perenne del sole.
Stava lasciando la sua patria o vi faceva ritorno?
Sullo schermo l'alba che appariva sull'Oceano Orientale brillò per un attimo a semicerchio, in contrasto con l'oscurità del cielo stellato, come una gemma su un grandioso telaio crea-forme. Poi il telaio e la forma si frantumarono, la Soglia era passata, e la piccola nave irruppe avanti, libera dal tempo, e li portò via, di là dalle tenebre.