Kivrin era distesa sotto una quercia che conservava qualche foglia dentellata in alto fra i rami; la pianta era piena di nidi, anche se i loro occupanti avevano smesso nuovamente di cantare, spaventati dai suoi movimenti, e il folto sottobosco era composto da un alto strato di foglie secche e di erbacce avvizzite che avrebbe dovuto essere morbido ma non lo era. L'oggetto pungente che le aveva indolenzito il fianco risultò essere il cappello di una ghianda. Alcuni funghi bianchi con la testa costellata di chiazze rosse crescevano a ridosso delle radici della quercia e come ogni altra cosa nella radura… i tronchi degli alberi, il carro, l'edera… scintillavano per la condensa prodotta dall'alone della rete.
Era ovvio che lì non c'era mai stato nessuno, così com'era parimenti evidente che quella non era la strada fra Oxford e Bath e che nessun viandante sarebbe passato di lì entro 1,6 ore… o in qualsiasi altro momento. A quanto pareva, le mappe medievali di cui si erano serviti per determinare il sito della transizione si erano rivelate imprecise come aveva detto il Signor Dunworthy e di certo la strada era più a nord di quanto fosse risultato sulle carte mentre lei si trovava a sud di essa, nella Foresta di Wychwood.
— Accerti immediatamente la sua esatta posizione nello spazio e nel tempo — aveva detto il Signor Gilchrist, ma ora Kivrin si chiese come poteva farlo… chiedendo informazioni agli uccelli? Erano troppo in alto rispetto a lei perché potesse vedere a quali specie appartenevano e del resto l'estinzione di massa non era cominciata fino agli Anni Settanta del ventesimo secolo, quindi a meno che si trattasse di piccioni migratori o di dodi la loro presenza non avrebbe comunque indicato un particolare tempo o luogo.
— Sono arrivata — disse, poi s'interruppe perché se avesse riferito che era apparsa nel cuore di un bosco invece che sulla strada fra Oxford e Bath questo avrebbe soltanto confermato il parere del Signor Dunworthy, e cioè che il Signor Gilchrist non aveva mai saputo quello che stava facendo e che lei non era capace di prendersi cura di sé. Subito dopo ricordò però che questo non avrebbe avuto nessuna importanza, perché Dunworthy non avrebbe sentito il rapporto fino a quando lei non fosse tornata indietro sana e salva.
Se fosse tornata indietro sana e salva, cosa che non avrebbe fatto se si fosse trovata ancora in quel bosco al cadere della notte. Alzatasi in piedi, si guardò intorno, ma nel bosco le era impossibile determinare se era primo mattino o tardo pomeriggio e probabilmente non avrebbe potuto determinarlo neppure dalla posizione del sole nel cielo una volta che fosse riuscita a vedere bene il cielo. Il Signor Dunworthy le aveva detto che a volte chi viaggiava nel tempo rimaneva confuso al riguardo fino al suo rientro e le aveva anche fatto imparare a orientarsi servendosi delle ombre, ma per poterlo fare aveva bisogno di sapere che ora era, senza contare che non aveva tempo da sprecare chiedendosi quali fossero le diverse direzioni. Doveva trovare il modo di uscire di lì, perché ormai la foresta era quasi completamente in ombra.
Non si scorgeva traccia di una strada e neppure di un sentiero. Kivrin girò intorno al carro e alle scatole alla ricerca di un'apertura fra gli alberi e le parve che la vegetazione fosse un po' più rada dalla parte che lei supponeva essere l'ovest; quando però si avviò in quella direzione, guardandosi alle spalle ogni pochi passi per essere certa di non perdere di vista lo sbiadito telo azzurro che copriva il carro, si accorse che si trattava soltanto di una macchia di betulle, i cui tronchi bianchi davano un'illusione di spaziosità. Tornata al carro si incamminò nella direzione opposta, anche se da quella parte il bosco appariva più cupo.
La strada distava appena un centinaio di metri. Scavalcato un tronco caduto e attraversato un boschetto di salici piangenti, Kivrin si affacciò su di essa. Una strada maestra, così l'avevano definita alla Sezione Statistiche, ma non aveva l'aspetto di una strada maestra e neppure di una strada… sembrava più un sentiero da percorrere a piedi o addirittura una pista tracciata da qualche mucca vagante. Dunque erano queste le meravigliose strade maestre dell'Inghilterra del quattrodicesimo secolo, grazie alle quali il commercio si stava diffondendo e gli orizzonti si stavano aprendo.
La strada era larga appena quanto bastava per il passaggio di un carro, anche se era evidente che dei carri l'avevano percorsa… o almeno un carro, dal momento che il terreno era segnato da profondi solchi sui quali si erano posate le foglie secche. Pozzanghere di acqua scura si erano formate in alcuni tratti all'interno dei solchi e lungo il bordo della strada, e su alcune di esse si poteva notare una sottilissima crosta di ghiaccio.
Lei si trovava sul fondo di una depressione del terreno, dalla quale la strada proseguiva in salita in entrambe le direzioni, con gli alberi che cessavano a metà del pendio dalla parte che supponeva essere il nord. Girandosi per guardarsi alle spalle, appurò che da quel punto era possibile intravedere appena il carro come una semplice chiazza azzurra… che però nessuno avrebbe di certo notato. In quel tratto inoltre la strada si addentrava nel bosco su entrambi i lati e si stringeva fino a creare un punto ideale per essere assaliti da tagliagole e ladri.
Si trattava del posto più adatto per dare credibilità alla sua storia, ma gli eventuali viandanti non si sarebbero mai accorti del carro mentre si affrettavano per superare quella strettoia, o se anche avessero visto quella chiazza azzurra pressoché nascosta dalla vegetazione avrebbero supposto che si trattasse di qualcuno in agguato e avrebbero spronato il cavallo per fuggire.
D'un tratto Kivrin si rese conto che nascosta in quel boschetto lei appariva più come uno dei summenzionati tagliagole che come un'innocente fanciulla che era appena stata colpita alla testa.
— Oh, prestatemi aiuto, che sono in tristo pericolo! — chiamò, uscendo sulla strada con passo barcollante e portandosi una mano alla tempia.
Il traduttore avrebbe dovuto trasformare automaticamente le sue parole in inglese medievale, ma il Signor Dunworthy aveva insistito perché imparasse a memoria almeno alcune frasi, e lei e Latimer avevano lavorato per perfezionare la pronuncia tutto il pomeriggio precedente.
— Prestatemi aiuto, che sono stata depredata da malvagi ladri — gridò ancora.
Prese quindi in considerazione l'idea di lasciarsi cadere in mezzo alla strada, ma adesso che era all'aperto poteva vedere che era ancora più tardi di quanto avesse supposto e che il tramonto era prossimo, per cui se voleva vedere cosa c'era oltre la cima della collina avrebbe fatto meglio a sbrigarsi. Prima però doveva contrassegnare in qualche modo il sito del recupero.
Nessuno dei salici che crescevano lungo la strada aveva qualcosa di particolare, quindi si guardò intorno alla ricerca di una roccia da mettere nel punto da cui era possibile scorgere il carro, ma fra le erbacce che crescevano lungo la strada non ce n'era neppure una e alla fine lei si decise a riattraversare il boschetto … impigliandosi i capelli e il mantello nei rami… per prendere il cofanetto in legno e ottone che era una copia di quello conservato all'Ashmolean e portarlo fino al bordo della strada.
Quell'indicazione non era perfetta in quanto era abbastanza piccola perché qualcuno di passaggio potesse portarla via, ma del resto era sua intenzione arrivare soltanto fino alla cresta della collina. Se poi avesse deciso di proseguire a piedi fino al villaggio più vicino sarebbe tornata indietro per segnare il punto in maniera più consistente, e comunque di lì non sarebbe passato nessuno ancora per un bel pezzo: il fatto che i bordi dei solchi presenti nel terreno fossero induriti dal gelo e che il ghiaccio sulle pozzanghere fosse intatto indicava chiaramente che sulla strada non si era visto nessuno per tutto il giorno o forse addirittura da una settimana.