E nello stesso momento le campane ripresero a suonare, per prima quella della Torre Carfax il cui suono era quello di sempre anche se doveva essere stata rifatta almeno tre volte dopo il quattordicesimo secolo e poi… quando ancora il rintocco iniziale non si era spento… tutte le altre, come se avessero atteso un segnale da Oxford. Naturalmente le campane stavano suonando il vespro, per richiamare la gente dai campi e invitarla a smettere di lavorare per raccogliersi a pregare.

E le stavano dicendo dove si trovavano i diversi villaggi. Sebbene i loro rintocchi fossero quasi contemporanei, poteva infatti sentire le diverse campane separatamente, alcune tanto lontane che soltanto gli echi ultimi e più cupi dei loro suoni arrivavano fino a lei. Là, lungo la linea degli alberi, e là ed anche laggiù… il villaggio a cui erano dirette le mucche si trovava oltre quel basso costone, e nel sentire le campane gli animali accelerarono il passo.

C'erano due insediamenti praticamente sotto il suo naso… uno appena oltre l'altro lato della strada maestra e il secondo parecchi campi più in là, vicino ad un ruscello fiancheggiato da alberi. Skendgate, il villaggio che interessava alla Signora Montoya, era proprio dove lei aveva supposto che fosse, nella direzione da cui era venuta e oltre la bassa collina, a non più di tre chilometri di distanza.

— Ho appena scoperto dove si trova il villaggio — disse, congiungendo di nuovo le mani e chiedendosi se il suono delle campane sarebbe stato registrato nel Domesday Book, — e si trova su questo lato della strada maestra. Adesso andrò a prendere il carro e lo trascinerò su questa via secondaria, poi raggiungerò il villaggio e vi entrerò barcollando prima che faccia buio, procurando di crollare sulla soglia della casa di qualcuno.

Una delle campane era molto lontana verso sud e tanto debole che le riusciva a stento di sentirla. Si chiese se si trattava della stessa che aveva udito in precedenza e perché aveva suonato… forse Dunworthy aveva ragione con il suo pessimismo e si era trattato di un funerale.

— Sto benissimo, Signor Dunworthy — aggiunse, parlando nel registratore. — Non si preoccupi per me. Sono qui da oltre un'ora e fino a questo momento non mi è successo nulla di male.

I rintocchi si dissolsero lentamente, ancora una volta guidati da quelli della campana di Oxford, anche se assurdamente il suo suono parve indugiare nell'aria più a lungo di quello di tutte le altre. Poi il cielo si tinse di violetto e una stella fece la sua comparsa verso sudest.

— Qui è bellissimo — mormorò Kivrin, con le mani ancora giunte in preghiera.

ESTRATTO DAL DOMESDAY BOOK
(000249-000614)

Bene, Signor Dunworthy, sono qui e pare che mi trovi nel posto giusto, più o meno. Non sono precisamente sulla strada fra Oxford e Bath, mi trovo circa cinquecento metri più a sud su una strada secondaria, ma posso vedere Oxford che dista circa quindici chilometri.

Non so con esattezza a che ora sono arrivata ma se la transizione è avvenuta a mezzogiorno come previsto ci sono state circa quattro ore di slittamento. Il periodo dell'anno è quello giusto perché le foglie sono cadute quasi tutte dagli alberi ma quelle che giacciono per terra appaiono ancora più o meno intatte e soltanto un terzo dei campi è stato arato. Non sarò in grado di determinare la mia esatta posizione temporale finché non arriverò al villaggio e chiederò a qualcuno che giorno è. Probabilmente lei sa in merito a dove e quando sono più di quanto ne sappia io, o almeno lo saprà dopo che i dati saranno stati verificati.

lo so però di essere nel secolo giusto. Dalla collinetta su cui mi trovo posso vedere alcuni campi, e si tratta dei classici campi a striscia medievali con le estremità arrotondate là dove i buoi girano per tornare indietro; i pascoli sono racchiusi da siepi, per un terzo le siepi decidue usate dai Sassoni e per il resto siepi normanne di biancospino. La Sezione Statistiche aveva fissato le percentuali rispettivamente al venticinque e al settantacinque per cento nel quattordicesimo secolo, ma si trattava di calcoli basati sul Suffolk, che è più ad est.

A sud e a ovest c'è una foresta… Wychwood?… e per quel che posso vedere è composta tutta di piante decidue. Ad est posso scorgere il Tamigi e riesco quasi a intravedere Londra, anche se so che è impossibile: nel 1300 era distante settantacinque chilometri anziché trenta, vero? Eppure mi pare di vederla e posso senza ombra di dubbio scorgere le mura cittadine di Oxford, e la Torre Carfax.

Qui è bellissimo e non mi sembra di essere centinaia di anni lontano da voi. Oxford è proprio lì, raggiungibile a piedi, e non riesco a togliermi dalla mente l'idea che se scendessi da questa collina ed entrassi in città vi troverei tutti raccolti nel laboratorio di Brasenose in attesa della verifica dei dati, con Badri che fissa gli schermi con espressione accigliata e la Signora Montoya che si agita per l'impazienza di tornare ai suoi scavi e lei, Signor Dunworthy, che si preoccupa come una vecchia chioccia agitata. Non mi sento separata da tutti voi, e neppure molto lontana.

4

Nell'accasciarsi Badri allontanò la mano dalla fronte e così facendo andò a colpire la consolle con il gomito, frenando la propria caduta per un momento. Mentre Dunworthy scrutava con ansia lo schermo per timore che il tecnico potesse aver premuto involontariamente qualche tasto e alterato i dati, Badri si afflosciò al suolo.

Latimer e Gilchrist non tentarono neppure loro di sorreggerlo, anzi Latimer non parve neppure rendersi conto che qualcosa era andato storto. Mary invece tentò subito di afferrare il tecnico, ma poiché si trovava dietro gli altri riuscì a raggiungere soltanto una piega della sua manica; un istante più tardi era già inginocchiata accanto a lui e lo stava girando supino infilandosi al tempo stesso un auricolare nell'orecchio.

Subito dopo frugò nella propria borsa fino a trovare un cercapersone e tenne il pulsante di chiamata premuto per cinque interi secondi.

— Badri? — chiamò intanto ad alta voce, e fu soltanto allora che Dunworthy si rese conto del mortale silenzio che era calato sulla stanza. Gilchrist era in piedi nel punto in cui lui si era trovato quando Badri era crollato, e aveva l'aria furibonda. Le assicuro che abbiamo preso in esame ogni possibile eventualità… era evidente che non aveva preso in considerazione questa eventualità.

Lasciando andare il pulsante del cercapersone Mary scosse gentilmente Badri per le spalle; quando non ottenne reazione gli piegò la testa all'indietro e si chinò sulla sua faccia, con l'orecchio praticamente contro la sua bocca aperta e il viso girato in modo da potergli vedere il petto. Il tecnico non aveva smesso di respirare, perché Dunworthy poteva vedere il suo torace che si alzava e si abbassava, cosa che ovviamente era stata notata anche da Mary. La dottoressa lasciò infatti andare subito la testa di Badri e premette di nuovo il pulsante, avvicinando al tempo stesso due dita al collo del tecnico e tenendovele per un tempo che parve infinito prima di accostarsi il cicalino alla bocca.

— Siamo a Brasenose, nel laboratorio di storia — disse. — C'è un cinque-due. Collasso e sincope, nessuna evidenza di attacco cardiaco.

Allontanò quindi il dito dal pulsante e tirò su le palpebre di Badri.

— Sincope? — ripeté Gilchrist. — Cosa significa? Che è successo?

— È svenuto — spiegò Mary, scoccandogli un'occhiata piena di irritazione, poi si rivolse a Dunworthy, aggiungendo: — Prendi la mia attrezzatura. È nella borsa.

Per trovare il cercapersone lei aveva rovesciato la borsa che giaceva ora su un fianco; Dunworthy frugò fra le scatole e i pacchetti, poi la sua mano incontrò un contenitore di plastica rigida che sembrava avere le giuste dimensioni, ma quando lo tirò fuori e l'aprì scoprì che era pieno di confezioni natalizie a sorpresa rosse e verdi e tornò a rimetterlo nella borsa.


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