Lois McMaster Bujold

Barrayar

PRESENTAZIONE

In alcune delle sue manifestazioni, la fantascienza mostra delle spiccate analogie con il romanzo storico: in entrambi i casi, la narrazione è focalizzata sugli eventi che danno forma ai rispettivi mondi e privilegia l’azione degli individui che li influenzano o, comunque, che ne rimangono coinvolti. Ma laddove il romanzo storico si preoccupa di come il mondo moderno abbia assunto la sua forma attuale, la fantascienza si preoccupa di stabilire fin dove e in quali circostanze, familiari o inconsuete, la specie umana sia in grado di avventurarsi. Insomma, se il romanzo storico ci insegna che la storia si compie giorno dopo giorno e che possiamo imparare dalla lezione del passato, la fantascienza parte dal medesimo presupposto ma ci avverte che potremmo fare scelte migliori anticipando la storia che andiamo a costruire.

Di conseguenza, per entrambi i generi la forma più naturale è la saga o il ciclo. Nella fantascienza, questo è evidente nella proliferazione delle trilogie o delle serie che spesso proseguono indefinitamente. Però attenzione, qui non si parla dei romanzi troppo lunghi spezzati in episodi più brevi per comodità di pubblicazione, come è avvenuto per la tetralogia del "Libro del Nuovo Sole" di Gene Wolfe (in effetti a tutt’oggi una tetralogia-più-uno), ma piuttosto della "Trilogia della Fondazione" di Isaac Asimov (in realtà una trilogia che è diventata una sequenza narrativa più ampia, anche per i collegamenti stabiliti con i romanzi sui robot) e del ciclo di "Dune" di Frank Herbert. Fra gli altri esempi significativi vi sono i romanzi di Darkover di Marion Zimmer Bradley, la serie di romanzi e racconti nella Storia Futura di Robert A. Heinlein, la serie delle "Città volanti" di James Blish, quella della Lega Polesotecnica di Poul Anderson (forse la più ampia scritta fino ad ora), i romanzi di Pern di Anne McCaffrey, il ciclo dei Dorsai di Gordon R. Dickson e molti altri ancora.

Nella maggior parte di questi cicli narrativi lo spunto è il medesimo: esplorare un concetto o un pianeta che, al pari del divenire storico, non esaurisce mai le sorprese e al quale si possono aggiungere nuove idee, eventi e punti di vista. Quindi, qualcosa che continua a evolversi.

Ormai consacrata come la novità di maggior spicco nell’affollato scaffale della storia futura, Lois McMaster Bujold continua con Barrayar la saga del suo impero galattico del lontano futuro. I lettori americani hanno scoperto i romanzi di Vorkosigan nel 1986 con Shards of Honor che per la prima volta presentava ai lettori il pianeta Barrayar e l’ammiraglio Aral Vorkosigan. Barrayar è uno dei numerosi pianeti colonizzati dai Terrestri attraverso l’uso di wormholes, "corridoi" spaziali che permettono di coprire anni luce di distanza in pochi istanti; ma capita sempre qualche imprevisto (nel caso di Barrayar, il wormhole si è chiuso senza preavviso) e allora la civiltà regredisce mentre i vari pianeti perdono ogni contatto fra di loro.

Successivamente, i mondi rimasti isolati tentano di entrare nuovamente a far parte di un governo interplanetario, ristabilendo i legami con le altre civiltà che nel frattempo hanno preso vie indipendenti nel tentativo di difendersi e di assicurarsi un futuro. Nel corso di questo processo, i pianeti passano attraverso tutte le differenti forme di organizzazione sociale e politica già sperimentate dall’umanità sulla Terra. Barrayar, per esempio, non fa altro che instaurare una monarchia costituzionale dopo un periodo di forti potentati (non diversamente dall’Inghilterra sotto la Magna Carta), in parte a causa delle forti minacce provenienti dagli altri pianeti.

La saga di Vorkosigan è continuata sempre nel 1986 con The Warrior’s Apprentice, il primo romanzo su Miles Vorkosigan, il fragile e deforme figlio di Aral che è l’eroe principale di questa serie di romanzi. Qui veniamo a sapere che Miles ha subito gli effetti di un gas velenoso mentre era ancora nel grembo materno, durante un attentato ai danni dei genitori, quindi si ritrova fisicamente menomato ma con doti mentali superiori a quelle di tutti coloro che lo circondano. Grazie non solo a una mente agile ma a uno spiccato senso della strategia e a un’insolita sensibilità per i rapporti umani, Miles sa quasi sempre qual è la scelta migliore in ogni situazione, ma deve anche affrontare il problema di tutti gli adolescenti, cioè quello di far accettare le soluzione che egli propone. Comunque, in The Warrior’s Apprentice, Miles riesce a cavarsela e ad entrare nell’accademia militare.

Brothers in Arms, pubblicato nel 1989, prosegue la narrazione delle imprese di Miles fra i mercenari spaziali e Borders of Infinity, anch’esso del 1989, vede il nostro eroe protagonista di varie avventure mentre tenta di risolvere una serie di problemi sociali e militari. Poi è la volta di The Vor Game, dove Miles fresco d’accademia si scontra con la burocrazia, subisce un’umiliante sconfitta ma riesce comunque a trionfare grazie alle sue doti di analisi, di comando e di profonda umanità.

Ora, in Barrayar, la Bujold ritorna a occuparsi di Aral Vorkosigan nel periodo immediatamente successivo agli eventi narrati in Shards of Honor, dopo la sconfitta su Escobar, il matrimonio con Cordelia Naismith e dopo la sua nomina a Reggente, in attesa della maggiore età del giovane Gregor, erede designato al trono.

Nel romanzo, Vorkosigan e la moglie devono districarsi in un vero e proprio campo minato costituito dagli intrighi politici e dalle relazioni personali. La storia è narrata dal punto di vista di Cordelia, che pensa di avere già abbastanza problemi (al difficile ruolo di consorte del Reggente di Barrayar e all’imminente maternità, si aggiunge infatti lo sforzo di adeguarsi agli usi e costumi barrayarani), ma si sbaglia, perché infatti si ritrova coinvolta più di quanto avesse immaginato negli affari del marito e in quelli di Barrayar. E soprattutto dà alla luce Miles.

In quest’episodio della saga di Vorkosigan i lettori hanno l’opportunità di assistere alle drammatiche circostanze della nascita del nostro eroe, le stesse che determinano la sua natura fisica. Questa altalena temporale nell’economia della più ampia vicenda che la Bujold intende sviluppare ha più di un precedente, ma l’esempio che salta subito alla mente è la serie di "Hornblower" di C. S. Forester. Dopo il successo di Captain Horatio Hornblower, Forester pubblicò una serie di romanzi e racconti che avevano lo scopo di ripercorrere la vita di questo eroe del mare durante le guerre napoleoniche (chiaramente modellata sulla figura e le imprese di Lord Orazio Nelson), a partire dalla sua prima nomina in Ensign Hornblower e poi fino alla sua ultima missione diplomatica in Lord Hornblower, illustrando nel mezzo varie fasi della sua carriera. Questo non significa che la Bujold si sia limitata a trasporre Forester in uno scenario spaziale, almeno non più di quanto Isaac Asimov abbia riscritto in termini galattici il Declino e la caduta dell’Impero romano, ma semplicemente che gli scrittori trovano idee e ispirazione nei modi e nei luoghi più impensati.

Per guanto Hornblower sia un eroe suggestivo, certamente Forester non pensò mai di narrare le circostanze della sua nascita, né i suoi lettori lo costrinsero a farlo. I fans delle storie di Miles Vorkosigan, tuttavia, pur non avendo chiesto esplicitamente uno sviluppo di questo tipo, mostrano un naturale interesse per i primi anni di vita di Miles. Si tratta di un personaggio affascinante - la Bujold ha sottolineato spesso che si tratta di un "eroe", non di un "protagonista" — e gran parte di questo fascino è dato dal trionfo della ragione e dello spirito sulle circostanze avverse. Insomma, riesce a conquistarsi la simpatia e persino l’affetto dei suoi lettori e, come accade in questi casi, sorge spontaneo il desiderio di sapere chi erano i suoi genitori e com’era lui stesso da piccolo e poi da ragazzo; in particolare, come si sia procurato quelle menomazioni. Lo scopo della Bujold, in realtà, sembra essere quello di raccontare ciò che significa essere madre (non a caso il romanzo è dedicato ai figli), così come Falling Free affrontava l’esperienza di essere padre (ed era infatti dedicato a suo padre, da poco scomparso).


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