Una luce si accese sull’automa che annunciò: — Mi chiamano. Posso andare?

— Eh? Certo. Vai!

— Grazie, arrivederci.

— Grazie a te.

— Non c’è di che.

Chiunque avesse inciso la risposta aveva una bella voce baritonale.

Tornai a letto e feci colazione, senza badare tuttavia a quello che mangiavo perché avevo notato che insieme al cibo mi avevano mandato anche un giornale. Era una copia del Times della grande Los Angeles, in data 13 dicembre 2000.

I giornali non erano mutati molto, almeno nel formato, però la carta era patinata e le illustrazioni tutte a colori, e alcune anche a tre dimensioni, perfette anche senza l’uso di occhiali colorati o lenti speciali come bisognava usare per le immagini tridimensionali ai tempi della mia gioventù.

Pronto-agli-Ordini aveva sistemato il giornale su un leggio dove pareva fissato da invisibili chiodi. Quando ebbi guardato la prima pagina, feci distrattamente per voltare i fogli, senza però riuscirci. Pareva che le pagine fossero tutte incollate insieme. Solo quando, a furia di provare, tastai per caso il lembo inferiore destro del foglio questo parve accartocciarsi, sbiadire e svanire, per non so qual fenomeno. Così accadde per tutte le altre pagine. Più della metà degli articoli mi erano noti. L’oroscopo del giorno. Il sindaco inaugura una nuova opera pubblica. La libertà di stampa minacciata. Il caldo fuori stagione minaccia gli sport invernali. Il Pakistan ammonisce l’India a non… E così via, fino alla noia. Altre notizie, diverse da quelle che avrei potuto trovare con poche varianti nei giornali di trenta anni prima, si spiegavano da sole nei titoli: Il razzo lunare sospeso fino a nuovo ordine — La Stazione Spaziale 24 ore ha avuto due forature: non si lamentano vittime — Le madri adottive si organizzano esigendo un aumento dei salari — Le richieste delle dilettanti verranno ritenute illegali — Un piantatore del Mississippi accusato in base alla legge anti-zombie, ma l’accusato si difende dicendo: I ragazzi non sono stati drogati, sono idioti per natura.

Capivo benissimo, per esperienza, il significato di queste notizie. Ma ce n’erano altre il cui senso mi sfuggiva del tutto. Per esempio: cos’erano i wogglies che si estendevano in altre città francesi? Un’epidemia, un partito politico? E chi lo sa! Certo è che le città sarebbero state polverizzate per ordine del re… Il re di Francia! Mah! Con la politica francese non bisognava mai stupirsi.

Stavo per chiudere, o meglio per smettere di leggere il giornale, quando notai alcune rubriche che mi riportarono indietro negli anni, tanto erano identiche a quelle che si pubblicavano nel ’70. Si trattava dei necrologi, delle partecipazioni di nascita, di matrimonio, di fidanzamento, di divorzio… e anche, come vidi, di resurrezione, ciascuna raggruppata per Ricovero. Guardai nell’elenco del Ricovero Satwell e trovai anche il mio nome. Ma quello che m’interessò più di tutto fu una inserzione pubblicitaria grazie alla quale potei scoprire che la Domestica Perfetta esisteva ancora, col marchio di fabbrica, una donnina munita di scopa, che io stesso avevo disegnato più di trent’anni prima. Mi consolai pensando alle azioni della Società. Se quella sera del 1970 le avessi avute con me quei due mascalzoni se ne sarebbero impossessati, così invece erano finite in mano a Ricky, e se Ricky adesso era ricca, io ne ero felice. Presi mentalmente nota di cercarla al più presto, dato che era l’unica persona cara che mi fosse rimasta al mondo. Cara Ricky! Se allora avesse avuto dieci anni di più, io non mi sarei nemmeno sognato di guardare Belle, e non mi sarei scottato a quel modo!

Quanti anni avrebbe avuto, adesso? Vediamo un po’… quaranta. No, quarantuno. Non riuscivo a immaginarmi Ricky quarantunenne, anche se coi progressi che aveva certamente fatto la medicina negli ultimi trent’anni ormai fra una ventenne e una quarantenne sarebbe stato difficile scoprire quale fosse la più vecchia.

Se era ricca, mi avrebbe offerto da bere, e avremmo brindato alla memoria del nostro amato Pete. E se invece, per un motivo qualsiasi, fosse stata povera… ebbene l’avrei sposata! Sissignori, l’avrei proprio fatto. Che importa se aveva quasi undici anni più di me? Dopo trent’anni di sonno io avrei certo avuto bisogno della guida di una persona più matura ed esperta di me. E della serietà di Ricky non potevo dubitare, ricordando con quanto impegno avesse diretto le cose di Miles, a soli dieci anni. Il ricordo di Ricky mi riempì il cuore di calore, e non mi sentii più tanto solo e sperduto.

Ma subito dopo una voce mi disse, nel profondo del cuore: Ehi, stupido, credi che una ragazza gentile e carina come Ricky stia aspettando proprio te? Sarà già sposata da vent’anni almeno, e avrà quattro o cinque figli… e certo un marito al quale non è detto che vada a genio il vecchio zio Dan redivivo. Con questo pensiero amaro mi appisolai, e sognai che Ricky mi teneva fra le braccia e mi diceva: Va tutto bene, Dan, ho trovato Pete e staremo sempre insieme noi tre. Vero, Pete?.

Miao!

Durante la giornata mi feci portare dei sommari di storia, per aggiornarmi con gli avvenimenti degli ultimi trent’anni. Seppi così che l’Asia era riunita sotto il nome di Grande Repubblica Asiatica, e tentava di soffiarci le esportazioni in Sudamerica. Non fui sorpreso nell’apprendere che l’India era più balcanizzata che mai, mentre restai per un momento a bocca aperta scoprendo che l’Inghilterra era diventata una provincia del Canada. Fui lieto di non aver vissuto le giornate del Grande Panico per il crollo dei titoli in borsa dell’87, e mi interessò sapere che l’oro non era più il metallo base per gli scambi fra i popoli (anche se, a causa di questo mutamento, molti avevano perso anche la camicia), e che veniva usato con successo in molti campi della meccanica. A questo proposito, smisi per un po’ di leggere e fantasticai sui magnifici lavoretti che si potevano effettivamente fare con l’oro grazie alla sua alta densità, e all’estrema duttilità; adesso che costava poco… Ma smisi subito di pensare quando mi resi conto che, prima di tutto, dovevo aggiornarmi con la letteratura tecnica. Certamente, Pronto-agli-Ordini doveva avere la testa farcita d’oro.

Al Ricovero Satwell non c’era una biblioteca fornita di trattati di meccanica, così feci sapere al dottor Albrecht che avevo intenzione di uscire al più presto. Lui venne da me per dirmi, con un’alzata di spalle, che potevo, sì, uscire subito, ma che se lo facevo ero un idiota… Acconsentissi almeno ad aspettare il giorno dopo. Lo accontentai, se non altro perché mi sentivo stanco e frastornato.

La mattina seguente, subito dopo colazione, mi portarono degli abiti di taglio moderno… e dovetti farmi aiutare a vestirmi! Non ero tanto disgustato dai pantaloni color ciliegia tagliati a campana, quanto impacciato dai nuovi sistemi di chiusura. Certo mio nonno ai suoi tempi si sarebbe trovato nelle mie stesse condizioni davanti a una cerniera lampo, se non gli avessero spiegato come funzionava. Così io dovetti farmi aiutare, come un bambino piccolo, prima di capire che le chiusure a cucitura Sticktite erano assialmente polarizzate e funzionavano a pressione.

Quando finalmente fui pronto, il dottor Albrecht mi chiese: — Potreste dirmi che cosa avete intenzione di fare?

— Io? Prima di tutto voglio procurarmi una carta della città, poi voglio trovare un posto dove poter dormire, e infine, per un bel po’, non voglio far altro che leggere per aggiornarmi in campo meccanico. Dottore, sono un ingegnere, e la tecnica che io conosco è sorpassata.

— Capisco. Allora buona fortuna, e venite da me se avete bisogno di qualche cosa.

— Grazie, dottore — risposi tendendogli la mano — siete stato molto gentile, e non mi dimenticherò di voi.

Lui ricambiò la stretta, poi disse: — Arrivederci, e sappiate che se fuori vi sentirete troppo spaesato, nel vostro contratto sono compresi quattro giorni interi detti di ricupero e di orientamento, senza aggiunte extra. Potete quindi tornare qui quando volete.


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