È piombato giù un silenzio mortale.

L’ologramma di Samuelson ha detto in modo tagliente: — Cosa c’è? Qual è il problema? — Per un minuto è sembrato quasi una persona vera.

Il furfante ha gridato di nuovo: — Quel fottuto aggeggio si è fermato e basta! Si è mangiato il mio gettone-pasto e si è fermato! Gli sportelli della roba da mangiare non si aprono! — Ha strattonato tutti gli sportellini in plastichiara delle nicchie e nessuno ha ceduto.

Jack è corso dall’altra parte del caffè, con la pancia che gli ballonzolava sotto la tuta rossa. Ha infilato un suo gettone-pasto nella gettoniera e ha pigiato il pulsante di una nicchia. Il gettone è scomparso e la nicchia non si è aperta. Jack è tornato di corsa al terminale.

— È rotto, Supervisore. Quel maledetto nastro trasportatore del cibo è rotto. Deve fare qualcosa e decisamente in fretta. Questo non può aspettare due settimane!

— Certo che no, sindaco. Come lei sa il caffè non fa parte delle mie tasse, è sovvenzionato e mantenuto dalla Congressista Land. Le notificherò tuttavia personalmente la cosa, e verrà lì un tecnico da Albany entro un’ora. Nessuno morirà di fame nel giro di un’ora, sindaco Sawicki. Tenga calmi i suoi elettori.

Celie Kane si è messa a strillare: — Riparare come il robot da guardia, vuole dire? Se i miei bambini soffriranno la fame anche solo un giorno, bastardo di un Mulo…

— Chiudi il becco — le ha detto Paulie Cenverno, con voce minacciosamente bassa. A Paulie non piace vedere maltrattare apertamente i Muli. Lui dice che anche loro hanno dei sentimenti.

— Nel giro di un’ora — ha ripetuto Jack. — Grazie per il suo aiuto, Supervisore. Conversazione terminata.

— Conversazione terminata — ha detto Samuelson. Ci ha sorriso, con lo stesso sorriso dei suoi ologrammi elettorali, mento alto e occhi scintillanti. L’immagine è scomparsa. Qualcosa però deve essere andato storto perché la voce non è andata via, è solo sembrata diversa. Ancora quella di Samuelson, ma di un Samuelson che non avevamo mai visto o sentito nelle campagne elettorali: — Cristo, che c’è adesso! Quei deficienti, imbecilli… sono tentato di… oh! — Il terminale ha fatto un gemito e si è spento.

Una donna a un tavolino lontano si è messa a gridare. Il delinquente con la mazza di legno più grossa le aveva strappato via il cibo e se lo stava mangiando. Jack, Paulie e Norm Frazier si sono lanciati alla carica e hanno assalito il ragazzo. I compagni di quello hanno reagito. I tavolini hanno cominciato a fracassarsi e la gente ha cominciato a scappar via. Qualcuno aveva appena cambiato canale OLO-TV e una gara di scooter in Alabama aveva preso a rombare, a dimensione reale. — Fuori! Fuori!

All’esterno le luci a Energia-Y illuminavano a giorno la Main Street. Potevo sentire il cuore che mi batteva all’impazzata ma non ho rallentato, io. La gente infuriata non aveva buon senso. Poteva succedere qualunque cosa. Ansimavo accanto ad Annie, mentre lei correva con i grossi seni ballonzolanti e Lizzie seguiva veloce e silenziosa come un cerbiatto.

Arrivato nell’appartamento di Annie sulla Jay Street sono collassato su un divano. Non era per niente comodo, come i divani che ricordavo, quelli morbidi che si tenevano in casa tanto a lungo, che prendevano la forma del tuo corpo.

D’altra parte, però, la sintoplastica non prendeva mai i parassiti.

Lizzie ha detto con gli occhi scintillanti: — Pensate che arriverà qualche Mulo per aggiustare la catena del cibo nel giro di un’ora?

Io ho boccheggiato: — Lizzie… stai zitta.

— Ma che succede se fra un’ora non è venuto nessun Mulo a…

Annie ha detto: — Adesso stai zitta, Lizzie o non vorrai che arrivano i Muli a riparare "te"! Billy è meglio che tu resti qui per questa notte. Non si può sapere che cosa potrebbero fare quei pazzi al caffè.

Mi ha portato una coperta, una di quelle che aveva ricamato lei con fili di lana a colori vivaci presi dal deposito. Altri ricami erano appesi sulle pareti, intessuti con pezzi di lattina che le ragazzine usano per fare i gioielli, con pezze di tute strappate, con qualsiasi cosa sgargiante Annie era riuscita a trovare. Tutti gli appartamenti della Jay Street sembrano uguali. Sono stati costruiti tutti nello stesso periodo circa dieci anni prima, quando qualche senatore è arrivato dalle retrovie e ha avuto bisogno di una grossa campagna elettorale. Stanze piccole, pareti di pietra spugnosa, mobili di sintoplastica di una distribuzione da deposito, ma quella di Annie è uno dei pochi che a me sembra proprio una casa.

Annie ha fatto andare Lizzie a letto. Poi è tornata, lei, e si è seduta su una sedia vicina al divano.

— Billy… hai visto quella donna al caffè?

— Quale donna? — Era bello stare seduti così vicini.

— Quella in piedi, appoggiata alla parete in fondo. Portava una tuta verde. Non abita a East Oleanta.

— E allora? — mi sono accoccolato sotto la bella coperta di Annie. A volte vengono dei viaggiatori anche se non quanti ne arrivavano un tempo adesso che la ferrovia a gravità non funziona più regolarmente. I gettoni-pasto valgono per ogni posto nello stato, arrivano dai senatori degli Stati Uniti e non era tanto difficile ottenere un gettone di cambio interstatale. Forse è ancora così. Io non viaggio tanto.

— Sembrava diversa — ha detto Annie.

— Diversa come?

Annie ha serrato stretto le labbra, riflettendo. Aveva le labbra scure e brillanti come more, quello inferiore così pieno che, premendolo contro l’altro lo faceva semplicemente sembrare ancora più succoso. Ho dovuto guardare da un’altra parte.

Mi ha detto lentamente: — Diversa come un Mulo.

Mi sono seduto sul divano. Mi è scivolata via la coperta. — Vuoi dire modificata geneticamente? Io non ho visto nessuno del genere.

— Non aveva modificazioni genetiche di bellezza. Bassa, con lineamenti contratti, fronte bassa e una testa un po’ troppo grossa. Ma era un Mulo, lei. Lo "so". Billy… pensi che era una spia dell’FBI?

— A East Oleanta? Non abbiamo nessuna organizzazione sotterranea, noi. Tutto quello che c’è è qualche marcio delinquentello che vuole rovinare la vita al resto di noi.

Annie ha continuato a serrare strette le labbra. Il Legislatore della Contea Thomas Scott Drinkwater gestisce la concessionaria di polizia. Ha un contratto con un’associazione che utilizza sia robot, sia agenti Muli. Non li vediamo spesso. Non mantengono la pace per le strade e non gliene frega niente dei furti perché c’è sempre merce nel deposito. Quando però c’è un assalto, un omicidio oppure uno stupro, eccoli che arrivano. Proprio l’anno scorso Ed Jensen è stato denunciato per avere ammazzato la più grande delle ragazze Flagg quando il ballo a una loggia si è fatto troppo violento. Jensen è stato processato ad Albany per un reato che va dai venticinque anni all’ergastolo. Al contrario, nessuno ha subito il processo per l’uccisione con l’arco da caccia di Sam Taggart nei boschi due anni fa. Penso che però allora avevamo un’altra concessionaria.

Lì l’FBI è una cosa del tutto diversa. Lo sono tutte le organizzazioni federali. Non vengono dai Vivi a meno che non è minacciato qualcosa dei Muli e una volta che sono arrivati, non mollano l’osso.

— Be’ — ha detto cocciutamente Annie — tutto quello che so io è che quella era un Mulo. Li sento dalla puzza.

Non avevo voglia di mettermi a discutere ma non volevo nemmeno che si preoccupava. — Annie, l’FBI non ha nessun motivo per venire a East Oleanta. E poi i Muli non hanno teste grosse e lineamenti contratti, loro… non permettono ai loro figli di nascere in quel modo.

— Be’, spero che hai ragione tu. Non abbiamo bisogno di nessun Mulo in visita a East Oleanta. Se ne devono restare a casa loro e lasciare noi nella nostra.

Non ho potuto farne a meno e le ho detto molto delicatamente: — Annie… hai mai sentito parlare dell’Eden?

Lei sapeva che non volevo dire della Bibbia. Non con quel tono di voce. Mi ha detto seccamente: — No. Mai sentito parlare, io.


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