— Un pericolo per la Pax… — ripete de Soya. Non capisce.
— Sua Santità ha previsto questo pericolo — dice il cardinale Lourdusamy. — Quasi tre secoli fa, Nostro Signore ritenne opportuno rivelare a Sua Santità quale minaccia quella figlia sciagurata rappresenti e ora il Santo Padre si è mosso per occuparsi di questo pericolo.
— Non capisco — confessa il Padre Capitano de Soya. L’olocubo è spento, ma lui vede ancora nella propria mente la faccia della bambina. — Come può una bambina rappresentare un pericolo… allora o adesso?
Il cardinale Lourdusamy gli stringe il braccio. — Quale agente del TecnoNucleo, sarà un virus inoculato nel Corpo di Cristo. È stato rivelato a Sua Santità che la bambina avrà dei poteri… poteri che non sono dell’uomo. Uno di essi è il potere di convincere i fedeli ad abbandonare la luce degli insegnamenti di Dio, a rinunciare alla salvezza per servire il Maligno.
De Soya annuisce, ma continua a non capire. Ha male al braccio, per la stretta della robusta mano di Lourdusamy. — Cosa vuole da me, Eccellenza? — domanda.
Risponde l’ammiraglio Marusyn, in un tono normale che, dopo tutti quei bisbigli, sorprende de Soya. — Da questo momento — ordina, brusco — lei è sospeso dall’incarico nella Flotta, Padre Capitano de Soya. Da questo momento la sua missione consiste nel cercare quella… bambina e portarla nel Vaticano.
Il cardinale crede di scorgere una traccia d’ansia nello sguardo di de Soya. — Figliolo — dice, ora in tono consolante — si preoccupa forse che alla bambina sia fatto del male?
— Sì, Eccellenza — risponde de Soya e si domanda se, per averlo ammesso, sarà sollevato dall’incarico.
Lourdusamy allenta la stretta, la rende un contatto amichevole. — Stia tranquillo, figliolo. Nessuno nella Santa Sede… nessuno nella Pax… ha la minima intenzione di nuocere a quella bambina. Anzi, il Santo Padre ha dato disposizioni a noi… e a lei… di badare in secondo luogo che la bambina non subisca incidenti.
— In primo luogo — spiega l’ammiraglio — dovrà portarla qui, su Pacem. Al Comando della Pax, qui nel Vaticano.
De Soya fa un cenno d’assenso, deglutisce. Si pone, avanti a tutto, una domanda: "Perché proprio io?"
— Sissignore — dice. — Capisco.
— Riceverà un diskey col salvacondotto papale — prosegue l’ammiraglio. — Potrà requisire qualsiasi materiale, aiuto, collegamento o personale che le locali autorità della Pax siano in grado di fornirle. Ha domande, su questo?
— Nossignore — risponde de Soya, con voce ferma. Ma la sua mente vacilla. Un diskey col salvacondotto papale gli darebbe potere superiore a quello del governatore di un pianeta.
— Oggi stesso traslerà nel sistema di Hyperion — continua l’ammiraglio Marusyn, nello stesso vivace tono di comando che non ammette stupide obiezioni. — Capitano Wu?
L’aiutante di campo si fa avanti e porge a de Soya una cartellina rossa. Il Padre Capitano annuisce, ma una voce gli urla nella mente: "Nel sistema di Hyperion, oggi stesso… La nave classe Arcangelo! Morire di nuovo. Il dolore. No, Gesù mio, Signore. Allontana da me questo calice!".
— Avrà il comando della nostra nave corriere più moderna, Capitano — dice intanto Marusyn. — È simile a quella che l’ha portato su Pacem, ma può ospitare sei passeggeri, è dotata di un armamento a livello nave torcia e possiede un sistema di risurrezione automatizzato.
— Sissignore — dice de Soya. "Un sistema automatizzato?" pensa. "Il sacramento sarà dunque amministrato da una macchina?"
Il cardinale Lourdusamy gli dà un amichevole colpetto sul braccio. — Il sistema robotizzato è increscioso, figliolo. Ma la nave potrebbe portarla in luoghi dove la Pax e la Chiesa non esistono. Non possiamo negarle la risurrezione solo perché lei si trova fuori portata dei servi di Dio. Le garantisco, figliolo, che lo stesso Santo Padre ha benedetto quell’apparecchiatura per la risurrezione e l’ha consacrata con lo stesso comandamento sacramentale che darebbe una vera Messa di Risurrezione.
— Grazie, Eccellenza — borbotta de Soya. — Ma non capisco… luoghi al di fuori della Chiesa… Non ha detto che devo andare su Hyperion? Non ci sono mai stato, ma pensavo che quel mondo facesse parte della…
— Appartiene alla Pax — lo interrompe l’ammiraglio. — Ma se lei non avesse successo nel catturare… — Esita. — Nel salvare la bambina… se per imprevedibili ragioni fosse costretto a seguirla su altri mondi, in altri sistemi… abbiamo ritenuto opportuno che la nave abbia una culla di risurrezione automatizzata.
De Soya, confuso, china la testa in segno di ubbidienza.
— Ma ci aspettiamo che lei trovi la bambina su Hyperion — prosegue l’ammiraglio Marusyn. — Giunto su quel mondo, si presenterà al comandante di Fanteria Barnes-Avne e mostrerà il diskey papale. Barnes-Avne comanda la brigata di Guardie Svizzere di stanza su Hyperion, ma le lascerà l’effettivo comando del distaccamento.
De Soya rimane sorpreso. "Il comando di una brigata di Guardie Svizzere?" pensa. "Ma io comando una flotta di navi torcia! Non saprei distinguere una manovra di fanteria da una carica di cavalleggeri!"
L’ammiraglio Marusyn ridacchia. — Ci rendiamo conto che si troverà un po’ fuori del suo campo, Padre Capitano de Soya, ma le assicuriamo che è necessaria la qualifica di comandante. Barnes-Avne continuerà a comandare le forze di fanteria per quanto riguarda le attività quotidiane, ma è d’assoluta importanza che ogni risorsa sia volta al salvataggio della bambina.
De Soya si schiarisce la voce. — Cosa accadrà a… Ha detto che non ne conosciamo il nome? Alla bambina, voglio dire.
— Prima di scomparire — interviene il cardinale Lourdusamy — si faceva chiamare Aenea. In quanto a ciò che le accadrà… le garantisco ancora, figliolo, che vogliamo solo impedire alla bambina d’infettare col suo virus il Corpo di Cristo nella Pax, ma che agiremo senza nuocerle. Anzi, la nostra missione… la sua missione… è di salvare l’anima immortale della bambina. Lo stesso Santo Padre provvederà a questo.
Qualcosa, nel tono del cardinale, induce de Soya a ritenere che l’incontro sia terminato. Il Padre Capitano si alza, sente dentro di sé un senso di vertigine dovuto al dislocamento da risurrezione. "Nel giro di questo stesso giorno devo morire di nuovo!" pensa. Ancora pieno di gioia, si sente nondimeno sul punto di piangere.
Anche l’ammiraglio Marusyn è in piedi. — Padre Capitano de Soya, la sua nuova assegnazione ha effetto finché la bambina non sarà consegnata a me, qui nell’ufficio collegamento militare del Vaticano.
— Nel giro di qualche settimana, ne siamo sicuri — precisa il cardinale Lourdusamy, ancora seduto.
— Si tratta di una grande e terribile responsabilità — riprende l’ammiraglio. — Deve usare fino all’ultimo grammo della sua fede e delle sue doti, per realizzare l’espresso desiderio di Sua Santità e portare al sicuro nel Vaticano quella bambina… prima che il distruttivo virus della sua perfidia programmata si diffonda tra i nostri Fratelli e Sorelle in Cristo. Sappiamo che non ci deluderà, Padre Capitano de Soya.
— Grazie, signore — dice de Soya. "Perché proprio io?" pensa di nuovo. S’inginocchia per baciare l’anello al cardinale e si rialza: scopre che l’ammiraglio si è ritirato nel buio del padiglione, dove le altre figure appena intraviste non si sono mai mosse.
Monsignor Luca Oddi e il capitano Marget Wu si pongono ai fianchi di de Soya e fungono da scorta, quando si girano per lasciare il giardino. Ed è allora che il Padre Capitano de Soya, con la mente che ancora vacilla per la confusione e lo sconvolgimento, con il cuore che batte forte per l’ansia e per il timore dell’importante missione richiestagli, si guarda brevemente indietro, proprio mentre la scia di plasma di una navetta in decollo illumina di pulsante luce azzurrina la cupola di S. Pietro, i tetti del Vaticano, il giardino. Per un istante risultano chiaramente visibili le figure nel padiglione, illuminate dal lampeggio azzurro. C’è l’ammiraglio Marusyn, già di spalle rispetto a de Soya, al pari di due ufficiali delle Guardie Svizzere in armatura da combattimento, con le armi a fléchettes in posizione di portat’arm. Ma è la figura seduta, quella che per anni a venire tormenterà i sogni e i pensieri di de Soya.