Garnet fece un breve sorriso. — Non lo farò, perché ho anche conosciuto la vostra migliore gioventù. — L’urgenza nei suoi occhi finì per insinuarsi anche nella voce. — Dmitri… che cosa gli succederà?

— Be’, dipende molto da lui. — Miles si rese conto che entrambi potevano intercedere l’uno con l’altro. — Si potrebbe andare da una annotazione sulla sua scheda, quando verrà rilasciato… perché non avrebbe dovuto togliersi il comunicatore da polso, proprio per le ragioni di cui avete purtroppo avuto una dimostrazione, a un’accusa molto seria di tentata diserzione, se non ritira la sua richiesta di asilo politico prima che venga rifiutata.

Garnet sporse leggermente la mascella. — Potrebbe non essere rifiutata?

— Anche se venisse accolta, le conseguenze a lungo termine porrebbero essere più complesse di quanto forse entrambi possiate comprendere in questo momento. A quel punto sarebbe colpevole di diserzione, pura e semplice. Verrebbe esiliato per sempre dalla sua casa, e non potrebbe tornare mai più a trovare la sua famiglia. Barrayar può sembrargli in questo momento una ben misera perdita, nell’impeto dell’emozione, ma credo, anzi, ne sono sicuro, che in futuro se ne pentirebbe amaramente. — Pensò alla malinconia di Baz Jesek, esiliato per anni per un piccolo conflitto gestito ancora peggio di quello in cui si trovava il guardiamarina. — Ci sono altri modi, anche se meno rapidi, con cui il tenente Corbeau potrebbe tornare qui, se è davvero un suo desiderio autentico e non un capriccio momentaneo. Ci vorrebbe più tempo, ma si farebbero molti meno danni… dopo tutto, in questo momento sta giocando con la sua vita.

Garnet si accigliò. — Ma l’esercito barrayarano non lo fucilerà, o lo farà assassinare?

— Non siamo in guerra con l’Unione. — Non ancora, perlomeno. Ci voleva una dose di goffaggine di proporzioni assai più eroiche di quella impiegata fino a quel momento per far arrivare le cose a quel punto. D’altra parte, forse non doveva sottovalutare i suoi compatrioti. E poi non pensava che Corbeau fosse politicamente abbastanza importante da venire assassinato. Cerchiamo di non farlo diventare tale, eh? — Non verrebbe giustiziato. Ma, dal vostro punto di vista, anni di galera sarebbero la stessa cosa. Non sta facendo un favore a lui e nemmeno a se stessa incoraggiandolo a disertare. Lo lasci tornare al suo posto, finire il suo contratto di ferma, e poi tornare qui. Se allora la penserete ancora allo stesso modo, potrete continuare la vostra relazione senza che il suo stato legale avveleni il vostro futuro.

L’espressione della donna si era fatta sempre più cocciuta. A Miles parve per un momento di essere un genitore all’antica che faceva la predica a un’adolescente in crisi esistenziale, ma Garnet non era una bambina. Avrebbe dovuto chiedere a Bel quanti anni aveva. Tutta quell’aria di autorevolezza con cui si muoveva poteva provenire solo dalla disciplina della danza. Si ricordò che doveva apparire cordiale, allora tentò di addolcire le sue parole con un sorriso.

La donna disse: — Desideriamo restare insieme. In modo definitivo.

E dopo esservi conosciuti per due settimane, siete già così sicuri? Il commento gli si strangolò in gola all’occhiata obliqua di Ekaterin, che gli ricordò esattamente quanti giorni, o erano state ore?, gli erano bastati per innamorarsi di lei. Certo, il definitivo aveva richiesto un po’ più di tempo.

— Non ho alcuna difficoltà a comprendere perché Corbeau lo desideri. — Era più difficile comprendere come mai l’attrazione fosse reciproca. Corbeau non gli aveva ispirato una gran simpatia: l’emozione più forte che aveva provato in sua presenza era un desiderio disperato di dargli un ceffone. Ma era chiaro che quella donna non la vedeva così.

— Definitivo? — disse Ekaterin in tono dubbioso. — Non pensa di poter desiderare dei figli un giorno? O che li possa desiderare lui?

L’espressione di Garnet Cinque si fece speranzosa. — Abbiamo già parlato di questa possibilità. Siamo entrambi interessati.

— Uhm, ehm — fece Miles. — E i quad possono concepire figli con i terricoli?

— Be’, bisogna compiere delle scelte, prima di arrivare allo stadio del replicatore, proprio come un ermafrodita che voglia incrociarsi con un monosessuale deve decidere se predisporre i geni per avere un bambino, una bambina o un ermafrodita. Alcune coppie miste quad-terricoli hanno bambini quad, altri hanno figli terricoli, e qualcuno ha un po’ di questo e un po’ di quello… Bel, fai vedere a Lord Vorkosigan come saranno i nostri bambini!

Miles girò la testa di scatto. — Cosa?

Bel arrossì e si frugò in una tasca dei pantaloni. — Nicol e io… quando siamo andati dal biogenetista per un consulto, ci ha fatto una proiezione di tutte le possibili combinazioni, in modo che potessimo scegliere. — L’ermafrodita accese un olocubo e lo sollevò. Sei immagini di bambini a figura intera comparvero in aria sopra la sua mano. Erano colti nel momento in cui si esce dall’adolescenza, con già un’idea di quali saranno i lineamenti adulti che traspariranno dalle rotondità dell’infanzia. Avevano gli occhi di Bel, il viso di Nicol, i capelli di un castano scuro con la familiare ciocca che ricadeva sulla fronte. Un ragazzo, una ragazza e un erm con le gambe; un ragazzo, una ragazza e un erm quad.

— Oh — esclamò Ekaterin, — molto interessante.

— I lineamenti del viso sono solo una fusione di quelli di Nicol e miei, non una autentica proiezione genetica — spiegò Bel, cedendo l’olocubo nelle mani di Ekaterin. — Per quello avrebbero bisogno di una vera cellula di un vero concepito, il che, ovviamente, non può essere possibile fintanto che non sarà stato creato quello vero su cui eseguire le modifiche genetiche.

Ekaterin rivoltò da una parte all’altra l’ologramma, esaminando le figure da ogni lato. Miles, guardando da sopra le sue spalle, si convinse che era stato un bene che il suo olovideo con lo stadio blastulare di Aral Alexander e Helen Natalia fosse rimasto a bordo della Kestrel. Ma forse più tardi avrebbe avuto l’occasione di mostrarlo a Bel.

— E avete deciso che cosa volete voi due? — chiese Garnet Cinque a Bel.

— Una piccola quad, tanto per cominciare. Come Nicol. — Il volto di Bel si addolcì, e poi, bruscamente, riprese il suo tono ironico. — Sempre che io decida di prendere la cittadinanza dell’Unione.

Miles immaginò Garnet Cinque e Dmitri Corbeau con una sfilza di aitanti, atletici bimbi quad. O Bel e Nicol, con una nidiata di pargoli intelligenti e predisposti alla musica. C’era di che far girare la testa.

Roic, che osservava con aria stupefatta, scosse la testa quando Ekaterin gli offrì di esaminare i ritratti dei bimbi.

— Ah — disse Bel. — Sta per cominciare lo spettacolo. — Recuperò il suo olocubo, lo spense e lo mise al sicuro in tasca, verificando di chiudere bene e abbottonare il risvolto.

Mentre parlavano l’auditorium si era completamente riempito, e l’alveare di celle adesso ospitava una folla attenta, tra cui c’erano dei terricoli, anche se non era facile per Miles stabilire se fossero cittadini dell’Unione o turisti galattici. In ogni caso, niente uniformi verdi barrayarane.

Le luci si affievolirono: il brusio si smorzò, e gli ultimi quad si affrettarono a raggiungere i loro posti. Un paio di terricoli che avevano mal valutato la spinta da darsi ed erano fermi a mezz’aria, vennero portati al loro posto dalle maschere, guadagnandosi una risatina sommessa da parte dei quad che avevano notato la manovra.

Una tensione elettrizzante riempiva l’aria, quello strano miscuglio di speranza e paura che precede ogni rappresentazione dal vivo, con il suo rischio di errore, con la sua possibilità di grandezza. L’illuminazione si abbassò sempre di più, fino a che solo la luce azzurrina delle stelle si rifletté sull’alveare di celle ormai tutte occupate.

Le luci si accesero all’improvviso, una fontana esuberante di rossi, arancio e oro proveniente da tutti i lati, e i ballerini entrarono. Entrarono tuonando: una fila di maschi quad, aitanti ed entusiasti, con tute attillate rese splendide dai lustrini, che battevano le mani sui loro tamburi.


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