Greenlaw lo stava fissando. Miles spiegò: — Io sono la Voce di Gregor. Per i barrayarani, è come se un quad avesse appena sparato all’Imperatore, o quasi. Quando ho detto che qualcuno voleva la guerra, non era retorica, Sigillatrice Greenlaw. A questo punto, se fossimo in patria, questo posto brulicherebbe dei migliori agenti di ImpSec.
Greenlaw scosse la testa e il suo volto s’incupì. — E un attacco a un comune cittadino barrayarano come sarebbe trattato? Con più indifferenza, devo presumere?
— Non con più indifferenza, ma a un livello organizzativo inferiore. Sarebbe di competenza delle guardie del Conte del Distretto.
— E quindi su Barrayar, il tipo di giustizia che si riceve dipende da chi si è? Interessante. La informo, senza dolermene, Lord Vorkosigan, che sulla Stazione Graf lei verrà trattato come qualunque altra persona: né meglio né peggio. E, per quanto le possa sembrare strano, questo per lei non sarà una perdita.
— Molto interessante — fece Miles seccamente. — E mentre lei si prodiga per dimostrarmi quanta poca impressione le fa la mia autorità imperiale, un pericoloso sicario rimane in libertà. Che ne sarà della meravigliosa e ugualitaria Stazione Graf se la prossima volta sceglie un metodo meno individuale per farmi fuori, come una bomba, per esempio? Mi dia retta… anche su Barrayar la gente muore nello stesso modo. Le dispiacerebbe se continuassimo questa discussione in privato? — Le videocamere, che evidentemente avevano esaurito il soggetto Bel, stavano tornando velocemente verso di lui.
— Miles! — Anche Ekaterin stava correndo verso di lui, con Roic al suo fianco. Nicol e Garnet Cinque la seguivano a bordo di flottanti. Pallida in volto, Ekaterin superò i detriti nell’atrio, e lo abbracciò forte. Ben conscio delle telecamere che avidamente li riprendevano, Miles restituì l’abbraccio. Nessun giornalista, con qualunque numero di braccia o gambe, poteva resistere alla tentazione di presentare quell’inquadratura in tutti i servizi di apertura. Interesse umano!
Roic si scusò: — Ho cercato di fermarla, signore, ma ha voluto venire a tutti i costi.
— Va tutto bene, Roic — lo rassicurò Miles.
Ekaterin gli mormorò all’orecchio: — Pensavo che fosse un posto sicuro, questo. E che i quad fossero pacifici.
— La maggior parte di loro lo sono senz’altro — disse Miles. La lasciò andare con riluttanza, tenendole comunque una mano, e si guardarono preoccupati.
Poco più in là, Nicol corse verso Bel con un’espressione simile a quella di Ekaterin, e le telecamere si voltarono subito verso di lei.
Miles ne approfittò per chiedere a Roic, sottovoce: — Hai scoperto qualcosa su Solian?
— Non ho avuto il tempo di andare molto lontano, Milord. Avevo deciso di cominciare con l’Idris, e ho ottenuto tutti i codici di accesso da Brun e Molino, ma i quad non mi hanno permesso di salire a bordo. Stavo per chiamarla.
Miles fece un ampio sorriso. — Scommetto che adesso riuscirò a risolvere il problema.
Greenlaw li invitò a seguirla nella sala riunioni dell’albergo, per continuare il colloquio in privato.
Miles e Ekaterin la seguirono, mentre un giornalista che voleva intervistarli fu fermato da una guardia della Milizia dell’Unione.
Deluso, il giornalista quad ripiegò su Garnet Cinque, la quale, con i riflessi di una donna di spettacolo, lo accolse con un fulgido sorriso.
— Com’è andato il tuo giro? — chiese allegramente Miles alla moglie mentre scavalcavano i calcinacci disseminati sul pavimento.
Ekaterin lo guardò un po’ perplessa. — Benissimo. Le serre idroponiche quad sono straordinarie. — Aveva capito che Miles voleva sdrammatizzare la situazione. Si guardò intorno e chiese: — E a te com’è andata?
— Deliziosamente. Be’, certo sarebbe stato diverso se non avessimo abbassato la testa al momento giusto. Ma se non riesco ad approfittare di questa situazione per sbloccare le cose, restituisco la mia catena di Ispettore. — Inghiottì un sorriso scaltro, contemplando la schiena di Greenlaw che li precedeva.
— Guarda quante cose s’imparano in luna di miele — scherzò Ekaterin. — Adesso so come tirarti fuori dall’umore nero. Basta pagare qualcuno perché ti spari addosso.
— Sì, mi fa benissimo — confermò Miles allegramente. — Ho anche scoperto di essere pieno di adrenalina, e credo che dovrò trovare il modo di disintossicarmi.
— Infatti. — Ekaterin sospirò. Il leggero tremito della sua mano stava diminuendo, e il suo volto era tornato ingannevolmente sereno.
Greenlaw li accompagnò in una stanza piena di cose di ogni tipo. Il piccolo tavolo-video al centro era stato liberato da tazze sporche, bulbi-bibita flosci, e fogli di plastica, che erano stati ammucchiati a casaccio su una credenza contro una parete. Miles fece accomodare Ekaterin in un sedia-terminale e sedette accanto a lei. Greenlaw posizionò il suo flottante alla loro altezza sul lato opposto del tavolo.
Roic e una delle guardie quad si contendevano in una silenziosa battaglia di sguardi torvi il posto di guardia alla porta.
Miles assunse un’aria indignata. — Be’. — Disse con un tono di sarcasmo. — È stato uno spiacevole supplemento ai miei impegni del mattino.
Greenlaw cominciò: — Lord Ispettore, lei ha le mie scuse…
— Le sue scuse sono una gran bella cosa, signora Sigillatrice, ma le cambierei volentieri con la sua collaborazione. Partendo dall’assunto che non ci fosse lei dietro questo incidente — disse, e continuò senza scomporsi di fronte alla sua indignata protesta — e non vedo come ciò potrebbe essere, nonostante le circostanze siano piuttosto strane, la violenza di questa aggressione non mi sembra nello stile dei quad.
— Certo che no!
— Be’, tuttavia ci deve essere un senso, e io credo che il mistero centrale di tutto questo imbroglio sia la scomparsa tanto trascurata del tenente Solian.
— Non è stata affatto trascurata…
— Non sono d’accordo. Comunque, se trovare il quad che mi ha assalito è compito dell’Unione — e qui fece una pausa, sollevando le sopracciglia; Greenlaw annuì, cupamente — allora trovare Solian è compito mio. E sono certo che queste due indagini s’incontreranno a mezza strada.
Greenlaw sbatté le palpebre, un po’ stupita dalla piega presa dal discorso. — È possibile…
— Benissimo. Allora desidero avere l’accesso completo e totale a qualunque area o documento pertinente a questa ricerca, esteso sia a me che al mio assistente l’armiere Roic, e a chiunque altro io desideri incaricare. E per cominciare da subito, voglio poter avere l’accesso all’Idris!
— Non possiamo permettere ai terricoli di aggirarsi a volontà in tutte le aree protette della Stazione che…
— Signora Sigillatrice. Lei si trova qui per proteggere gli interessi dell’Unione, come io sono qui per quelli di Barrayar. Salvo che qualcosa in tutto questo pasticcio non sia stata orchestrata a vantaggio dello Spazio Quad. Lei ha qualche idea a proposito?
— No, ma…
— Allora sarà d’accordo con me che prima arriviamo al nocciolo della questione, meglio è.
Greenlaw unì le punte delle dita, guardandolo attraverso gli occhi socchiusi. Prima che potesse farsi venire in mente qualche obiezione, entrò Bel, che era riuscito a sfuggire sia a Venn, sia ai media. Nicol lo seguiva sul suo flottante.
Greenlaw lo accolse con un sorriso. — Portomastro Thorne, l’Unione le è debitrice per il suo coraggio.
Bel diede una sfuggevole occhiata a Miles prima di rispondere, poi si esibì in un modesto mezzo inchino. — Il pericolo è il mio mestiere, signora.
Un tempo, quella sarebbe stata la pura verità, e Miles non riuscì a fare a meno di ricordarlo.
Greenlaw scosse la testa. — Mi auguro che in questo senso non avrà più occasione di esercitarsi sulla Stazione Graf, portomastro!
— Be’, io sono certamente grata al portomastro Thorne! — disse Ekaterin con calore.
Nicol, la cui mano si era infilata in quella di Bel, lanciò all’ermafrodita uno sguardo da sotto le sue nere ciglia, per il quale un soldato di qualunque genere avrebbe volentieri scambiato medaglie, nastri e premi, e tutte le pompose orazioni degli alti comandi. Bel sembrò accettare con una punta di imbarazzata rassegnazione quel suo momento di eroismo.