— In effetti — concordò Miles. — Dire che sono contento del servizio che mi ha reso il portomastro sarebbe come minimizzare la mia gratitudine. Se l’onorevole erm potesse continuare ad assistermi per la durata della mia permanenza qui, lo considererei un favore personale.

Greenlaw incontrò l’occhiata di assenso di Bel, poi annuì a Miles. — Ma certamente, Lord Ispettore. — Era sollevata di potergli concedere qualcosa che non le costava nulla. Un piccolo sorriso le increspò le labbra, raro evento. — Inoltre, concederò a lei, e agli assistenti che lei designerà, libero accesso ai documenti e alle aree riservate della Stazione Graf… naturalmente sotto la supervisione del portomastro.

Miles finse di considerare a lungo questo compromesso, accigliandosi teatralmente. — La cosa comporta un grande impegno di tempo ed energia per il portomastro Thorne.

Bel intervenne modestamente: — Sarò lieto di accettare questo incarico, signora Sigillatrice, sempre che il Capo Watts sia anch’esso d’accordo e che mi riconosca economicamente il tempo extra che dedicherò a questo incarico, inoltre dovrà nominare un altro supervisore che mi sostituisca nei miei compiti ordinari.

— Nessun problema, portomastro. Dirò a Watts di aggiungere i costi sostenuti dal suo dipartimento al conto della flotta komarrana. — Greenlaw pronunciò quest’ultima affermazione con un luccichio di cupa soddisfazione negli occhi.

Aggiungere il tempo extra allo stipendio che Bel riceveva da ImpSec, significava che sarebbe stato pagato tre volte, calcolò Miles. Miles avrebbe fatto in modo che l’Impero ottenesse una contropartita adeguata alla spesa.

— Benissimo — concesse, riuscendo ad apparire preoccupato. — Allora cominceremo subito a bordo dell’Idris.

Ekaterin non sorrise, ma una scintilla di apprezzamento le illuminò gli occhi. Se quel mattino avesse accettato di accompagnarlo, e si fosse trovata accanto a lui durante l’attentato… quel pensiero le fece venire i brividi.

— In quanto a Lady Vorkosigan — riprese Miles — lei rimarrà sulla Prince Xav fino a quando la Sicurezza della Stazione Graf non riuscirà ad arrestare l’attentatore, e tutto questo mistero non verrà risolto. — Aggiunse un mormorio di scuse nella direzione della moglie: — Scusami…

Ekaterin rispose con un cenno di comprensione.

— Va tutto bene. — Non era contenta di rimanere relegata a bordo della Prince Xav, ma possedeva troppo buon senso Vor per mettersi a discutere quando c’era di mezzo la sicurezza.

Miles continuò: — Le chiedo quindi che a una navetta barrayarana venga concesso un permesso per attraccare per portarla via di qui. — Si chiese se doveva domandare addirittura il permesso di farla salpare, ma non poteva privarsi dell’unico mezzo di trasporto indipendente che possedeva, e alla sua postazione di comunicazione privata.

— Mi perdoni, Lord Vorkosigan — obiettò Greenlaw — ma è proprio così che è arrivata sulla Stazione l’ultima squadra degli incursori barrayarani. Non ci piace riceverne un’altra ondata. — Guardò Ekaterin. — Tuttavia comprendo le sue preoccupazioni e sarò lieta di offrire a Lady Vorkosigan uno dei nostri scafi per il trasferimento.

Miles rispose: — Signora Sigillatrice, un quad sconosciuto ha appena tentato di uccidermi. Non possiamo escludere che si tratti di un quad che occupa una posizione di fiducia. E non so cosa darei per scoprirlo, ma non posso fidarmi che mia moglie sia accompagnata da un vostro equipaggio.

Bel sospirò. — Se lo desidera, Lord Ispettore Vorkosigan, piloterò io stesso lo scafo che condurrà Lady Vorkosigan alla vostra nave ammiraglia.

Ma io ho bisogno di te qui!

Bel evidentemente lesse il suo sguardo, perché aggiunse: — O porrei designare un mio pilota di fiducia.

Con riluttanza, che questa volta non ebbe bisogno di fingere, Miles acconsentì. Il passo successivo fu di chiamare l’ammiraglio Vorpatril e informarlo che la sua nave avrebbe avuto un nuovo ospite.

Vorpatril, quando il suo volto comparve sulla piastra video, commentò la notizia con un: — Certamente, Milord Ispettore. La Prince Xav ne sarà onorata. — Ma Miles lesse dallo sguardo preoccupato dell’ammiraglio che aveva compreso che la situazione si era fatta più grave.

Miles si accertò che nessun dispaccio fosse stato inviato al Quartier Generale; la notizia dell’attentato e le rassicurazioni del caso grazie al cielo sarebbero quindi arrivate assieme. Conscio di essere ascoltato dai quad, Vorpatril si limitò a chiedere che il Lord Ispettore lo informasse di qualunque sviluppo secondo la sua convenienza… in altre parole, non appena avesse raggiunto una comconsolle sicura.

La riunione si sciolse e tutti tornarono nell’atrio dell’albergo, ben protetti, questa volta, da guardie armate che erano state appostate strategicamente.

Fra le rovine dell’atrio, i quad della squadra scientifica, sotto la direzione di Venn, stavano effettuando rilevamenti e registrazioni video. Miles alzò uno sguardo cupo alla balconata da dove l’attentatore aveva sparato, poi, preso da un improvviso pensiero, chiese al portomastro: — Bel, potrebbe darsi che quel pazzo volesse colpire te?

— E perché proprio me?

— Be’, non lo so. A quante persone può dare fastidio un portomastro nell’espletamento delle sue funzioni? — Si guardò attorno; Nicol era troppo lontana per sentirli; galleggiava accanto a Ekaterin, con cui era impegnata in un animato scambio di bisbigli. — Non è che ti porti a letto la moglie di qualcuno, vero? O il marito? — aggiunse coscienziosamente. — O la figlia, o quello che vuoi.

— No — rispose Bel prontamente. — E ho lasciato in pace anche i loro animali da compagnia. Che bella visione barrayarana hai delle motivazioni umane, Miles!

Miles sorrise. — Scusami. E per quanto riguarda… le vecchie questioni?

Bel sospirò. — Sono certo di essere finito troppo lontano e di avere vissuto troppo a lungo perché le vecchie questioni possano venire a cercarmi. — Gettò un’occhiata obliqua a Miles. E dopo avere riflettuto un momento: — E comunque tu saresti più in prima linea di me, anche per quelle faccende.

— Forse. — Miles si accigliò. E poi c’era Dubauer. Anche quell’ermafrodita avrebbe potuto essere un bersaglio. Ma come diavolo poteva un anziano betano che commerciava in embrioni di animali, e aveva passato la maggior parte del suo tempo sulla Stazione Graf, chiuso in una stanza d’albergo, aver irritato un quad al punto da fargli saltare la testa?

Ci sono troppe cose misteriose, dannazione.

Era arrivato il momento di procurarsi dei dati concreti.

CAPITOLO NONO

Il pilota quad scelto da Bel arrivò per accompagnare Ekaterin, scortato anche da un paio di guardie dalla faccia severa della Milizia dell’Unione. Miles guardò la moglie con una certa angoscia, quando lei si voltò verso di lui, mentre usciva dall’albergo. Miles si toccò con un gesto d’intesa il polso; Ekaterin in risposta sollevò leggermente il braccio sinistro con il comunicatore.

Dal momento che dovevano recarsi sull’Idris, Bel approfittò della cosa per avvertire Dubauer di scendere dalla sua camera, così sarebbero andati insieme.

L’ermafrodita arrivò subito; aveva medicato la guancia con una applicazione di colla chirurgica. Il timido, aggraziato erm sembrava avere riguadagnato il controllo di sé, e mormorò parole di ringraziamento a Bel per essersi ricordato delle necessità delle sue creature, nonostante tutto quello che era successo.

Il piccolo gruppo camminò o fluttuò dietro il portomastro Thorne attraverso condotti normalmente non aperti al pubblico, fino ai magazzini e alle zone di carico riservati al commercio galattico. Nell’Idris, attraccata saldamente alla sua culla d’ormeggio, c’era un buio silenzioso, ed era deserta tranne che per due guardie della Stazione Graf che sorvegliavano i portelli della nave.


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