— Il consigliere Marquez è un uomo ragionevole. Se il capo del Consiglio fosse stato lui… — Elia s’interruppe. Vera rimase in silenzio.
— Andre dice che adesso trattate quasi sempre con Marquez — osservò Luz. — È il capo del Consiglio?
— Sì.
— Mio padre è in prigione?
— Arresti domiciliari, dicono — rispose Elia, imbarazzato. Luz annuì, ma Vera li fissava. — Don Luis? Vivo? Credevo… Arresti? Perché?
L’imbarazzo di Elia era penoso. Luz rispose: — Perché ha ucciso Herman Macmilan.
Vera sgranò gli occhi; una vena pulsò più forte sulla tempia gonfia.
— Io non l’ho visto — disse Luz, in tono calmo, asciutto. — Ero indietro, tra la folla, con Southwind. Andre era avanti, con Lev e Elia: l’ha visto e me l’ha raccontato. È stato dopo che Macmilan ha sparato a Lev. Prima che ci rendessimo conto di quello che succedeva, gli uomini di Macmilan hanno cominciato a sparare contro di noi. Mio padre ha strappato il moschetto a uno di loro, usandolo come una clava. Non ha sparato, ha detto Andre. Immagino che sia difficile dire come siano andate le cose, dopo quel combattimento, con la gente che andava avanti e indietro e calpestava quelli a terra, ma Andre ha detto che credono che il colpo abbia ucciso Macmilan. Comunque era morto quando sono tornati indietro.
— L’ho visto anch’io — aggiunse Elia, impacciato. — È stato… Credo che sia stato questo a trattenere molti uomini della città dallo sparare. Erano confusi…
— Non è mai stato dato un ordine — disse Luz. — Perciò i partecipanti alla Marcia hanno avuto il tempo di avventarsi contro di loro. Andre pensa che se mio padre non avesse colpito Macmilan non ci sarebbe stata la battaglia. Loro avrebbero sparato e i dimostranti sarebbero fuggiti.
— E i nostri principii non sarebbero mai stati traditi — dichiarò Southwind, con fermezza. — Forse, se non ci fossimo avventati, gli uomini della città non avrebbero sparato per difendersi.
— E sarebbe stato ucciso soltanto Lev? — replicò Luz, con voce altrettanto chiara. — Ma Macmilan avrebbe ordinato a tutti di sparare, Southwind. È stato lui a cominciare. Se i dimostranti fossero fuggiti prima, sì, forse ne avrebbero uccisi meno. E nessun uomo della città sarebbe stato percosso a morte. I vostri principii sarebbero salvi. Ma Lev sarebbe morto comunque. E Macmilan sarebbe ancora vivo.
Elia la guardava con un’espressione che Luz non aveva mai visto, non capiva cosa significasse: ribrezzo, forse, o paura.
— Perché? — chiese Vera, in un penoso, arido bisbiglio.
— Non lo so! — rispose Luz; e poiché era un grande sollievo dire quelle cose, parlarne anziché tenerle nascoste e ripetere che tutto andava bene, rise. — Capisco forse cosa fa mio padre, cosa pensa, cos’è? Forse è impazzito. Così ha detto ad Andre il vecchio Marquez, la settimana scorsa. Io so che se fossi stata al suo posto avrei ucciso anch’io Macmilan. Ma questo non spiega perché l’abbia fatto lui. Non ci sono spiegazioni. È più semplice dire che era impazzito. Vedi, Southwind: è questo che non va nelle vostre idee, in voi. È tutto vero e giusto, con la violenza non si ottiene nulla, uccidere non serve a nulla… ma qualche volta è proprio questo nulla ciò che la gente vuole. Vuole la morte. E la trova.
Ci fu un silenzio.
— Il consigliere Falco aveva compreso la follia del gesto di Macmilan — disse Elia. — Ha cercato d’impedire…
— No — ribatté Luz. — No. Non stava cercando d’impedire altri spari, altre uccisioni, e non era dalla vostra parte. Tu non hai mai altro in mente che la ragione, senhor Elia? Mio padre ha ucciso Macmilan per la stessa «ragione» per cui Lev stava là ad affrontare quegli uomini armati, a sfidarli… a farsi uccidere. Perché era un uomo: e questo è ciò che fanno gli uomini. Le ragioni vengono poi.
Elia contrasse le mani: era pallidissimo, e gli occhi spiccavano per una luminosità innaturale. Guardò Luz e chiese, gentilmente: — Perché rimani qui, Luz Marina?
— Dove potrei andare? — ribatté lei, in tono quasi sarcastico.
— Da tuo padre.
— Sì, è così che fanno le donne…
— È angosciato, in disgrazia: ha bisogno di te.
— Mentre voi no.
— Sì, invece, — disse Vera, disperatamente. — Elia, sei impazzito anche tu? Stai cercando di scacciarla?
— È stato per lei… Se non fosse venuta qui, Lev… È stata colpa sua! — Elia era in preda a un’emozione che non riusciva a dominare. La voce era più acuta, gli occhi spalancati. — È stata colpa sua!
— Cosa stai dicendo? — mormorò Vera; e Southwind, rabbiosamente: — Non è stata colpa sua!
Luz non disse nulla.
Elia, tremando, si coprì la faccia. Nessuno parlò, per molto tempo.
— Scusami — mormorò Elia, alzando la testa. Gli occhi erano asciutti e luminosi e la bocca si contraeva stranamente mentre parlava. — Perdonami, Luz Marina. Non dovevo dirlo. Sei venuta tra noi, sei la benvenuta. Sono… sono molto stanco; è difficile capire quello che si dovrebbe fare, quello che è giusto…
Le tre donne tacevano.
— Sto concludendo un compromesso, sì, un compromesso con Marquez. Cos’altro posso fare? E allora voi dite che Elia sta tradendo i nostri ideali, ci vende definitivamente alla città, ci fa perdere tutto ciò per cui abbiamo lottato. Cosa volete, allora? Altri morti? Volete un altro scontro, volete vedere il Popolo della Pace preso ancora a fucilate, che combatte… che percuote e uccide altri uomini… noi che… che crediamo nella pace, nella nonviolenza…
— Nessuno dice questo di te, Elia — mormorò Vera.
— Dobbiamo procedere lentamente. Dobbiamo essere ragionevoli. Non possiamo fare tutto in una volta, con l’avventatezza e la violenza. Non è facile… non è facile!
— No — disse Vera. — Non è facile.
— Siamo venuti da tutto il mondo — disse il vecchio. — Da grandi città e da piccoli paesi. Quando la Marcia ha avuto inizio, nella città di Moskva, erano quattromila, e quando sono giunti al confine della regione chiamata Russia erano già settemila. E hanno attraversato il grande territorio chiamato Europa, e centinaia e centinaia di altri si sono uniti alla Marcia, famiglie e singole persone, giovani e vecchi. Venivano da città vicine, venivano da grandi terre lontane oltre gli oceani: l’India, l’Africa. Portavano tutto il cibo che potevano e denaro per comprarlo, perché tutti quei marciatori dovevano nutrirsi. Gli abitanti delle città si schieravano lungo le strade per vederli passare, e a volte i bambini accorrevano portando in dono viveri o denaro. Anche gli eserciti delle grandi nazioni stavano lungo i bordi delle strade, e guardavano, e proteggevano i marciatori, e si assicuravano che non danneggiassero i campi e gli alberi e le città, perché erano tanti. E i marciatori cantavano, e a volte gli uomini degli eserciti gettavano via le armi e si univano alla Marcia nel cuore della notte. Camminavano, camminavano. Di notte si accampavano, ed era come se una grande città crescesse all’improvviso nei campi. Camminavano e camminavano, camminavano attraverso i campi della Francia e attraverso i campi della Germania e attraverso le alte montagne della Spagna; hanno camminato per settimane e per mesi, cantando i canti della pace, e così sono giunti finalmente, in diecimila, dove finiva la terraferma e cominciava il mare, alla città di Lisbona, dov’erano state promesse le navi. E le navi erano nel porto.
«Quella è stata la Lunga Marcia. Ma il viaggio non era finito! Sono saliti sulle navi, per navigare verso la Terra Libera, dove sarebbero stati i benvenuti. Ma ormai erano troppi. Le navi potevano accoglierne soltanto duemila, e il loro numero era cresciuto durante la Marcia, e adesso erano diecimila. Cosa dovevano fare? Si sono affollati e affollati; hanno costruito altri letti e si sono ammucchiati in dieci per stanza nelle grandi navi, nelle stanze fatte per due persone sole. I comandanti delle navi hanno detto: Basta, non potete più affollarvi sulle navi, non c’è abbastanza acqua per il lungo viaggio, non potete venire tutti a bordo. E allora hanno comprato barche, pescherecci, barche a vela e a motore; e perfino dei ricchi, tanto ricchi da possedere un’imbarcazione, sono venuti lì e hanno detto: Usate la mia barca, porterò cinquanta anime alla Terra Libera. Sono venuti pescatori dalla città chiamata Inghilterra e hanno detto: Usate la mia barca, porterò cinquanta anime. Alcuni avevano paura di quelle piccole barche per attraversare un mare così grande; alcuni sono tornati a casa e hanno abbandonato la Lunga Marcia. Ma sempre ne arrivavano altri, e il loro numero cresceva. E così, alla fine, tutti sono salpati dal porto di Lisbona, e la musica suonava e c’erano nastri al vento; e tutta la gente, sulle grandi navi e sulle piccole barche, è partita cantando.