Al termine della lettura, i cavalieri che riceveranno l’investitura si inginocchiano. Tutti gli altri rimangono seduti.

Papa Urbano XVI domanda ai cavalieri: Che cosa chiedete?

I cavalieri rispondono: Chiedo di essere investito cavaliere del Santo Sepolcro.

Papa Urbano XVI: Oggi, essere cavaliere del Santo Sepolcro significa impegnarsi nella battaglia per il Regno di Cristo e per la diffusione della Chiesa; e intraprendere opere di carità, con lo stesso profondo spirito di fede e di amore con cui potreste dare la vita in battaglia. Siete pronti a seguire per tutta la vita questo ideale?

I cavalieri rispondono: Sono pronto.

Papa Urbano XVI: Vi ricordo che, se tutti gli uomini e le donne dovrebbero già ritenersi onorati di praticare la virtù, a maggior ragione un soldato di Cristo dovrebbe gloriarsi di essere un cavaliere di Gesù Cristo e usare ogni mezzo per mostrare con le proprie azioni e virtù di meritare l’onore che gli è conferito e la dignità di cui è investito. Siete pronti a promettere di osservare le regole di questo sacro Ordine?

I cavalieri rispondono: Con la grazia di Dio prometto di osservare, come vero soldato di Cristo, i comandamenti di Dio, i precetti della Chiesa, gli ordini dei miei superiori sul campo e la regola di questo sacro Ordine.

Papa Urbano XVI: In virtù del decreto ricevuto, vi nomino e vi dichiaro soldati e cavalieri del Santo Sepolcro di Nostro Signore Gesù Cristo. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

I cavalieri entrano nel Tabernacolo e si inginocchiano, mentre il papa benedice la croce di Gerusalemme, emblema dell’Ordine.

Papa Urbano XVI: Ricevi la croce di Nostro Signore Gesù Cristo a tua protezione, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Ciascun cavaliere si inginocchia davanti alla croce di Gerusalemme e risponde: Amen.

Papa Urbano XVI ritorna allo scranno posto sulla piattaforma dell’altare. Quando Sua Santità dà il segnale, il maestro di cerimonie cardinale Lourdusamy legge il decreto di ogni cavaliere appena nominato. Quando viene fatto il suo nome, ciascun cavaliere si avvicina all’altare, fa la genuflessione e poi si inginocchia nell’ampio spazio davanti a Sua Santità. Un cavaliere è stato scelto per rappresentare tutti i cavalieri in attesa d’investitura e ora quel cavaliere si avvicina all’altare.

Papa Urbano XVI: Che cosa chiedi?

Cavaliere: Desidero essere investito cavaliere del Santo Sepolcro.

Papa Urbano XVI: Ti ricordo di nuovo che, se tutti gli uomini e le donne dovrebbero ritenersi onorati di praticare la virtù, a maggior ragione così dovrebbe fare un soldato di Cristo, che dovrebbe gloriarsi di essere un cavaliere di Gesù Cristo e usare ogni mezzo per non macchiare mai la propria reputazione. E infine dovrebbe mostrare con le proprie azioni e virtù di meritare l’onore che gli è conferito e la dignità di cui è investito. Sei pronto a promettere in piena verità di osservare le costituzioni di questo sacro Ordine militare?

Il cavaliere congiunge le mani e le pone in quelle di Sua Santità.

Cavaliere: Dichiaro e prometto in piena verità a Dio onnipotente, a Gesù Cristo suo figlio, alla benedetta Vergine Maria, di osservare, come vero soldato di Cristo, tutto ciò che mi è stato ordinato di fare.

Sua Santità papa Urbano XVI pone la destra sulla testa del cavaliere.

Papa Urbano XVI: Sii leale e coraggioso soldato di Nostro Signore Gesù Cristo, cavaliere del suo Santo Sepolcro, forte e indomito, affinché un giorno tu possa essere ammesso alla sua corte celeste.

Sua Santità porge al cavaliere gli speroni d’oro e dice: Ricevi questi speroni che sono un simbolo del tuo Ordine, per l’onore e la difesa del Santo Sepolcro.

Il cavaliere maestro di cerimonie cardinale Lourdusamy porge a Sua Santità la spada sguainata; questi a sua volta la tiene davanti al cavaliere appena investito e poi la restituisce al cavaliere maestro di cerimonie.

Maestro di cerimonie: Ricevi questa spada che simboleggia la difesa della Santa Chiesa di Dio e la distruzione dei nemici della Croce di Cristo. Sta’ bene attento a non usarla mai per colpire ingiustamente chicchessia.

Il cavaliere maestro di cerimonie rimette nel fodero la spada e allora Sua Santità la porge al cavaliere appena investito.

Papa Urbano XVI: Tieni bene a mente che i santi hanno conquistato regni non con la spada, ma con la fede.

Questa parte della cerimonia è ripetuta per ciascun candidato. Sua Santità il papa riceve la spada sguainata e con essa tocca tre volte la spalla destra di ciascun cavaliere, dicendo: Ti investo e ti dichiaro soldato e cavaliere del Santo Sepolcro di Nostro Signore Gesù Cristo. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Restituita la spada al cavaliere maestro di cerimonie, Sua Santità mette al collo di ciascun cavaliere la croce, emblema dell’Ordine, dicendo: Ricevi la croce di Nostro Signore Gesù Cristo a tua protezione e a questo fine ripeti di continuo: "Per il segno della croce, liberaci, o Signore, dai nostri nemici".

Ciascun cavaliere appena investito si alza, rivolge un inchino a Sua Santità e va dal dignitario più alto in grado, per ricevere da lui il mantello. Poi riceve dal cavaliere assistente il copricapo e lo calza. Allora torna al suo posto nei banchi.

Tutti si alzano, mentre Sua Santità intona l’inno qui riportato, che viene proseguito da tutti i presenti.

VENI, CREATOR SPIRITUS

Vieni, o Spirito creatore,
visita le nostre menti,
riempi della Tua grazia
i cuori che hai creato.
O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell’anima.
Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
imbevi di fuoco la spada.
Sii luce all’intelletto,
calma il cuor di chi muore;
con pazienza e ferma virtù
rafforza la debole carne.
Allontana il nemico,
cedi a noi la tua ira:
con la tua guida,
vittoria non ci sarà negata.
Ci conceda la tua grazia,
conoscer il Padre e il Figlio
e Te, eterno benedetto
d’entrambi eterno Spirito.
Or sia resa gloria al Padre
e al Figlio risorto; davanti
a Te, Spada e Scudo, tutti
siano spinti in Pax e Cielo.

Sua Santità papa Urbano XVI: E tutti i nemici di Cristo devono cedere.

Tutti: Amen.

Escono Sua Santità e il maestro di cerimonie.

Anziché tornare agli appartamenti apostolici, il papa condusse il cardinale in una piccola stanza a fianco della Cappella Sistina.

«La saletta delle Lacrime» disse il cardinale Lourdusamy. «Non ci metto piede da anni.»

Si trattava di un piccolo locale col pavimento a piastrelle marrone quasi nere per gli anni, ruvida carta da parati rossa, basso soffitto a volta in stile medievale, violenta luce che veniva da alcuni dorati candelabri a muro, senza finestre ma con pesanti e assurdi tendaggi bianchi a una parete. L’arredamento era ridotto al minimo: un bizzarro divano rosso in un angolo, un tavolino-altare, nero, coperto da un drappo di lino bianco, al centro una schematica struttura da cui pendeva una pianeta, antica e ingiallita, che lasciava un po’ a disagio; lì vicino, un paio di scarpe bianche assurdamente decorate, tanto vecchie che la punta era storta in su.


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