— Uhu. — Tirai fuori l’unica camicia umana che mi fosse rimasta eia esaminai. Un po’ sporca e con uno strappo. Decisi di indossarla.

— È troppo tardi — disse Derek. — Quell’uomo ha già visto la camicia di Inahooli.

— Nondimeno… — Mi misi la mia camicia e ripiegai quella di Inahooli, mettendola via.

La mia radio ronzò. L’accesi.

— Prima le buone notizie — disse Eddie. — Il comitato ha deciso di approvare, con rincrescimento, il tuo comportamento riguardo a Inahooli. Non avevi scelta. Forse se non fossi stata semiincosciente, avresti potuto escogitare un altro modo per fermarla. Ma è stata colpa sua se non eri in condizione di pensare. Si stava realizzando il suo karma. Non dovrebbe esserci nessun accrescimento nel tuo fardello karmico, almeno secondo l’opinione del comitato. — Avvertivo un certo distacco nella sua voce. Eddie non aveva niente contro le diverse religioni asiatiche… nel loro ambito, e questo non era un comitato responsabile di decidere la politica di un team scientifico. — Non ci sarà niente di negativo sul tuo curriculum.

Sentii che il mio corpo si rilassava. Emisi un sospiro, poi mi massaggiai la nuca. — Okay. Quali sono le cattive notizie?

— Ce ne sono tre. Derek si è beccato un rimprovero per quella stupidità riguardo al braccialetto.

Diedi un’occhiata a Derek. Lui si strinse nelle spalle.

— In ogni caso, questo non rallenterà la carriera di nessuno, con un elenco di pubblicazioni come il suo. La seconda delle cattive notizie è che il comitato ha deciso di suggerire un dibattito che coinvolga l’intera nave in merito alla nostra politica nei confronti dei nativi.

— Non intervento? — chiesi.

— Già. — Eddie sembrava torvo. — Vogliono riaprire la questione. Gradirei davvero che foste quassù, o almeno vorrei avere quell’opzione. E questo mi porta alla terza cattiva notizia. Lysenko ha esaminato tutte le informazioni in nostro possesso sulla parte del continente dove vi trovate. Il luogo più vicino sul quale è disposto a far atterrare un aereo è a ovest di dove vi trovate. È un fiume che si allarga in un lago. Dice che non è ottimale, ma è possibile.

— Quanto è lontano? — chiesi.

— Secondo i nostri migliori calcoli, otto giorni. Cercherò di ritardare la prima riunione del comitato dell’intera nave.

— Questo non è il problema più grave, Eddie.

— Ah, no? E qual è?

— Oggi abbiamo incontrato un nativo. Il fratello di Inahooli. Sta andando a far visita alla sorella.

— Sa che l’avete conosciuta?

— Avevo indosso una tunica che apparteneva a Inahooli. E anche Nia. Ha riconosciuto gli indumenti. La cosa non l’ha preoccupato. I nativi si scambiano sempre doni. Ma quando troverà la tomba…

— Maledizione.

— E ha due fratelli. Stanno viaggiando insieme o, per lo meno, nella stessa direzione. Potremmo avere tre nativi grandi e grossi e furiosi che ci danno la caccia.

Eddie tacque per uno o due minuti. — Che cosa progettate di fare?

Derek disse: — Correre come disperati e sperare che non ci seguano.

— Immagino che sia la migliore idea. Il comitato ha ragione su una cosa. Ci sono stati troppi contrattempi. Non riesco a capire perché. — La voce di Eddie aveva un tono lamentoso.

— Non tieni conto di una cosa — disse Derek. — Rifletti su chi sono coloro che hanno avuto tutti i fastidi. Io. Harrison. Gregory. Tutti uomini. Abbiamo incontrato tutti lo stesso problema: il ruolo sociale dei maschi adulti. Non so come Santha sia riuscito a evitare i guai. La sua popolazione ammette forse gli uomini nel proprio villaggio?

— Be’, questa è una storia interessante — disse Eddie. — Ma è piuttosto lunga, e i diagrammi aiutano parecchio. Vi racconterò di Santha quando tornerete quassù.

— Okay — rispose Derek.

— Non sono certo della validità della tua spiegazione. E Lixia allora? Perché ha avuto tanti problemi?

— Ricordati dei suoi compagni di viaggio. Due uomini e una donna con una reputazione di perversione assai diffusa.

Ci fu un attimo di silenzio. — Hai ragione, vero? Questo è stato un mio errore. Avrei dovuto prelevare Lixia subito dopo il fiasco nel primo villaggio e darle un nuovo incarico, magari sull’altro continente.

Derek fece il gesto dell’incertezza, poi disse: — Non lo so. Non vado matto per una seconda ipotesi nella storia. E non amo le parole come "avrei dovuto".

— Be’, fate del vostro meglio. Troverete Lysenko ad aspettarvi quando arriverete al lago.

Derek spense la radio. — Hai notato come Eddie usi spesso la prima persona singolare? Dal modo in cui parla, è lui quello che prende tutte le decisioni e si assume tutte le responsabilità senza alcun aiuto da parte del resto del comitato.

"Io, me, mio, il mio…

Ciascuno un segno di pericolo."

"È quello che erano solite dirci le streghe. Fate caso a quelle parole. Se una persona le usa troppo spesso e con troppa enfasi, significa che sta sprofondando dentro il pozzo del sé. Ed è una situazione pericolosa. Ci si può trovare faccia a faccia con un’attitudine all’avidità o una voglia di potere."

Feci il gesto dell’intesa. Non avevo voglia di discutere delle teorie sociali degli aborigeni californiani, non in inglese di fronte a Nia e all’oracolo. Era un atto di scortesia. Guardai Nia. — Il nostro amico, quello che ha la voce nella scatola, è preoccupato per la quantità di problemi che abbiamo incontrato.

— Non è mai facile viaggiare — disse l’oracolo. — Lo so. Una delle mie sorelle è una grande viaggiatrice. È stata a nord fin dove arrivano gli uomini e ha incontrato il Popolo del Ferro nel suo territorio estivo. È stata anche a sud e ha visto l’oceano e ha ricevuto doni dalle popolazioni che vivono laggiù: il Popolo della Spina di Pesce e il Popolo del Color Verde Scuro. Mia madre mi ha parlato delle sue avventure. Hola! Che storia! — Si mordicchiò un’unghia. — Che cosa si aspetta il vostro amico?

— Una buona domanda. Non ne sono del tutto certa.

Durante i tre giorni che seguirono viaggiammo il più velocemente possibile. Non accadde niente di speciale. Il cielo era quasi sempre limpido e la regione dolcemente ondulata. Vedemmo animali in lonananza: branchi di bipedi che brucavano e una volta un animale solitario che Nia ci disse essere l’assassino-delle-pianure.

— Un maschio. Vedi com’è grosso e come cammina dinoccolato?

— Nia, quella cosa è solo un puntino nero per me. Pensavo che potesse trattarsi di una persona.

— Ma che occhi hai! È certamente un assassino e un maschio. Una femmina viaggerebbe con i suoi piccoli. I piccoli sarebbero affamati ed essa sarebbe pericolosa. Ma un maschio non rappresenta un grosso problema.

— Sei tu che lo dici! — saltò su l’oracolo. — So io come stanno le cose.

— Ma tu eri da solo e non avevi un fuoco acceso.

Questo avveniva a metà del terzo giorno. A quel punto stavamo diventando tutti nervosi e ci guardavamo attorno e alle spalle.

Ci fermammo presto in cima a un’altura che era più elevata delle altre collinette. Derek scrutò l’orizzonte verso est. — Niente — disse. — Non li vedo. Faremo comunque dei turni di guardia. E non credo di voler correre il rischio di accendere un fuoco.

— Dobbiamo — ribatté Nia. — Ci sono cose peggiori degli uomini. Non voglio stare sdraiata nell’oscurità ad aspettare un assassino-delle-pianure.

— D’accordo — disse Derek.

Accendemmo un fuoco e ci raggomitolammo attorno. Derek fece il primo turno di guardia. Io rimasi seduta a preoccuparmi. Infine, quando non riuscii più a sopportare l’ansia, chiamai Eddie.

— Qualche segno dei tre fratelli? — s’informò.

— No. E non voglio pensarci. Come vanno le cose sulla nave?

— Non troppo bene. Meiling è passata all’opposizione.

— Che cosa?

— Ha presentato un rapporto contro il non intervento. I nativi non sono degli stupidi, secondo lei. Hanno occhi per vedere e menti per pensare. Sanno che lei è qualcosa di assolutamente differente, qualcosa di totalmente estraneo alla loro esperienza e all’esperienza dei loro antenati. Nelle storie sulla creazione non si parla di gente senza pelo.


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